Mentre sul lungomare di Nizza montava sempre più il risentimento verso il camionista assassino, lei ha pregato per l’uomo che le aveva ucciso il padre. E anche questa mattina, nella chiesa dei Santissimi Nabore e Felice di Milano, dove è stato celebrato il funerale di Mario Casati, il 90enne tra le vittime della strage della Promenade des Anglais, la figlia Ilda ha avuto parole di misericordia e non di odio. «Quando sono andata sul luogo dove è stato ucciso papà – dice – ho visto tanti fiori in corrispondenza dei posti dove erano state falciate le vittime. Invece, dove la polizia ha abbattuto l’assassino, la gente gettava rifiuti, sputava e imprecava. A me è venuto spontaneo pregare per l’anima di quella persona».
L’esempio di don Mazzolari
In quel momento, Ida Casati si è ricordata dell’insegnamento di don Primo Mazzolari, il parroco di Bozzolo (Mantova) grande amico proprio di papà Mario, di cui ha celebrato le nozze e battezzato le due figlie. A Bozzolo, Mario gestiva il teatro parrocchiale e da lui il sacerdote che predicava la non-violenza era di casa. «A Nizza – racconta Ilda – mi è tornata in mente una frase usata da don Primo durante la Messa del Giovedì Santo del 1958. “Io voglio bene anche a Giuda. Giuda è mio fratello”. E così ho pregato, perché non è con l’odio che si risolvono i problemi».
Quegli ultimi istanti
Di papà Mario, la donna conserva sul telefonino gli ultimi istanti di vita. Sono sette secondi in tutto, ma lo ritraggono «bello e felice anche se stava per morire». Quelle immagini, Ilda le ha trovate in uno dei tanti video girati dai turisti che si trovavano sulla Promenade mentre il tir seminava il terrore. «Queste poche immagini per me sono un regalo che conserverò per sempre», aggiunge commossa.
Dalla morte alla vita
Il sacrificio di Mario Casati servirà a salvare un’altra vita. In sua memoria, infatti, la figlia attiverà un’adozione a distanza pre-natale. Attraverso l’associazione “Zainetto per la vita”, per diciotto mesi sosterrà una mamma in difficoltà economica che aveva deciso di abortire, aiutandola così a far nascere il suo bambino. «Non mi interessa sapere se la donna è cristiana o musulmana. Non importa, perché papà ci ha insegnato a fare il bene senza riserve», conclude Ilda.
«Costruttori di civiltà»
Di «speranza affidabile» pur nel «momento grave in cui stiamo vivendo», ha parlato l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nel messaggio inviato alla famiglia Casati e letto dal vicario episcopale monsignor Carlo Faccendini, che ha presieduto il funerale. A ciascuno, si legge, «è chiesta un’invocazione e una preghiera speciale allo Spirito di Gesù risorto perché risvegli la nostra fede assopita e ci renda attivi costruttori di una civiltà degna della nostra storia e soprattutto capace di prospettiva». Facendosi vicino con «la preghiera e con l’affetto» alla famiglia Casati, l’arcivescovo ha ricordato la «lunga vita del caro Mario e il suo impegno con la famiglia e la sua fede praticata, fanno di lui ora un esempio per tutti noi».
«Lavoriamo per la sicurezza»
A dare l’ultimo saluto a Mario Casati c’era anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha proclamato il lutto cittadino. «Credo che siamo tutti disorientati e al contempo chi ha una responsabilità come la mia - ha detto il primo cittadino - deve cercare di rimanere lucido e lavorare il più possibile per garantire la sicurezza ai cittadini».
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