lunedì 9 novembre 2015

PICCOLI PASSI POSSIBILI


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La fede luminosa di Chiara Corbella al President il 26 novembre
“Noi non ci sentiamo affatto coraggiosi, perché in realtà l’unica cosa che abbiamo fatto è stata dire: «Sì», passo per passo”.
In questa frase di Chiara Corbella è forse espressa meglio che in qualunque altra il senso della toccante vicenda umana di questa donna di Roma: sposata con Enrico Petrillo, Chiara è morta per tumore nel giugno 2012, a soli 28 anni, dopo aver perso due figli e aver dato alla luce il terzo, il piccolo Francesco. Una storia, quella di questa giovane, che tuttavia, a dispetto di tutti i criteri umani, non porta in sé nulla di triste, ma è attraversata da una grande gioia di vivere e da una fede salda, coinvolgente, tutta vissuta sull’esempio di Maria, colei che disse il suo “sì” a Dio.
La luminosa testimonianza di Chiara sarà raccontata dai genitori Roberto e Anselma nella serata “Siamo nati e non moriremo mai più, organizzata da il Nuovo Giornale e dal Forum provinciale delle associazioni familiari giovedì 26 novembre alle ore 21 al cineteatro President (via Manfredi, Piacenza).
Sarà un’occasione per prepararci all’Anno della misericordia, con l’aiuto del vescovo mons. Gianni Ambrosio che salirà sul palco del President insieme ai Corbella. Ma anche per parlare, a partire da Chiara e da alcuni testimoni vissuti sul nostro territorio, di quelli che Papa Francesco, all’Angelus del 1° novembre scorso, ha definito i santi “della porta accanto”. Nell’occasione, verrà presentata la nuova collana “Il centuplo quaggiù e l’eternità” che il Nuovo Giornale promuove nell’Anno della misericordia.
“Per quel poco che ho capito in questi anni – scriveva Chiara col marito Enrico in una lettera rivolta al figlio Francesco per il suo primo compleanno – posso solo dirti che l’Amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto d’amore, viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio. Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti ad imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti. L’amore ti consuma ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo”.
Leggi l’articolo a pagina 15 dell’edizione di venerdì 6 novembre 2015.

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