lunedì 30 novembre 2015

Francis in Central African Republic: Holy Mass and opening of the Holy D...

SANTI

I santi, non tutti hanno cominciato bene,
ma tutti hanno finito bene.
Saint Jean-Baptiste Vianney (curato d'Ars)

centrafrica omelia del Papa nella Cattedrale di Bangui:

Radio Maria
11 h
+++ Testo omelia del Papa nella Cattedrale di Bangui:
amare i nemici +++
La Cattedrale di Bangui - AP
Intensa omelia di Papa Francesco durante la Messa nella Cattedrale di Bangui in occasione dell’apertura della Porta Santa in Centrafrica. Tanti gli applausi dei fedeli. Pubblichiamo di seguito il testo integrale:
Dio ha guidato i miei passi fino a voi
In questa Prima Domenica di Avvento, tempo liturgico dell’attesa del Salvatore e simbolo della speranza cristiana, Dio ha guidato i miei passi fino a voi, su questa terra, mentre la Chiesa universale si appresta ad inaugurare l’Anno Giubilare della Misericordia che noi oggi, qui, abbiamo iniziato. E sono particolarmente lieto che la mia visita pastorale coincida con l’apertura nel vostro Paese di questo Anno Giubilare. A partire da questa Cattedrale, con il cuore ed il pensiero vorrei raggiungere con affetto tutti i sacerdoti, i consacrati, gli operatori pastorali di questo Paese, spiritualmente uniti a noi in questo momento. Attraverso di voi, vorrei salutare anche tutti i Centrafricani, i malati, le persone anziane, i feriti dalla vita. Alcuni di loro sono forse disperati e non hanno più nemmeno la forza di agire, e aspettano solo un’elemosina, l’elemosina del pane, l’elemosina della giustizia, l’elemosina di un gesto di attenzione e di bontà. E tutti noi aspettiamo la grazia, l’elemosina della pace. Ma come gli apostoli Pietro e Giovanni che salivano al tempio, e che non avevano né oro né argento da dare al paralitico bisognoso, vengo ad offrire loro la forza e la potenza di Dio che guariscono l’uomo, lo fanno rialzare e lo rendono capace di cominciare una nuova vita, “passando all’altra riva” (cfr Lc 8,22).
Liberi da concezioni del sangue che dividono
Gesù non ci manda soli all’altra riva, ma ci invita piuttosto a compiere la traversata insieme a Lui, rispondendo, ciascuno, a una vocazione specifica. Dobbiamo perciò essere consapevoli che questo passaggio all’altra riva non si può fare se non con Lui, liberandoci dalle concezioni della famiglia e del sangue che dividono, per costruire una Chiesa-Famiglia di Dio, aperta a tutti, che si prende cura di coloro che hanno più bisogno. Ciò suppone la prossimità ai nostri fratelli e sorelle, ciò implica uno spirito di comunione. Non è prima di tutto una questione di mezzi finanziari; basta in realtà condividere la vita del popolo di Dio, rendendo ragione della speranza che è in noi (cfr 1 Pt 3,15), essendo testimoni dell’infinita misericordia di Dio che, come sottolinea il Salmo responsoriale di questa domenica, «è buono [e] indica ai peccatori la via giusta» (Sal 24,8).
Perdonare, amare i nemici, no alla vendetta
Gesù ci insegna che il Padre celeste «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni» (Mt 5,45). Dopo aver fatto noi stessi l’esperienza del perdono, dobbiamo perdonare. Ecco la nostra vocazione fondamentale: «Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Una delle esigenze essenziali di questa vocazione alla perfezione è l’amore per i nemici, che premunisce contro la tentazione della vendetta e contro la spirale delle rappresaglie senza fine. Gesù ha tenuto ad insistere su questo aspetto particolare della testimonianza cristiana (cfr Mt 5,46-47). Gli operatori di evangelizzazione devono dunque essere prima di tutto artigiani del perdono, specialisti della riconciliazione, esperti della misericordia. E’ così che possiamo aiutare i nostri fratelli e sorelle a “passare all’altra riva”, rivelando loro il segreto della nostra forza, della nostra speranza, della nostra gioia che hanno la loro sorgente in Dio, perché sono fondate sulla certezza che Egli sta nella barca con noi. Come ha fatto con gli apostoli al momento della moltiplicazione dei pani, è a noi che il Signore affida i suoi doni affinché andiamo a distribuirli dappertutto, proclamando la sua parola che assicura: «Ecco verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda» (Ger 33,14).
Artigiani di una pace fondata sulla giustizia
Nei testi liturgici di questa domenica, possiamo scoprire alcune caratteristiche di questa salvezza di Dio annunciata, che si presentano come altrettanti punti di riferimento per guidarci nella nostra missione. Anzitutto, la felicità promessa da Dio è annunciata in termini di giustizia. L’Avvento è il tempo per preparare i nostri cuori al fine di poter accogliere il Salvatore, cioè il solo Giusto e il solo Giudice capace di riservare a ciascuno la sorte che merita. Qui come altrove, tanti uomini e donne hanno sete di rispetto, di giustizia, di equità, senza vedere all’orizzonte dei segni positivi. A costoro, Egli viene a fare dono della sua giustizia (cfr Ger 33,15). Viene a fecondare le nostre storie personali e collettive, le nostre speranze deluse e i nostri sterili auspici. E ci manda ad annunciare, soprattutto a coloro che sono oppressi dai potenti di questo mondo, come pure a quanti sono piegati sotto il peso dei loro peccati: «Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra -giustizia» (Ger 33,16). Sì, Dio è Giustizia! Ecco perché noi, cristiani, siamo chiamati ad essere nel mondo gli artigiani di una pace fondata sulla giustizia.
I cristiani diano testimoniaza che Dio è amore
La salvezza di Dio attesa ha ugualmente il sapore dell’amore. Infatti, preparandoci al mistero del Natale, noi facciamo nuovamente nostro il cammino del popolo di Dio per accogliere il Figlio venuto a rivelarci che Dio non è soltanto Giustizia ma è anche e innanzitutto Amore (cfr 1 Gv 4,8). Dovunque, anche e soprattutto là dove regnano la violenza, l’odio, l’ingiustizia e la persecuzione, i cristiani sono chiamati a dare testimonianza di questo Dio che è Amore. Incoraggiando i sacerdoti, le persone consacrate e i laici che, in questo Paese, vivono talvolta fino all’eroismo le virtù cristiane, io riconosco che la distanza che ci separa dall’ideale così esigente della testimonianza cristiana è a volte grande. Ecco perché faccio mie sotto forma di preghiera quelle parole di san Paolo: «Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti» (1 Ts 3,12). A questo riguardo, la testimonianza dei pagani sui cristiani della Chiesa primitiva deve rimanere presente al nostro orizzonte come un faro: «Vedete come si amano, si amano veramente» (Tertulliano, Apologetico, 39, 7).
La potenza dell'amore non arretra davanti a nulla
Infine, la salvezza di Dio annunciata riveste il carattere di una potenza invincibile che avrà la meglio su tutto. Infatti, dopo aver annunciato ai suoi discepoli i segni terribili che precederanno la sua venuta, Gesù conclude: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» (Lc 21,28). E se san Paolo parla di un amore “che cresce e sovrabbonda”, è perché la testimonianza cristiana deve riflettere questa forza irresistibile di cui si tratta nel Vangelo. E’ dunque anche in mezzo a sconvolgimenti inauditi che Gesù vuole mostrare la sua grande potenza, la sua gloria incomparabile (cfr Lc 21,27) e la potenza dell’amore che non arretra davanti a nulla, né davanti ai cieli sconvolti, né davanti alla terra in fiamme, né davanti al mare infuriato. Dio è più potente e più forte di tutto. Questa convinzione dà al credente serenità, coraggio e la forza di perseverare nel bene di fronte alle peggiori avversità. Anche quando le forze del male si scatenano, i cristiani devono rispondere all’appello, a testa alta, pronti a resistere in questa battaglia in cui Dio avrà l’ultima parola. E questa parola sarà d’amore e di pace!
Deponete le armi, armatevi della giustizia
A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace. Discepoli di Cristo, sacerdoti, religiosi, religiose o laici impegnati in questo Paese dal nome così suggestivo, situato nel cuore dell’Africa e che è chiamato a scoprire il Signore come vero Centro di tutto ciò che è buono, la vostra vocazione è di incarnare il cuore di Dio in mezzo ai vostri concittadini. Voglia il Signore renderci tutti «saldi … e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi» (1 Ts 3,13). Riconciliazione, perdono, amore e pace! Amen.
-RV-

AI SACERDOTI LA FACOLTÀ DI ASSOLUZIONE PER IL PECCATO DI ABORTO

AI SACERDOTI LA FACOLTÀ
DI ASSOLUZIONE
PER IL PECCATO DI ABORTO
In occasione del Giubileo
Il papa ha disposto
di concedere a tutti
i sacerdoti la facoltà
di assolvere dal peccato
di aborto alle donne e a
quanti lo hanno procurato
e pentiti di cuore
ne chiedono il perdono.

la verità



Gettando la polvere
non si può nascondere la luna

Pope Francis in Uganda: Meeting with the Youth 2015.11.28

L'adorazione - Catechesi di Padre Serafino Tognetti

venerdì 27 novembre 2015

OGGI E' VENERDI' TI ADORO O CROCE SANTA


(Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio, Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. venne confermata dai Papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI).
PREGHIERA:
Ti adoro, o Croce Santa,
che fosti ornata del Corpo Sacratissimo
del mio Signore,
coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue.
Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me.
Ti adoro, o Croce Santa,
per amore di Colui che è il mio Signore. Amen.

SANTA GERTRUDE

nostro signore disse
a santa gertrude la grande
che la seguente preghiera
liberebbe 1000
anime dal purgatorio
ogni volta che venga
detta con amore.
La preghiera è stata poi
estesa anche ai
peccatori viventi.
ETERNO PADRE, IO TI OFFRO IL PREZIOSISSIMO
SANGUE DEL TUO DIVIN FIGLIO, GESU',
IN UNIONE CON LE MESSE DETTE IN TUTTO IL
MONDO, OGGI, PER TUTTE LE ANIME SANTE
DEL PURGATORIO PER I PECCATORI DI OGNI
LUOGO, PER I PECCATORI DELLA CHIESA
UNIVERSALE, QUELLI DELLA MIA CASA E
DENTRO LA MIA FAMIGLIA. AMEN

giovedì 26 novembre 2015

25 NOVEMBRE 2015 MESSAGGIO COMMENTO

Cari amici,
Nel messaggio del 25 Novembre la Regina della Pace chiama tutti a raccolta per pregare secondo le sue intenzioni. Già in altre occasioni la Madonna ha rivolto questo invito, perché Lei vede ciò che noi non vediamo e le insidie che satana ci sta tendendo.
La preoccupazione della Madonna è la pace nel mondo, che è in pericolo. Questo lo vediamo anche noi, ma non andiamo in fondo alle cause, che sono da ricercare nella nostra lontananza da Dio, della quale il demonio approfitta per estendere su di noi il suo influsso.
Già all’inizio di quest’anno la Regina della Pace ci aveva messo in guardia affermando che “satana desidera soffocare col suo vento contagioso dell’odio e della guerra l’uomo e la sua anima”. In questi mesi l’odio e la guerra non hanno fatto che diffondersi creando un clima di paura.
La Madonna, dopo averci invitato a pregare per le sue intenzioni, ci esorta ad essere saldi nella preghiera e coraggiosi nella fede. Dobbiamo reagire ed essere attivi, fermando l’offensiva di satana con le armi della luce.
La Gospa ci ricorda che Lei continua ad essere qui con noi, in questo mondo senza pace e a sostenerci nella lotta e nella testimonianza. La presenza di Maria ci deve liberare dalla paura e dall’angoscia invitandoci ad essere coraggiosi nella professione della nostra fede.
Vostro Padre Livio
Messaggio a Marija del 25 Novembre 2015
“Cari figli!
Oggi vi invito tutti: pregate per le mie intenzioni. La pace è in pericolo perciò figlioli, pregate e siate portatori della pace e della speranza in questo mondo inquieto nel quale satana attacca e prova in tutti i modi. Figlioli, siate saldi nella preghiera e coraggiosi nella fede. Io sono con voi e intercedo davanti a mio Figlio Gesù per tutti voi.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Dolce Mamma (Elisa De Marco)

nulla è impossibile a DIo

La volontà di Dio
si realizza sempre
S.Tommaso D'aquino
...................................................
se la Madonna dice
con la preghiera e il digiuno si possono fermare
le guerre
state tranquilli che lei riceve
potenza e forza da Dio
per realizzare quest'opera
Nella guerra in Bosnia
disse ai parrocchiani
Attenzione che Satana vuole darvi da intendere
che Dio non è capace di realizzare la pace
Pur rispettando la libertà degli uomini
egli muove i cuori e guida gli avvenimenti
secondo il suo beneplacito
cioè se noi preghiamo Dio puo' toccare
i cuori anche di un jaidista che sta per farsi esplodere
ciò che Dio vuole nella sua bontà
immancabilmente si realizza
nonostante l'uomo si organizzi in modo opposto
quella del male è solo una falsa forza
e viene usata suo malgrado per realizzare il bene.
Dio permette il male per realizzare un bene maggiore
L'onnipotenza divina è umile discreta
il male urla la sua forza
Dio agisce nel silenzio
Dov'è Dio gridiamo
il male non è stato provocato da Dio
ma è entrato nel mondo per la nostra infedeltà
però Dio non se n'è lavato le mani
ma ha preso sulle sue spalle tutte le negatività
dell'uomo
...questa è la potenza dell'amore
il male non prevarrà
se il male è potente
Dio è onnipotente
a Dio nulla è impossibile

mercoledì 25 novembre 2015

Messaggio del 25 novembre 2015

Messaggio del 25 novembre 2015
Cari figli! Oggi vi invito tutti:
pregate per le mie intenzioni.
La pace è in pericolo perciò figlioli, 
pregate e siate portatori della pace
e della speranza in questo mondo inquieto
nel quale satana attacca e prova in tutti i modi.
Figlioli, siate saldi nella preghiera
e coraggiosi nella fede.
Io sono con voi e intercedo
davanti a mio figlio Gesù per tutti voi.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

il bene

Papa Francesco
“Maledetti coloro che operano per la guerra e le armi”
quando testimoniavamo contro l'isis
dalla Sardegna partivano delle navi 
cariche di armi per gli emirati arabi
...che poi vengono destinate all'isis
italia nono produttore di armi al mondo
la vera lotta contro il male
si fa dentro ognuno di noi
ogni giorno...
e se sai che è l'ultimo
...poi che gli dici a gesu'
il giorno dopo quando l'incontri??

lunedì 23 novembre 2015

....SSSSSilenzio!!!

TACI
Se tu tacessi
Dio in te parlerebbe sempre

Padre Serafino Tognetti La preghiera del cuore DVD Stanghella 4 Ottobr...

IL MONDO DI OGGI

Quando la madonna chiese tra messa , lettura della bibbia, rosario, circa tre ore di preghiera al giorno,... la gente anche a Medjgorie incominciò a mormorare.
"Ma perché cosi tante ore di preghiera?"
La madonna non rispose, anche se un altra volta disse spegnete la televisione (due ore al giorno di media hanno calcolato dedichiamo 11 anni della nostra vita)...poi disse mi chiedete perché?...ma guardate come va' il mondo!!!
L'anno dopo la madonna chiese 4 ore...ed eravamo 30 anni fa...
Queste cose uno che non prega non le capisce...sembra una cosa molto difficile e diciamocelo anche inutile!!!
...eppure se iniziasse scoprirebbe la bellezza di questa cosa...un uomo che prega per la pace protegge se stesso e diventa luce e amore per gli altri.
Fidatevi di nostra madre e sarete pace.
😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊

sabato 21 novembre 2015

VOLARE

 
Per donarsi bisogna possedersi,
completamente liberi e aperti.

René Voillaume

terra e cielo

 
«Due sono le cose durevoli che speriamo
di lasciare in eredità ai nostri figli:
le radici e le ali »

venerdì 20 novembre 2015

santa gertrude



nostro signore disse
a santa gertrude la grande
che la seguente preghiera
liberebbe 1000
anime dal purgatorio
ogni volta che venga
detta con amore.
La preghiera è stata poi
estesa anche ai
peccatori viventi.
ETERNO PADRE, IO TI OFFRO IL PREZIOSISSIMO
SANGUE DEL TUO DIVIN FIGLIO, GESU',
IN UNIONE CON LE MESSE DETTE IN TUTTO IL
MONDO, OGGI, PER TUTTE LE ANIME SANTE
DEL PURGATORIO PER I PECCATORI DI OGNI
LUOGO, PER I PECCATORI DELLA CHIESA
UNIVERSALE, QUELLI DELLA MIA CASA E
DENTRO LA MIA FAMIGLIA. AMEN

giovedì 19 novembre 2015

SENZA CUORE

Un uomo può ignorare di avere un cuore; 
ma senza cuore, 
come senza religione, 
un uomo non può vivere.

Lev Tolstoj

mercoledì 18 novembre 2015

capodanno a medjgorie... 30 dicembre - 2 gennaio 2016 biakovici

 
 
capodanno a medjgorie...dalla mamma!!!
30 dicembre - 2 gennaio 2016
biakovici
 
partenza ore 04,30 a.m.
parrocchia s.nicolo (pc)
preferibile partenze tutti da li
...risparmiamo 1/2 ora di viaggio
 
per prenotazioni
telefono 338-9466032

don giuseppe castelli

Franz Jägerstätter

“Scrivo con le mani legate, ma preferisco 
questa condizione al sapere incatenata 
la mia volontà. Non sono il carcere, 
le catene e nemmeno una condanna 
che possono far perdere la fede a 
qualcuno o privarlo della libertà […]. 
Perché Dio avrebbe dato  a ciascuno di noi
 la ragione ed il libero arbitrio se bastava 
soltanto ubbidire ciecamente? O, ancora, 
se ciò che dicono alcuni è vero,  e cioè 
che non tocca a Pietro e Paolo affermare 
se questa guerra scatenata dalla Germania 
è giusta o ingiusta, che importa saper 
distinguere tra il bene ed il male? ”.
(Dal testamento, Berlino, luglio 1943)
       Franz Jägerstätter nasce il 20 maggio 1907 in un paesino 
St.Radegung, nell’Alta Austria a pochi chilometri dal confine con la Baviera.
Può essere definito come un “resistente” al nazismo, un semplice 
contadino che rappresenta uno dei pochissimi testimoni che in terra tedesca, 
abbia osato opporsi al regime hitleriano. La sua è una storia non 
“etichettabile”, vissuta in totale solitudine, del tutto staccata da 
qualsiasi movimento di opposizione interna al nazismo. Rifiutò ogni 
collaborazione con il nazionalsocialismo dopo l’annessione del suo Paese 
alla Germania (1938).
Chiamato alle armi nel 1943, in pieno conflitto mondiale, dichiarò 
che come cristiano non poteva servire l’ideologia hitleriana e combattere 
una guerra ingiusta.
La scelta e la vita di Franz, sono riferibili ad una radicalità evangelica 
che non ammette repliche, anzi provoca ed interroga. Non è senza 
significato che il suo parroco Josef Karobath, dopo la discussione decisiva 
nel 1943, pochi giorni prima della chiamata all’arruolamento, abbia scritto:
”Mi ha lasciato ammutolito, perché aveva le argomentazioni migliori. 
Lo volevamo far desistere ma ci ha sempre sconfitti citando le Scritture”. 
In Franz c’è una serenità, anche se mediata e sofferta, di adesione 
al pieno significato del messaggio evangelico: in lui la coerenza diventa 
fattore distintivo, non per preconcetti ideologici o per un astratto pacifismo, 
ma perché si lascia condurre dalla concreta e vissuta adesione ai valori,
 ai significati, alle esigenze di ciò in cui crede.
Nella vicenda umana e religiosa di F.Jägerstätter emerge con forza il
primato della coscienza, vero faro per il comportamento di un semplice 
laico cristiano. Senza eccedere a posizioni eterodosse, Franz si pone 
in fermo ascolto di ciò che “gli sembra giusto”. Lo fa con enorme 
sofferenza, perché deve andare contro ciò che ha di più caro, la famiglia 
(la moglie e le tre figlie in tenera età) contro i pastori della Chiesa 
(ma non tutti), contro i suoi concittadini, di cui “sente” la disapprovazione, 
lui a cui era stato chiesto di diventare sindaco.
Il suo ascolto non è improvvisato, Franz studia la Bibbia, legge i documenti 
della Chiesa, si confronta con persone di cui ha fiducia, prega molto, 
medita, digiuna. Si sottopone ad un percorso di formazione della coscienza, 
pur nelle condizioni proibitive di quegli anni.
L’atteggiamento etico di Franz fa leva sulle “cose ultime”, le cerca e le 
desidera. Non le pone sullo sfondo del proprio agire, ma le fa 
diventare determinanti per decisioni e comportamenti. Anche davanti alla 
moglie, nei 20 minuti di colloquio concesso in carcere, a Berlino, poche 
settimane prima dell’epilogo, ricorda che ciò che li attende è il Cielo e 
“chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me ” (Mt. 8,37).
Franz viene ghigliottinato a Brandeburgo (Berlino, nello stesso carcere si 
trovava anche Bonhoffer) il 9 agosto 1943.
La testimonianza di Franz si fonda su un altissimo senso della dignità 
della persona, sul valore della coscienza, sull’importanza della 
responsabilità individuale anche di fronte alle scelte collettive.
Essa ricorda inoltre il sacrificio di coloro che hanno lottato contro 
le barbarie dei regimi totalitari.

Per saperne di più:


La maggior parte dei testi sono in tedesco gli unici 
disponibili in italiano sono:
-Zahn Gordon, Il testimone solitario. Vita e morte di Franz Jägerstätter, 
Gribaudi, Torino 1968 (traduzione di Dino T. Donadoni).
-Erna Putz, Franz Jägerstätter. "Un contadino contro Hitler", Editrice Berti.

maria regina della pace



la forza della preghiera
e' superiore alla forza dell'odio
............................................................

Cari figli
anche oggi vi invito a pregare e a digiunare per la pace.
Come vi ho già detto, anche adesso vi ripeto,
figlioli, solo con la preghiera e il digiuno anche le guerre possono essere fermate.
La pace è un dono prezioso di Dio.
Cercate, chiedete e la riceverete.
Parlate della pace e portate la pace nei vostri cuori.
Abbiatene cura come di un fiore che ha bisogno di acqua, tenerezza e luce.
Siate coloro che portano la pace agli altri.
Io sono con voi e intercedo per tutti voi.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

(Messaggio del 25 febbraio 2003)

lunedì 16 novembre 2015

Dietrich Bonhoeffer

Dio non realizza tutti i nostri desideri, 
bensì tutte le sue promesse.

Dietrich Bonhoeffer

newsletter 11 novembre 2015

Newsletter 11 novembre 2015

 
 
 
Cari amici,
Nel messaggio del 25 Ottobre la Regina della pace ci richiama alla decisione fondamentale della vita, che è quella di intraprendere il cammino di santità, che non è solo per alcuni ma per tutti: “Prendete l’esempio dei santi di questi tempi e vedrete che la santità è realtà per tutti voi”.
La Madonna ci indica la ragione della vera gioia che è l’amore fedele di Dio, perché, ai suoi occhi, siamo “irripetibili e insostituibili”. Come Dio è la nostra gioia così, anche noi, siamo la sua gioia qui sulla terra.

La Madonna dedica interamente il successivo messaggio del 2 Novembre all’amore, che è l’anima della vita cristiana. Senza l’amore, alimentato dalla preghiera, la fede è morta, “è un lodare se stessi”. L’amore infonde la forza nel combattimento spirituale e alimenta la speranza nella vita eterna. Al termine della vita tutto “scomparirà e resteranno solo l’amore e le opere d’amore, che vi apriranno le porte dei cieli, presso le quali desidero attendere e abbracciare tutti i miei figli”.
 
Cari amici ogni messaggio della Madonna è un dono inestimabile, col quale rafforzare la nostra fede e perseverare sulla retta via che conduce alle porte della Gloria.                       Vostro Padre Livio

sabato 14 novembre 2015

LA VITA

Breve la vita felice di un leone

L’ultimo discorso

Ecco le parole pronunciate da Jake Bailey, 18 anni, prima di morire:

“NESSUNO DI NOI ESCE VIVO DALLA VITA. Non sappiamo dove finiremo, né quando finiremo. Per questo, siate coraggiosi, siate grandi, siate altruisti e siate sempre grati per le opportunità che avete; per l’opportunità di imparare da chi viveva prima di voi e da chi cammina accanto a voi”.

questo ragazzo, allievo della Christchurch High School, in Nuova Zelanda. È un malato terminale. Gli restano poche settimane di vita. Gli è stato diagnosticato un tumore fulminante e aggressivo, senza possibilità di cura: un linfoma Burkit non Hodgkinson.

Dopo aver scritto queste parole, però, Jake ha voluto lasciare la sua stanza d’ospedale per leggerle personalmente ai compagni. Si è presentato sulla sedia a rotelle con una lucidità degna di ammirazione, e ha commosso fino alle lacrime i presenti, che gli hanno tributato una grande ovazione al termine del suo discorso.

“Lasciate che siano gli altri a condurre una vita mediocre, non voi. Lasciate che siano gli altri a piangere e a preoccuparsi per le piccole cose, non voi. Lasciate che siano gli altri a lasciare il proprio futuro nelle mani degli altri, non voi. Il futuro è solo nelle vostre mani. Lasciate i sogni per il futuro, dedicatevi a raggiungere gli obiettivi più immediati”.

Il giovane Jake ha concluso il suo discorso con il motto della scuola, Altiora Peto, ovvero “Miro a cose più alte”.

Non solum, sed etiam

La notizia mi è giunta da un caro amico. La prima impressione sulla testimonianza di questo ragazzo sarebbe quella che figura nell’ultimo paragrafo della notizia, ma ho voluto trovare altre prospettive. Ecco la prima: “Beati coloro che sanno che moriranno”.

Tra poco saranno trascorsi 41 anni dalla morte di mio padre. Due giorni prima di morire ha voluto che suo figlio, di 9 anni, stesse un po’ da solo con lui nella stanza d’ospedale. All’epoca non l’ho capito, ma anni dopo ho scoperto che mio padre si era congedato da me e aveva cercato di lasciarmi un’eredità più importante di quella che figurava nel testamento: l’immensa fortuna di poter dire qualche parola ai tuoi cari prima di morire.

È questa la fortuna del giovane Jake Bailey. È questa la grande fortuna che questo giovane di 18 anni sta vivendo in un momento tragico.

Non è una sciocchezza, e se la pensate così chiedete ai familiari delle persone morte in incidenti aerei, o di treno, o di traffico; chiedete ai familiari delle persone morte in guerra o nelle risse o negli attentati terroristici; chiedetelo ai familiari di chi entra in una sala operatoria e ne esce coperto da un lenzuolo; chiedetelo a tutti coloro che hanno perso qualcuno senza potergli neanche dire addio.

Mi rallegro per questo ragazzo, che ha potuto realizzare un sogno, lasciare un testamento fondamentale ai suoi compagni di scuola; che ha potuto scegliere di rimanere nella mente di chi lo ha conosciuto, al di là della morte, non solo con un ricordo ma con delle parole che voleva espressamente dire.

Per questo, beati coloro che sanno che moriranno e vedono realizzato il loro sogno di vedere l’ultimo film di Star Wars, di recarsi a Disneyland o di vedere il mare. Ma soprattutto beati quelli che prima di morire possono congedarsi dai propri cari e lasciare loro una parola, forse quella che li aiuterà a ricordarli con più affetto e che li renderà più felici per tutto il resto della loro vita.
——-

Commento di Vicente Luis García, pubblicato sul suo blog Non solum, sed etiam di Religión Digital.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

L’ultimo discorso di uno studente 18enne con un cancro terminale

chiedi...chiedi...chiedi

felicita'

ti adoro o croce santa

7 abitudini di chi confida fermamente in Dio



7 abitudini di chi confida fermamente in DioLe persone che nutrono grande fiducia nel Signore sono accomunate da alcuni aspetti
Ho letto molte biografie e memorie di persone ispiratrici che hanno riposto la propria fiducia in Dio in maniera radicale. Dicendo “in maniera radicale” non voglio dire in modo imprudente, ma mi riferisco alla difficoltà, attualmente molto controcorrente, di riconoscere Dio al di sopra di tutte le aree della nostra vita. In libri come He Leadeth Me, God’s Smuggler, Mother Angelica, The Heavenly Man e The Shadow of His Wings, ho trovato storie reali di religiosi, consacrati e laici, uomini o donne che hanno confidato pienamente in Dio, e tutti hanno chiare similitudini nei loro approcci alla vita e al Signore.
.
Ho trovato affascinanti i punti in comune della vita di queste persone incredibili, che si sono affidate con tanta fiducia al Signore, e ho deciso di condividerli perché servano da ispirazione ad altri.
1. HANNO ACCETTATO LA SOFFERENZA
Una delle cose più potenti che ho letto in queste memorie è la storia di fratello Yun, nel libro The Heavenly Man (L’uomo celeste), in cui si racconta come sia stato perseguitato in Cina per il fatto di essere un predicatore. Dopo essere stato torturato per settimane, con scariche elettrice, fame, e chiodi conficcati sotto le sue unghie, venne gettato in una cella di un metro quadrato di larghezza e alta poco più di uno e venti, dove avrebbe dovuto rimanere per un tempo indefinito. Il giorno dopo essere stato posto in questa minuscola cella, si sentì mosso a pregare chiedendo una Bibbia, il che sembrava un’idea ridicola visto che in quel momento molta gente era in prigione proprio perché trovata in possesso di un testo del genere. Inspiegabilmente, la mattina dopo le guardie tirarono una Bibbia nella sua cella. Scrisse:
“Mi sono inginocchiato e ho pregato, ringraziando il Signore per il suo grande dono. Non potevo credere che il mio sogno fosse diventato realtà! A nessun prigioniero era permesso di avere una Bibbia o alcun libro di letteratura cristiana, ma stranamente Dio mi ha concesso una Bibbia! Attraverso questa azione, il Signore mi ha mostrato che indipendentemente dalle malvagità che quegli uomini pianificavano per me, Egli non mi aveva dimenticato e controllava la mia vita”.
Tra di noi, qualcuno meno santo avrebbe forse reagito in modo un po’ diverso in quella situazione. Se io fossi stata torturata e gettata in una cella simile a una bara, la mia reazione ricevendo una Bibbia sarebbe stata più simile a questa: “Grazie per la Bibbia, Signore, ma POTREMMO FARE QUALCOSA PER TIRARMI PRIMA FUORI DA QUESTA CASSA?!”. Non avrei neanche considerato la Bibbia una risposta alle mie preghiere, in primo luogo perché la mia preghiera principale – ridurre la mia sofferenza fisica – continuava a non ottenere risposta.
Quello che tuttavia verifico di continuo in persone come fratello Yun è che hanno ben chiaro che soffrire non è il male peggiore di tutti. Lo è il peccato. Ovviamente preferirebbero non soffrire, ma questo è molto più in basso nella loro lista di priorità che nella nostra. Si concentrano molto più sul non peccare che sul non soffrire. Sono completamente indirizzati a portare se stessi e altri in cielo. Nel caso di fratello Yun, ha visto nella risposta a quella preghiera che Dio gli permetteva di crescere spiritualmente e di predicare ai suoi carcerieri, e così le circostanze di sofferenza e scomodità sono diventate quasi irrilevanti per lui.
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2. ACCETTANO L’INEVITABILITÀ DELLA MORTE
Come nel caso precedente, la gente che ripone una fiducia totale in Dio può farlo solo con una visione del mondo concentrata sul Cielo. Queste persone pensano in termini di eternità, non di anni di calendario. Il loro obiettivo non è massimizzare i propri anni sulla terra, ma riuscire a portare se stessi e tanti altri in cielo. E se Dio vuole ridurre il loro tempo di vita a questo scopo lo accettano. Il libro The Shadow of His Wings (L’ombra delle sue ali) è pieno delle straordinarie storie delle miracolose fughe dalla morte di padre Goldmann durante la II Guerra Mondiale, il che ci fa chiedere: “Cosa succede a tutta la gente che non è sfuggita alla morte?” Padre Goldmann risponderebbe probabilmente dicendo che il fatto che Dio lo abbia salvato dalla morte non era la benedizione in sé – dopo tutto, ciascuno di noi alla fine morirà –, perché la benedizione era salvarlo dalla morte perché potesse continuare la sua missione di portare il Vangelo ai nazisti. Alla fine è morto mentre costruiva una chiesa in Giappone, e sicuramente avrà accettato che Dio abbia tratto qualche bene dalla sua morte.
3. HANNO APPUNTAMENTI QUOTIDIANI CON DIO
Non ho mai sentito di una persona che abbia una profonda e salda fiducia nel Signore e non si prenda un momento personale per concentrarsi sulla preghiera quotidiana. Sia nei libri che ho letto che nella vita reale, ho notato che questo tipo di persone passa almeno alcuni momenti – e se le circostanze lo permettono anche una o due ore – centrato solo nella preghiera, tutti i giorni. La preghiera tende anche ad essere la prima cosa che queste persone fanno al mattino, concentrandosi su Cristo prima di qualsiasi altra cosa.
4. DURANTE LA PREGHIERA, ASCOLTANO PIÙ DI QUANTO PARLANO
In precedenza ho scritto dello stupore che mi suscita il fatto che la gente che ha più fiducia in Dio sembri ricevere più risposte alle sue preghiere della maggior parte di noi. Ho ascoltato storie di gente che chiede qualcosa di specifico e poi lo riceve; inizio allora a chiedermi se hanno problemi psicologici o se sono graditi a Dio un po’ più di noi. La verità è che ho notato che non chiedono cose qualsiasi, ma le loro idee su cosa dovrebbero chiedere provengono direttamente dallo Spirito Santo, visto che trascorrono molto tempo ogni giorno cercando la volontà di Dio nella propria vita.
Prenderò come esempio la storia pubblicata nella biografia della famosa Madre Angelica del canale cattolico EWTN. Un giorno bussò alla sua porta un impiegato della compagnia satellitare chiedendo il pagamento di 600 dollari. Se non avesse pagato avrebbe dovuto restituire l’antenna parabolica, e questo avrebbe distrutto i progetti della nuova emittente. Madre Angelica corse in cappella a pregare, e all’improvviso uno sconosciuto si offrì di donare 600 dollari. La sua preghiera non ha avuto una risposta rapida per il suo interesse personale per il canale o perché era una cosa che lei voleva davvero, ma perché ha saputo distinguere correttamente il progetto di Dio che voleva che avviasse una nuova realtà televisiva.
5. LIMITANO LE DISTRAZIONI
Tra tutte le storie straordinarie contenute nel libro God’s Smuggler (Il contrabbandiere di Dio), una delle parti che mi hanno più colpito è l’epilogo, in cui l’autore parla di come il lavoro di fratello Andrew continui nel XXI secolo:
“Non prenderò neanche in considerazione una di quelle mostruosità di chiamate in attesa, che interrompono una conversazione telefonica per annunciarne un’altra”. La tecnologia, diceva Andrew, ci rende troppo accessibili alle richieste del momento. “La nostra priorità numero uno dovrebbe essere ascoltare con pazienza e in silenzio la voce di Dio”.
“Troppo accessibili alle richieste del momento”. Questa frase mi ha risuonato dal momento in cui l’ho letta. Amo la tecnologia, ma questa comporta la grande tentazione di sentire un aumento nell’urgenza della nostra vita: Ho bisogno di rispondere a quell’e-mail! Rispondere a quel commento su Facebook! Ritwittare quel tweet! Leggere quel messaggio diretto! Ascoltare quel messaggio vocale! Nell’era della connessione, siamo costantemente bombardati da richieste che richiedono – o sembrano richiedere – la nostra attenzione costante. I periodi di silenzio in cui possiamo coltivare la tranquillità interiore e aspettare i sussurri dello Spirito Santo nella nostra vita sono sempre più rari.
Una delle cose che tutte queste persone condividono è la scarsa pressione per tutte queste false urgenze. È difficile immaginare che padre Ciszeck dia i suoi punti di vista su Dio che condivide nel suo libro He Leadeth Me (Egli mi guida) mentre il suo iPhone vibra ogni pochi minuti, o fratello Yun che osserva la sottile bellezza del progetto di Dio in mezzo a una persecuzione mentre tiene il suo Twitter aggiornato minuto per minuto.
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6. SOTTOPONGONO IL LORO DISCERNIMENTO SPIRITUALE AD ALTRI
Le persone che osservano costantemente il modo in cui Dio opera nelle loro vite, notano che spesso Egli parla attraverso compagni di fede, membri della famiglia e del clero. Se essi discernono che Dio li sta chiamando a qualcosa, soprattutto se si tratta di qualcosa di grande, chiedono ad altri cristiani di loro fiducia di pregare per la questione per vedere se anche loro discernono la stessa chiamata del Signore. E quando altri li avvertono di non seguire certe vie – soprattutto se si tratta del loro coniuge, del confessore o del direttore spirituale –, prendono questi consigli molto sul serio.
7. OFFRONO UN’OBBEDIENZA COMPLETA E INCONDIZIONATA AL SIGNORE
Uno dei miei passi preferiti del libro God’s Smuggler è quello in cui fratello Andrew riceve la visita di un uomo di nome Karl de Graaf, che faceva parte di un gruppo di preghiera in cui le persone pregavano per molto tempo, ma soprattutto ascoltavano in silenzio.
“Mi sono avvicinato al vestibolo e lì c’era Karl de Graaf. “Ciao”, dissi sorpreso.
“Ciao, Andy. Sai guidare?”
“Guidare?”
“Un’automobile”
“No”, dissi. “Non lo so fare”
“Ieri durante la preghiera abbiamo ricevuto una parola del Signore su di te. È importante che impari a guidare”.
“Per quale motivo?”, chiesi. “Sicuramente non avrò mai una macchina mia”
“Andrew”, disse il signor de Graaf pazientemente, come se si rivolgesse a qualcuno con difficoltà di apprendimento, “non sto argomentando sulla logica del caso, ti sto solo trasmettendo il messaggio”.
Malgrado l’indecisione iniziale, fratello Andrew riuscì a distinguere la chiamata del Signore in quel messaggio, e imparò a guidare. Sembrava una completa perdita di tempo, uno spreco illogico delle sue risorse, ma obbedì alla chiamata del Signore. Dopo aver preso la patente, saper guidare risultò fondamentale per il futuro della sua missione, che portò la parola del Vangelo a migliaia di persone nel blocco comunista europeo.
Mi piace pensare alla risposta che il signor de Graaf diede a fratello Andrew quando questi lo interrogò sul significato dello strano messaggio del Signore: “Questa è l’emozione dell’obbedienza”, gli disse, “scoprire dopo qual era il progetto nella mente di Dio”.
Ovviamente non possiamo accostarci di più a Dio imitando le azioni di altri, ma possiamo trovare esempi come questi che ci aiutino a riflettere sul nostro progresso spirituale. Spero che vi siano serviti come sono serviti a me.
A cura di Redazione Papaboys fonte Aleteia 
Art. originale su pildorasdefe.net (trad. dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti)