“Davvero tutto è buono e splendido perché tutto è verità”. I fratelli Karamazov Fedor Dostoevskij
mercoledì 17 agosto 2016
domenica 14 agosto 2016
La Verità dentro di noi
La Verità si scoprirà
solo cercando dentro di noi,
mai attraverso
argomentazioni e dispute.
Se al posto della parola «Verità»
mettessimo «Dio»,
si dovrebbe dire la stessa cosa.
L'immagine può contenere: spazio all'aperto e natura
verità
La Verità si scoprirà
solo cercando dentro di noi,
mai attraverso
argomentazioni e dispute.
Se al posto della parola
«Verità»
mettessimo «Dio»,
solo cercando dentro di noi,
mai attraverso
argomentazioni e dispute.
Se al posto della parola
«Verità»
mettessimo «Dio»,
si dovrebbe dire la stessa cosa
25 luglio rdp
Cari amici,
nel messaggio del 25 Luglio la Regina della pace ci indica la via di uscita dalla situazione di angoscia e di paura in cui siamo precipitati con gli attacchi terroristici che si susseguono nelle nostre città. Dobbiamo cercare Dio nella preghiera perché sia la nostra luce, la nostra forza e la nostra speranza. Solo così potremo opporci all’ondata del male che sta travolgendo le nostre fragili certezze. “Mettete Dio al primo posto, non l’uomo. Non perdete la speranza che vi porto”.
nel messaggio del 25 Luglio la Regina della pace ci indica la via di uscita dalla situazione di angoscia e di paura in cui siamo precipitati con gli attacchi terroristici che si susseguono nelle nostre città. Dobbiamo cercare Dio nella preghiera perché sia la nostra luce, la nostra forza e la nostra speranza. Solo così potremo opporci all’ondata del male che sta travolgendo le nostre fragili certezze. “Mettete Dio al primo posto, non l’uomo. Non perdete la speranza che vi porto”.
Vostro Padre Livio
«andare a Messa allunga la vita»
Uno studio della scuola di specializzazione in sanità pubblica dell'Università statunitense di Harvard ha stabilito che le donne che vanno a Messa più di una volta a settimana vivono in media cinque mesi in più di quelle che non partecipano a funzioni religiose.
Ma gli accademici avvertono: i risultati dello studio, pubblicato sulla rivista scientifica americana Jama Internal Medicine non significa che i medici debbano prescrivere ai loro pazienti di andare in chiesa, casomai possono proporlo a chi già crede.
La ricerca ha seguito oltre 74mila donne che hanno partecipato a un maxi studio, andato avanti dal 1992 al 2012: le donne, coinvolte erano infermiere, in grande maggioranza cattoliche o protestanti che non avevano problemi oncoilogici, né disturbi di tipo cardiovascolare.
La conclusione? «Rispetto alle donne che non partecipano a funzioni religiose - si legge nell'articolo per la rivista scientifica Usa JAMA Internal Medicine - le donne che vanno a messa più di una volta a settimana hanno un rischio di mortalità del 33% inferiore».
Ma gli accademici avvertono: i risultati dello studio, pubblicato sulla rivista scientifica americana Jama Internal Medicine non significa che i medici debbano prescrivere ai loro pazienti di andare in chiesa, casomai possono proporlo a chi già crede.
La ricerca ha seguito oltre 74mila donne che hanno partecipato a un maxi studio, andato avanti dal 1992 al 2012: le donne, coinvolte erano infermiere, in grande maggioranza cattoliche o protestanti che non avevano problemi oncoilogici, né disturbi di tipo cardiovascolare.
La conclusione? «Rispetto alle donne che non partecipano a funzioni religiose - si legge nell'articolo per la rivista scientifica Usa JAMA Internal Medicine - le donne che vanno a messa più di una volta a settimana hanno un rischio di mortalità del 33% inferiore».
Dopo Nizza. «Prego per l'assassino di papà»
Mentre sul lungomare di Nizza montava sempre più il risentimento verso il camionista assassino, lei ha pregato per l’uomo che le aveva ucciso il padre. E anche questa mattina, nella chiesa dei Santissimi Nabore e Felice di Milano, dove è stato celebrato il funerale di Mario Casati, il 90enne tra le vittime della strage della Promenade des Anglais, la figlia Ilda ha avuto parole di misericordia e non di odio. «Quando sono andata sul luogo dove è stato ucciso papà – dice – ho visto tanti fiori in corrispondenza dei posti dove erano state falciate le vittime. Invece, dove la polizia ha abbattuto l’assassino, la gente gettava rifiuti, sputava e imprecava. A me è venuto spontaneo pregare per l’anima di quella persona».
L’esempio di don Mazzolari
In quel momento, Ida Casati si è ricordata dell’insegnamento di don Primo Mazzolari, il parroco di Bozzolo (Mantova) grande amico proprio di papà Mario, di cui ha celebrato le nozze e battezzato le due figlie. A Bozzolo, Mario gestiva il teatro parrocchiale e da lui il sacerdote che predicava la non-violenza era di casa. «A Nizza – racconta Ilda – mi è tornata in mente una frase usata da don Primo durante la Messa del Giovedì Santo del 1958. “Io voglio bene anche a Giuda. Giuda è mio fratello”. E così ho pregato, perché non è con l’odio che si risolvono i problemi».
Quegli ultimi istanti
Di papà Mario, la donna conserva sul telefonino gli ultimi istanti di vita. Sono sette secondi in tutto, ma lo ritraggono «bello e felice anche se stava per morire». Quelle immagini, Ilda le ha trovate in uno dei tanti video girati dai turisti che si trovavano sulla Promenade mentre il tir seminava il terrore. «Queste poche immagini per me sono un regalo che conserverò per sempre», aggiunge commossa.
Dalla morte alla vita
Il sacrificio di Mario Casati servirà a salvare un’altra vita. In sua memoria, infatti, la figlia attiverà un’adozione a distanza pre-natale. Attraverso l’associazione “Zainetto per la vita”, per diciotto mesi sosterrà una mamma in difficoltà economica che aveva deciso di abortire, aiutandola così a far nascere il suo bambino. «Non mi interessa sapere se la donna è cristiana o musulmana. Non importa, perché papà ci ha insegnato a fare il bene senza riserve», conclude Ilda.
«Costruttori di civiltà»
Di «speranza affidabile» pur nel «momento grave in cui stiamo vivendo», ha parlato l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nel messaggio inviato alla famiglia Casati e letto dal vicario episcopale monsignor Carlo Faccendini, che ha presieduto il funerale. A ciascuno, si legge, «è chiesta un’invocazione e una preghiera speciale allo Spirito di Gesù risorto perché risvegli la nostra fede assopita e ci renda attivi costruttori di una civiltà degna della nostra storia e soprattutto capace di prospettiva». Facendosi vicino con «la preghiera e con l’affetto» alla famiglia Casati, l’arcivescovo ha ricordato la «lunga vita del caro Mario e il suo impegno con la famiglia e la sua fede praticata, fanno di lui ora un esempio per tutti noi».
«Lavoriamo per la sicurezza»
A dare l’ultimo saluto a Mario Casati c’era anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha proclamato il lutto cittadino. «Credo che siamo tutti disorientati e al contempo chi ha una responsabilità come la mia - ha detto il primo cittadino - deve cercare di rimanere lucido e lavorare il più possibile per garantire la sicurezza ai cittadini».
sagrada famiglia
recuperare la mia anima
...come?
non mi era ancora chiaro.
tuttavia sapevo che dovevo fare lo scultore
decisi quindi di venire in Spagna
...come?
non mi era ancora chiaro.
tuttavia sapevo che dovevo fare lo scultore
decisi quindi di venire in Spagna
fui invitato dall'ambasciata giapponese
per partecipare ad una cerimonia
non mi aspettavo che accadesse nulla di particolare
poi quando ero in attesa all'aeroporto di Barcellona
accadde una cosa strana...una magia
nella sala d'aspetto non c'era molta gente
vidi una mamma che era totalmente
concentrata su suo figlio
lo accarezzava e lo baciava
...la donna non faceva caso
a nulla
ne all'aereo,
ne a me, ne a nient'altro
ma solo al suo piccolo
e pensai...
"che cosa meravigliosa"
capii senza alcun dubbio che per quella madre
la cosa più importante del mondo
anche più di se stessa...era il suo bebè.
il suo piccolo principe e niente altro
poco dopo vidi un'altro bambino
un po più grande
con un'altra famiglia
il piccolo cominciò a correre
e i suoi genitori gli dissero di non farlo
in quanto sarebbe potuto cadere
e quindi farsi del male.
cosa che avvenne, infatti il bambino cadde a terra
e cominciò a piangere
...allora la madre lo raccolse dal pavimento
e gli disse rimproverandolo..."Vedi"
ma subito dopo inizio a coprirlo di baci
in quel momento ho compreso che anche
per quella madre la persona
più importante al mondo era il suo bambino
come anche per il figlio stesso era la madre
ognuna di queste due creature viveva per la
propria madre e viceversa
per partecipare ad una cerimonia
non mi aspettavo che accadesse nulla di particolare
poi quando ero in attesa all'aeroporto di Barcellona
accadde una cosa strana...una magia
nella sala d'aspetto non c'era molta gente
vidi una mamma che era totalmente
concentrata su suo figlio
lo accarezzava e lo baciava
...la donna non faceva caso
a nulla
ne all'aereo,
ne a me, ne a nient'altro
ma solo al suo piccolo
e pensai...
"che cosa meravigliosa"
capii senza alcun dubbio che per quella madre
la cosa più importante del mondo
anche più di se stessa...era il suo bebè.
il suo piccolo principe e niente altro
poco dopo vidi un'altro bambino
un po più grande
con un'altra famiglia
il piccolo cominciò a correre
e i suoi genitori gli dissero di non farlo
in quanto sarebbe potuto cadere
e quindi farsi del male.
cosa che avvenne, infatti il bambino cadde a terra
e cominciò a piangere
...allora la madre lo raccolse dal pavimento
e gli disse rimproverandolo..."Vedi"
ma subito dopo inizio a coprirlo di baci
in quel momento ho compreso che anche
per quella madre la persona
più importante al mondo era il suo bambino
come anche per il figlio stesso era la madre
ognuna di queste due creature viveva per la
propria madre e viceversa
etsuro sooto
scultore sagrada Famiglia
scultore sagrada Famiglia
cccp
Eravamo diventati punk
I carabinieri a Reggio Emilia
mi fermavano continuamente,
perché eravamo una presenza aliena
vistosamente extra contesto
sempre pieni di catene
con le minigonne
eravamo più dei guerrieri
fantascientifici che dei giovanotti reggiani
I carabinieri a Reggio Emilia
mi fermavano continuamente,
perché eravamo una presenza aliena
vistosamente extra contesto
sempre pieni di catene
con le minigonne
eravamo più dei guerrieri
fantascientifici che dei giovanotti reggiani
Mi ricordo un natale che ero a Reggio Emilia
e ho aspettato che tutta la gente uscisse
dal Duomo , perché io sapevo che
entrare in Duomo così sarebbe stato
sgradevole per molte persone
ho aspettato che uscissero
gli ultimi dalla messa serale
sono entrato sperando
di non incontrare nessuno
e sono andato davanti al presepe
mi sono fatto il segno della croce
mi sono inginocchiato
ho guardato la rappresentazione
della natività e ho pensato
"Ma guarda te dove sono finito!"
e ho aspettato che tutta la gente uscisse
dal Duomo , perché io sapevo che
entrare in Duomo così sarebbe stato
sgradevole per molte persone
ho aspettato che uscissero
gli ultimi dalla messa serale
sono entrato sperando
di non incontrare nessuno
e sono andato davanti al presepe
mi sono fatto il segno della croce
mi sono inginocchiato
ho guardato la rappresentazione
della natività e ho pensato
"Ma guarda te dove sono finito!"
Giovanni Lindo Ferretti
cccp
cccp
.....................................
fine della citazione
...ho pensato
... Gesù quel natale
ha voluto finire alla grande
con la cosa che amava più di tutti
ri-vedere da vicino Lindo
aahhha
che gioia vederlo
che gioia,
che gioia,
che gioia ,
vedere il figlio che
se ne era andato
sbattendo la porta
se ne era andato
...ma era anche ritornato
ha voluto finire alla grande
con la cosa che amava più di tutti
ri-vedere da vicino Lindo
aahhha
che gioia vederlo
che gioia,
che gioia,
che gioia ,
vedere il figlio che
se ne era andato
sbattendo la porta
se ne era andato
...ma era anche ritornato
senza Amore
nessuno di noi può vivere senza un Senso.
Nessuno di noi può vivere senza Amore.
E tutte le esperienze di senso
che facciamo nella vita sono solo segno di Lui.
E tutti gli amori della nostra vita
sono solo riflesso Suo.
E tutte le esperienze di senso
che facciamo nella vita sono solo segno di Lui.
E tutti gli amori della nostra vita
sono solo riflesso Suo.
umile
come fai a sapere se sei umile
...se sopporti le umiliazioni
...se sopporti le umiliazioni
la lotta contro il proprio io
non è mai finita
lo cacci dalla porta rientra dalla finestra
è per questo che bisogna essere mariani
non è mai finita
lo cacci dalla porta rientra dalla finestra
è per questo che bisogna essere mariani
l'io si veste volentieri
con i panni della falsa modestia
...se io dico sono un'imbecille
eh...non faccio nulla
ma se me lo dice un'altro...sai che reazione!!!
con i panni della falsa modestia
...se io dico sono un'imbecille
eh...non faccio nulla
ma se me lo dice un'altro...sai che reazione!!!
non parlare mai di te stesso
...parla di Dio
al primo posto metti lui
più contempli lui
e più il veleno della serpe
si affievolisce
...parla di Dio
al primo posto metti lui
più contempli lui
e più il veleno della serpe
si affievolisce
ecco la grande battaglia della vita
quella dell'umiltà
la più difficile di tutte le virtù
quella dell'umiltà
la più difficile di tutte le virtù
Padre Livio
ed Piemme
la grandezzza dell'umiltà
audiolibro mattina ore 06,15
sabato
ed Piemme
la grandezzza dell'umiltà
audiolibro mattina ore 06,15
sabato
Ti adoro, o Croce Santa
Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio, Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. venne confermata dai Papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI).
PREGHIERA:
Ti adoro, o Croce Santa,
che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore,
coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue.
Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me.
Ti adoro, o Croce Santa,
per amore di Colui che è il mio Signore.
Amen
20 segreti di Santa Teresa del Bambin Gesù utili alla nostra anima
I SEGRETI DI SANTA TERESA DEL BAMBIN GESÙ
- Sopportare i difetti degli altri, non stupirsi delle loro debolezze e invece edificarsi dei più piccoli atti che si vedono fatti;
- Non curarsi di essere giudicati bene dagli altri;
- Fare per le persone antipatiche, tutto quello che si farebbe per le persone più simpatiche;
- Non scusarsi né difendersi mai dalle accuse;
- Non avvilirsi nel vedersi deboli e imperfetti anzi averne motivo di gioia perché Gesù copre la moltitudine di peccati;
- Dare a chi chiede con malagrazia rispondendo con gentilezza;
- Essere felici se ci prendono qualcosa di nostro o ci si chiede un servizio che non ci spetta, essere contenti di interrompere per carità, un lavoro in corso;
- Anche i beni spirituali sono un dono che non ci appartiene, per cui dobbiamo essere contenti se qualcuno si appropria di nostre intuizioni o preghiere;
- Non cercate consolazioni umane ma lasciate tutto a Dio;
- Quando un compito ci sembra superiore alle nostre forze,mettersi nelle braccia di Gesù sapendo che da soli non siamo capaci a nulla;
- Se si deve riprendere qualcuno accettare la sofferenza di doverlo fare pur sentendosi incapaci e non all’altezza;
- Non cercare di attirare a sé i cuori degli altri ma condurli a Dio da servi inutili;
- Non avere paura di essere severi se c’e né bisogno, pregare comunque sempre prima di dire qualcosa;
- Nell’ aridità recitare molto lentamente il Pater e l’ Ave;
- Accettare le umiliazioni e le critiche con gratitudine;
- Cercare la compagnia delle persone meno gradite agli altri;
- Offrire al Signore le cose che ci costano cercando di farcele piacere;
- Accettare che il proprio lavoro non venga considerato;
- Più il fuoco dell’amore di Dio incendierà il nostro cuore e più le anime si avvicineranno a noi correranno dietro all’amore di Dio;
- Soffrire momento per momento quello che Dio ci manda, senza preoccuparsi per l’avvenire.
LA VICENDA UMANA E SPIRITUALE DI TERESINA DI LISIEUX È UNA DELLE PIÙ PARADOSSALI DELLA STORIA DELLA CHIESA CHE LA FESTEGGIA IL 1° 30 /OTTOBRE. MORTA QUASI SCONOSCIUTA A 25 ANNI, NEL MONASTERO DI LISIEUX, DA DOVE NON SI MOSSE PER TUTTA LA VITA, È VENERATA A LIVELLO MONDIALE. DOTTORE DELLA CHIESA, PATRONA DELLE MISSIONI, PROTETTRICE DEI MALATI DI AIDS E DI ALTRE MALATTIE INFETTIVE, HA SCRITTO STORIA DI UN’ANIMA, UNO DEI CAPOLAVORI DELLA SPIRITUALITÀ DI TUTTI I TEMPI.
RELIGIOSA, MISTICA, DRAMMATURGA, DOTTORE DELLA CHIESA INSIEME A CATERINA DA SIENA E TERESA D’AVILA, PATRONA DI FRANCIA INSIEME A GIOVANNA D’ARCO, PROTETTRICE DEI MALATI DI AIDS, DI TUBERCOLOSI E DI ALTRE MALATTIE INFETTIVE, PERSINO PATRONA DELLE MISSIONI, LEI CHE SCELSE LA CLAUSURA E MORÌ GIOVANISSIMA DI TUBERCOLOSI. LA VICENDA UMANA E SPIRITUALE DISANTA TERESA DI LISIEUX, PIÙ NOTA COME SANTA TERESA DEL BAMBIN GESÙ, È UNA DELLE PIÙ PARADOSSALI DELLA STORIA DELLA CHIESA CHE LA FESTEGGIA IL 1° OTTOBRE.
Morta di tubercolosi a 25 anni nel monastero di Lisieux è venerata a livello mondiale. La Basilica della città francese a lei dedicata è il secondo luogo di pellegrinaggio di Francia solo dopo Lourdes. Pio XI, che la canonizza nel 1925, la considerava la “stella del suo pontificato”. Giovanni Paolo II nel 1997 l’ha proclamata Dottore della Chiesa in occasione del centenario della sua morte.
A cosa si deve la fama mondiale di santa Teresina, dunque? Sicuramente al fatto che ella ha lasciato le sue memorie, riflessioni, crisi spirituali raccolte nel diari pubblicati dalla sorella Pauline, diventata madre Agnese dopo la sua morte.Storia di un’anima, pubblicata per la prima volta nel 1898, non è solo un testo religioso ma raccoglie poesie, opere teatrali, lettere e preghiere che raccontano l’itinerario spirituale di un’anima eccelsa, a dispetto dell’umiltà e del nascondimento della sua vita terrena. Entrata nelle carmelitane di Lisieux con il nome di suor Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo, scoprì che l’ambiente monastico non solo non era quello che si aspettava ma le era ostile, pieno di brutture, poco spirituale. E lei in un certo senso riforma, partendo da se stessa, quell’ambiente.
"La donna è la cosa più importante nella Chiesa,
"La donna è la cosa più importante nella Chiesa,
perché porta nel suo seno la fabbrica della vita.
Per questo, dalla prima pagina della Genesi
sino alla fine dell'Apocalisse
sempre il demonio persegue la donna"
(Carmen Hernandez - Ólvega,
24 novembre 1930; Madrid, 19 luglio 2016)
perché porta nel suo seno la fabbrica della vita.
Per questo, dalla prima pagina della Genesi
sino alla fine dell'Apocalisse
sempre il demonio persegue la donna"
(Carmen Hernandez - Ólvega,
24 novembre 1930; Madrid, 19 luglio 2016)
domenica 7 agosto 2016
HO SCELTO DI NON PRENDERE LA VIA PIU' FACILE
HO SCELTO DI NON PRENDERE LA VIA PIU' FACILE
CUBA
L'esame e una vita più piena
15/07/2016 - Non aveva studiato e voleva copiare.
L'esame e una vita più piena
15/07/2016 - Non aveva studiato e voleva copiare.
Ma davanti al professore conosciuto agli Esercizi, ha cambiato idea.
E un test di Programmazione
è diventato l'occasione per «rivivere l’impatto di quell’incontro»
L'Università dell'Avana, Cuba.
Ho avuto l’opportunità e la grazia, ancora una volta, di partecipare agli Esercizi spirituali di CL, che si sono tenuti, per la terza volta a Cuba, a giugno. Lì ho potuto conversare a lungo con un ragazzo che da pochissimo ha cominciato a fare Scuola di comunità nella città di Matanzas. Questo ragazzo è molto incuriosito dal modo che abbiamo di affrontare la realtà, perché si vede sfidato a giudicare la sua situazione personale secondo il metodo nuovo che sta cominciando a imparare.
L'Università dell'Avana, Cuba.
Ho avuto l’opportunità e la grazia, ancora una volta, di partecipare agli Esercizi spirituali di CL, che si sono tenuti, per la terza volta a Cuba, a giugno. Lì ho potuto conversare a lungo con un ragazzo che da pochissimo ha cominciato a fare Scuola di comunità nella città di Matanzas. Questo ragazzo è molto incuriosito dal modo che abbiamo di affrontare la realtà, perché si vede sfidato a giudicare la sua situazione personale secondo il metodo nuovo che sta cominciando a imparare.
Le nostre conversazioni terminavano sempre parlando dell’educazione, poiché molti dei problemi della società cubana hanno la loro origine, secondo l’opinione mia e del mio giovane amico, in un "deficit" di educazione. Io sono professore universitario e ho il privilegio di essere in contatto diretto con i giovani. Siamo in periodo di esami, e pochi giorni fa mi è capitato di essere presente in un’aula, come assistente di un altro professore, per un esame di Programmazione. Con mia sorpresa, ho trovato lì l’amico di cui vi ho parlato. È stato qualche minuto in aula e poi ha iniziato l’esame. Uscendo mi ha passato un biglietto con queste parole:
Sono venuto all’esame con l’intenzione di copiare dal mio cellulare le risposte di teoria e di sfruttare gli esercizi pratici che avevo già risolto e copiato, dato che avevo assistito solamente a una lezione del professore e non avevo studiato praticamente niente. Avevo la possibilità di copiare, ma ho deciso di non farlo, perché mi sono ricordato delle parole che mi hai detto agli Esercizi, che in quel momento avevo ascoltato con attenzione ma non avevo capito fino in fondo né meditato poi. Nel momento dell’esame tutto ha acquistato significato: voglio far fruttare il mio talento o essere uno qualunque nella massa? Sto sviluppando la mia creatività per arrivare alla conoscenza vera, che si raggiunge attraverso la fatica giorno dopo giorno? Quanto lontano potrò andare come futuro professionale con questo atteggiamento? E la domanda più importante: Dov’è veramente l’incontro con questo Avvenimento che è Gesù Cristo, che ti fa andare controcorrente in questo tempo in cui ogni genere di truffa sembra la quotidianità? Così ho scelto di non prendere la via più facile e ho affrontato l’esame nelle condizioni in cui ero, non per moralismo, ma perché questa occasione è stata un momento per rivivere l’impatto dell’incontro con Colui che rende la vita molto più piena di significato, e per recuperare gli obiettivi che mi ero posto affrontando gli studi universitari. Voglio prepararmi bene al prossimo esame, voglio prendere il voto migliore, e ti chiedo, se puoi, di aiutarmi a ripassare, ti ringrazio fin da ora. Ho imparato la lezione, tutto non è mai stato così chiaro.
Grande è stato lo stupore al vedere questo ragazzo, venuto deciso a copiare un esame portandosi le risposte sul cellulare, che decide di non farlo per il ricordo di una presenza. Una presenza vissuta agli Esercizi Spirituali, e la cui memoria è quella stessa Presenza, visibile e tangibile in un’aula universitaria.
Poco tempo dopo, questo amico è tornato a dare l’esame, e io ero in attesa del risultato di tutta la sua fatica. La settimana dopo il secondo esame ci siamo visti alla Scuola di comunità. Mi ha salutato con un forte abbraccio e mi ha detto: «Adesso sì». Ha avuto un voto altissimo. Ma la cosa veramente importante è stata l’esperienza nata dal suo giudizio, e la moralità nata dal riconoscimento di una Presenza che può avvenire anche in un’aula dando un esame.
Orlenys, Cuba
Credo di non aver mai pregato con tale intensità in vita mia.
Credo di non aver mai pregato
con tale intensità in vita mia.
con tale intensità in vita mia.
Cari amici lettori, che bello fidarsi di Dio!
QUELLA NOTTE IN AFRICA,
IMPARANDO AD AVERE FIDUCIA IN DIO
di Piero Gheddo
IMPARANDO AD AVERE FIDUCIA IN DIO
di Piero Gheddo
Nel 1969, sono andato in Uganda con Paolo VI e poi volevo andare a Goma in Zaire, ma da Kampala a Goma (400 chilometri) non c'erano mezzi di trasporto diretti. Ero ospite dei Comboniani, che mi affidano al loro taxista di fiducia, un uomo forte e intelligente di nome Casimiro, con una grossa auto inglese (una Bentley solida e comoda, fatta apposta per l’Africa, col fondo molto alto), e ci mettiamo in viaggio. Allora la benzina costava poco e non c'erano ancora guerre né rivoluzioni a tagliare le strade. Ero giovane, mi piaceva l'avventura, Casimiro parlava inglese e mi dava fiducia. E poi avevamo la macchina carica di tutto quello che era necessario, comprese taniche di benzina.
Tre giorni nell'andata e due nel ritorno. La prima notte dormiamo dai Padri Bianchi in una cittadina ai confini col Ruanda. Ci dicono che la via più breve per Goma è quella che attraversa il Ruanda (infatti ritorneremo per quella); ma Casimiro vuol fare la via più lunga, che passa alle pendici del monte Ruwenzori e scende a Goma attraverso la cittadina di Ruthchuru. Al secondo giorno di viaggio, giungiamo a un fiumiciattolo con un ponte in mattoni, sul quale un camion carico di tegole è scivolato e si è messo di traverso impedendo il passaggio. Stanno scaricando il camion e sono in attesa di una gru che viene da Kabale, a circa 70 chilometri di distanza. In Africa, quando succedono queste cose, bisogna rassegnarsi e starsene tranquilli anche per due-tre giorni.
Ma io ho fretta. Mi dicono che a pochi chilometri più a sud c'è un punto del fiume in cui è possibile passare con l'auto a guado. Vi andiamo per un sentiero nei campi di granoturco e di canna da zucchero. Troviamo il passaggio, l'acqua è bassa, la Bentley passa facilmente.
Ma dall'altra parte una brutta sorpresa. La macchina, molto pesante, affonda nella sabbia a poca distanza dall'acqua. Cerchiamo di disincagliarla, ma tutto è inutile. Casimiro mi dice: “Tu stai qui, chiuditi dentro, io vado a piedi a cercare aiuto in un villaggio vicino”. Parte di corsa. Per un giovane africano, alcuni chilometri non sono una gran distanza. Ma è già pomeriggio avanzato e io attendo invano il suo ritorno. Tornerà solo il mattino seguente, con un camion carico di uomini, che riusciranno a disincagliare la Bentley, cantando ritmicamente assieme una nenia e sollevandola.
Recito il Rosario, mangio e allungo il sedile per dormire. Una notte chiuso nell'auto, vicino all'acqua del fiume, con la luna piena che illumina la foresta. Stento a prendere sonno e, improvvisamente, una continua fila di animali vengono ad abbeverarsi nella notte: zebre, giraffe, gazzelle, iene e scimmie, anche pantere, leoni e ippopotami. E il vostro padre Piero Gheddo - laureato in Teologia missionaria - chiuso nell'auto, con gli animali che mi girano attorno, annusando e strofinandosi contro quello strano animale immobile sulla riva del fiume.
Credo di non aver mai pregato con tale intensità in vita mia. Se vengono anche degli elefanti, penso, possono schiacciarmi dentro l'auto solo mettendo una loro mastodontica zampa sul cofano o sul tetto... A ripensarci oggi è un'avventura che racconto volentieri, ma allora ne ero terrorizzato. Almeno all'inizio, perché poi comincio a pensare: “Vuoi che Dio non sia qui vicino a me per proteggermi? Perché debbo aver paura? Vuoi che Dio non sia dentro la testa di questi animali, che ha creato Lui, in modo da orientarli a non farmi del male?”. Con questi pensieri mi addormento sul comodo sedile allungato, pregando: «Signore, pensaci tu».
Cari amici lettori, che bello fidarsi di Dio! Non vi pare che ci troviamo tutti, a volte, in situazioni simili? Quanti pericoli nella nostra giornata, quanta solitudine nella nostra vita, quante volte ci pare di essere circondati da bestie feroci pronte a sbranarci.
Amici, Dio non ci abbandona mai, non ci perde d'occhio un istante: è sempre qui accanto e in me e a ciascuno di voi, in auto, in ufficio, in famiglia, a scuola, in fabbrica, per la strada. lo vi auguro di sentirvelo vicino, come l'ho sentito io quella notte in Africa, al chiaro di luna, solo e chiuso in auto nella foresta equatoriale.
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