giovedì 26 febbraio 2015

FEDE

IL COLIBRI E IL LEONE

NEWSLETTER 19 FEBBRAIO 2015



Newsletter 19 febbraio 2015

Cari amici,la Quaresima è un tempo di preghiera e di penitenza che prepara alla pace della Pasqua. Occorre affrontarlo con lo stesso spirito di Gesù nel deserto, per uscire vittoriosi nella lotta contro il diavolo.
Al primo posto ci deve essere la preghiera che deve essere un incontro con Dio nel proprio cuore.
Occorre ravvivare la preghiera personale e in famiglia e partecipare con più assiduità ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, che sono fonti indispensabili di grazia.
Poiché siamo peccatori, dobbiamo fare penitenza per i nostri peccati.
La Chiesa per il tempo di Quaresima ci propone l’astinenza e il digiuno. Ognuno poi può scegliere le proprie rinunce e i propri sacrifici nel corso ordinario della giornata.

Siamo tenuti contemporaneamente sia al digiuno che all'astinenza dalla carne due volte l'anno, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo.
Siamo tenuti alla sola astinenza dalle carni in tutti e singoli i venerdì di Quaresima, purché non coincidano con un giorno annoverato tra le solennità dal calendario liturgico. L'obbligo del digiuno inizia a 18 anni compiuti e termina a 60 anni incominciati; quello dell'astinenza inizia a 14 anni compiuti.
La regola del digiuno obbliga a fare un solo pasto durante la giornata, ma non proibisce di fare una seconda refezione leggera. L'acqua e le medicine sia solide sia liquide si possono assumere liberamente.
La regola dell'astinenza dalle carni non proibisce di consumare pesce, uova e latticini, ma proibisce di consumare, oltre alla carne, cibi e bevande che ad un prudente giudizio sono da considerarsi come particolarmente ricercati o costosi.
La Regina della Pace a Medjugorje chiede il digiuno a pane e acqua ogni Mercoledì e Venerdì dell’anno da mezzanotte a mezzanotte, non solo come ascesi personale, ma anche per fermare le guerre e avere il dono della pace.
Nel suo messaggio Papa Francesco ha richiamato anche al dovere della carità, che in questo tempo di grazia dobbiamo intensificare verso i fratelli nel bisogno.
Il cammino verso la Pasqua di Resurrezione culmina nelle celebrazioni della Settimana Santa e nella Confessione e Comunione pasquali.
Buona Quaresima!
Vostro Padre Livio


ADORAZIONE  - VIA CRUCIS


S.RITA
MERCOLEDI e
VENERDI ..............ORE 18,00 
VIA CRUCIS

GIOVEDI ...............ORE 18,00
ADORAZIONE

..........................................................................

S.ANTONINO - CAPPELLA SACRA SPINA

VENERDI ..............ORE 17,00
VIA CRUCIS

PRIMI GIOVEDI DEL MESE ORE 17,00
ADORAZIONE 

Tra le tue braccia - Intervista a una monaca di clausura

dal 9° minuto
noi e dio
il problema è che noi siamo lontani da noi stessi
e non riusciamo a fermarci
...perchè questo costa fatica


Newsletter 26 febbraio 2015


Newsletter 26 febbraio 2015
Cari amici,
l’invito della Regina della Pace, nel messaggio del 25 Febbraio, è di vivere il tempo di grazia della Quaresima nel silenzio e nel raccoglimento della preghiera.
“Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito tutti: pregate di più e parlate di meno”.
La Madonna sa che perdiamo tanto tempo della nostra giornata in chiacchiere spesso inutili e a volte anche dannose. Lei vuole che troviamo il tempo, all’interno della nostra giornata, per parlare con Dio e per ascoltare la Sua Parola.
Le chiacchiere umane stancano e svuotano. Il colloquio con Dio nella preghiera riaccende nel cuore il fervore e infonde la forza sulla via del bene.
“Nella preghiera cercate la volontà di Dio e vivetela secondo i comandamenti ai quali Dio vi invita”.
La Madonna ci esorta a pregare cercando di conoscere la volontà di Dio, da compiere giorno per giorno, in modo tale che la nostra vita sia conforme ai Suoi comandamenti. La preghiera, quando è fatta col cuore, trasforma la vita e la mette al servizio della divina volontà.
Dicendoci ancora una volta: “Io sono con voi e prego per voi”, la Regina della Pace ci richiama all'inestimabile grazia della Sua presenza, per così tanto tempo e con così grande amore, come mai più accadrà nella storia dell’umanità. La presenza della Madre è motivo di speranza e di conforto per tutti i suoi figli in questi tempi di prova.
Dipende da noi che questa Quaresima sia un tempo di grazia e una benedizione per la nostra vita.
Vostro Padre Livio

santa caterina - ...PENSA A ME

parli??




cerco di trattenermi il più possibile!!!

il cuore che soffre

terra di maria - riccardo

felicità

il cuore da scuotere

steve jobs - il nostro tempo

francesco - sii fiamma

il silenzio

madre teresa - la nostra coscenza è morta??

l'uomo che cade

coco chanel - gli occhi





Questi occhi sono di Gesù, 

...ed ogni tanto anche i nostri


...ed in questo ultimo caso


ringraziamo...perchè tutto è grazia

lasciati guidare

Senza figli non c’è crescita. Diamo uno stipendio ad ogni mamma!



Tutti, in Italia e in Europa, parlano di crescita, ma senza figli non c’è crescita, c’è un popolo che muore di vecchiaia. In Italia la situazione è gravissima. L'ultimo report dell'ISTAT ha sentenziato che, per il quinto anno consecutivo, le nascite in Italia sono diminuite, attestandosi a 514 mila nel 2013. Ancora una volta il minimo storico. Al medesimo tempo la propensione ad avere figli scende ulteriormente a 1,39 figli per donna, accentuando il divario con la media europea di 1,58.
Ma ciò che più preoccupa è l'accelerazione della denatalità: ogni anno la situazione peggiora. Gli studiosi parlano di “trappola della natalità”: un circolo vizioso in cui sempre meno donne hanno sempre meno bambini. La misura del bonus bebè prevista dal Governo Renzi è insufficiente: 80 euro al mese servono a comperare al massimo qualche confezione di pannolini.
È ora di smetterla con l'elemosina alla famiglia! 
Solo riconoscendo alla famiglia, e alla mamma in particolare, il valore anche economico del mettere al mondo e accudire i figli nella fase più delicata della loro vita, si potrà ridare fiducia alle famiglie e far ripartire le nascite. Uno stipendio in più in famiglia, gestito dalle mamme, sarà utilizzato per le cose necessarie e farà ripartire anche un’economia sana perché legata ai bisogni essenziali della famiglia.
LA PROPOSTA
Un assegno mensile di 800€ per i primi 3 anni di vita del bambino, al fine di dare un sostegno efficace alle famiglie, e di garantire ad ogni mamma il diritto di crescere il proprio bambino.
COSTI E RISORSE
L’assegno andrebbe erogato alle mamme che hanno un reddito familiare sotto una certa soglia ISEE e residenti in Italia da almeno 3 anni.
Il costo, stimato intorno ai 14 miliardi di euro all’anno, potrà essere coperto:

- 3 miliardi: da erogazioni attuali dell’INPS a favore della maternità.
I trattamenti economici a favore della maternità ammontano nel 2013 a circa 3 miliardi. Questo importo potrebbe andare a finanziare lo stipendio alle mamme, in modo da evitare sovrapposizioni tra i due contributi.
- 5 miliardi: da rimodulazione Bonus 80 euro. In un’ottica di sostegno alla natalità si potrebbero escludere dal bonus i single e le coppie senza figli a carico, che attualmente sono circa la metà dei beneficiari. In questo modo si recupererebbero circa 5 miliardi di Euro.
- 1 miliardo: taglio dei costi della politica. Secondo un rapporto UIL del dicembre 2013 i  costi della politica in Italia ammontano a 23,2 miliardi, pari all’1,5% del PIL. Una spesa superiore alle politiche a sostegno della famiglia, pari all’1,2% del PIL. Basterebbe anche solo un taglio agli stipendi dei parlamentari e dei consiglieri regionali per recuperare agevolmente almeno 1 miliardo.
- 5 miliardi: tassazione delle transazioni finanziarie. Oggi sono tassate le rendite finanziarie, cioè il guadagno dato dal possesso del bene finanziario, e non le transazioni finanziarie. Si stima che introducendo la tassazione di ogni transazione finanziaria con un'aliquota dello  0,05% si potrebbero recuperare almeno 5 miliardi di euro.

Danielle Rose Shelter your Name

MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE 25/02/2015



MESSAGGIO DELLA 

REGINA DELLA PACE 25/02/2015

"Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito tutti:


pregate di più e parlate di meno. Nella preghiera

cercate la volontà di Dio e vivetela secondo i

comandamenti ai quali Dio vi invita. Io sono con voi e 

prego con voi. Grazie per aver risposto alla mia 

chiamata. "

mercoledì 25 febbraio 2015

L'AMORE REALE E' INDISPONIBILE ALLA FORZA Jonah Lynch commenta The Social Network_Online Version



DAL 6° MINUTO
LA RAGAZZA DI ZUCKELBERG

L'AMORE REALE E' INDISPONIBILE ALLA FORZA
E SI OPPONE ALL'IMMAGINE DI RIDUZIONE 
CHE UN'ALTRO VORREBBE FARE

QUINDI QUANDO INCONTEREMO DIO 
...NON PENSIAMO DI CAVARCELA 
DICENDO IO HO FONDATO FACEBOOK
IO HO TIRATO SU UNA BELLA DITTA
...MA LA DOMANDA E' SEMPRE QUELLA 
...TI CHIEDERA' GESU' SE HAI AMATO

...E LA PAROLA AMORE 

...CIOE' QUELLO CHE NOI CONSIDERIAMO AMORE
E' QUELLO CHE CONSIDERA DIO COME AMORE??






lunedì 23 febbraio 2015

20 febbraio 2015 - messaggio a ivan




“Cari figli! 
Oggi vi invito a pregare per la pace; 
la pace è messa a rischio.
Pregate di più, pregate col cuore! 
La Madre prega con voi ed intercede 
presso suo Figlio per tutti voi. 
Grazie cari figli per aver anche 
oggi risposto alla mia chiamata"

*** MEDJUGORJE : 
MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE 

a IVAN- 20 febbraio 2015 ***

famiglia

la vita

...è scomodo vivere con...

dio aiuta...sempre!!!

you don't believe in miracles?



viviamo su un pianeta blu 
che ruota intorno a una palla di fuoco 
accanto a una luna che muove il mare, 
e non crede nei miracoli?


io sono samuele


Ciao a tutti,
io sono Samuele. Sono nato lunedì 9 Febbraio alle 14.47. Vi scrivo perchè ho avuto il tempo di incontrare pochi di voi, ma sono sicuro che tutti i presenti mi avrebbero voluto bene se ci fosse stata l'occasione di conoscerci.
Intanto dato che da quassù vi vedo, vi chiedo di farmi un sorriso.. Dai su, via quelle facce da funerale! L'umorismo l'ho, evidentemente, preso dal papà, x cui per qualsiasi tipo di rimostranza andate da lui.
Vi volevo raccontare la mia storia, perchè sono stati 8 mesi molto lunghi ed impegnativi.
Ho deciso di far arrabbiare fin dall'inizio, giusto per portarmi avanti perchè non si sa mai. Papà e mamma hanno scoperto della mia esistenza 2 giorni prima di partire per le vacanze in Egitto, x cui hanno dovuto disdire il viaggio per evitarmi problemi... Papà ha bofonchiato qualcosa sul "detrarre il costo della vacanza dalla mia paghetta, ma io ci credo poco".
I nonni e gli zii erano felicissimi, sono fioccati baci, abbracci e brindisi... Io avrei assaggiato volentieri un po' di spumante o qualche aperitivo, ma mi è stato categoricamente vietato... Che cattiveria! Mi rifarò a 16 anni, di nascosto. So che il papà ha della sambuca nel mobile della cucina.
Il tempo passava tranquillo, non è che dentro la pancia della mamma ci sia molto da fare... Qualche calcetto all'intestino, un pugno allo stomaco e una dormita, ecco come è la mia giornata tipo. Che noia! Fino a quando non siamo arrivati al 22 Ottobre. La mamma era molto agitata perchè quel giorno era molto importante per lei: alle 9 c'era la visita morfologica, x cui per la prima volta mi avrebbero visto, mentre alle 11 avrebbe discusso la sua tesi, che iniziava raccontando la storia di un bambino che si chiama come me.
Papà e mamma erano proprio belli quella mattina, la mamma soprattutto, nel suo bel vestitino nuovo e con i capelli tutti belli curati. Sui seggiolini di ginecologia erano tutti agitati, anche io mi muovevo un sacco. Mi ricordo che la mamma diceva "Ecco, senti come si muove.. Questo bambino è un farabir proprio come te!" e il papà rispondeva "Meglio farabir come me che legalista come te... L'importante è che abbia preso il mio naso e non il tuo!". Ridevano e scherzavano tantissimo, io intanto cercavo di mettermi in posa, per farmi vedere al meglio.
La visita è iniziata un po' in ritardo. Ho sentito tanto freddo quando hanno versato il gel sulla pancia della mamma. La sonda si è mossa un po', ha premuto sulla pancia e quasi mi veniva addosso. Poi il silenzio. L'infermiera ha chiesto + volte alla mamma se avesse perso il liquido. Il papà nel frattempo stava per svenire... Le infermiere lo volevano mandare al pronto soccorso, ma lui ha risposto perentorio "Qui ci sono mia moglie e il mio bambino, non esco da queste stanza per nessuna ragione al mondo". Alla fine hanno trovato un compromesso, e hanno fatto sedere il papà su una sedia in prossimità dell'ecografo. La visita è proseguita, un dottore che sapeva di fumo lontano 1 km ha detto che i miei reni non si erano formati, ed ha consigliato + volte ai miei genitori di avvalersi della legge 194. Siamo usciti dicendo che saremmo tornati di li a 2 giorni. Mamma e papà sono scoppiati in lacrime e si sono abbracciati forte forte. Insieme hanno subito deciso che loro non avrebbero mai ucciso il loro bambino, e che in ogni caso mi avrebbero accudito fino alla fine. La visita seguente lo hanno detto al dottore fumatore ed hanno deciso di cambiare ginecologo. Sono pienamente d'accordo "Se devo fumare lo voglio fare per mia scelta e per fare un dispetto a mamma e papà, non perchè me lo fa fare un estraneo mentre sono così piccolo".
I mesi passavano tranquilli qua dentro, mamma e papà mi coccolavano sempre. Mi hanno anche preso un carillon, per cullarmi nei momenti di nanna. Il papà mi leggeva la Bibbia per bambini tutte le sere... Oddio, non proprio tutte tutte le sere, però gli voglio far fare bella figura... Devo riguadagnarmi la paghetta che mi vuole togliere per via dell'Egitto... Tutte le sere dicevano una preghierina per me e per il mio angioletto. Io ero felice di tutte queste attenzioni, per cui lo facevo sapere scalciando nella pancia della mamma.
Poi è arrivato il parto, tante urla, tanto movimento, ma in realtà me lo aspettavo peggio. Secondo me le mamme lo dipingono + tragico di quanto sia davvero. Mi hanno subito portato in un'altra stanza e mi hanno messo un tubo in bocca, per aiutarmi a respirare. Alla fine i medici ci avevano visto giusto: il mio problema ai reni ha fatto si che non si sviluppassero nemmeno i polmoni, x cui senza quel tubo non potevo sopravvivere. Il papà è stato il primo a venirmi a trovare, ho riconosciuto la sua voce anche se non era felice e calma come quando mi leggeva le storie. Mi ha fatto tante coccole, ma lo ho sentito piangere molto mentre gli parlavano della mia situazione. Aveva addirittura il naso che colava... Che figura che mi ha fatto fare con le infermiere... Ce ne era anche una tanto carina!
+ tardi è arrivata anche la mamma, che mi ha preso in braccio. Sentire il suo cuore mi ha riportato a quando ero nella sua pancia e mi riempiva di carezze. Ho visto anche i nonni dietro le loro spalle ed un sacerdote che mi ha bagnato la fronte e mi ha battezzato. Io non ho capito molto bene cosa stesse facendo, però so che subito dopo ho sentito la vocina di Gesù che mi parlava vicino al cuore.
Dopo un sacco di tempo mi hanno rimesso nella culla e la mamma è scesa in reparto perchè aveva bisogno di riposare e coricarsi un attimo. Che forte la mia mamma, dopo solo 2 ore dal parto era già in piedi per venire da me! Una dottoressa molto gentile mi ha fatto compagnia, così non sono rimasto mai da solo! Al mio fianco avevo anche la mia pezzolina, che mamma e papà avevano tenuto nel lettone per lasciarci il loro profumo.
Verso le 21.30 ho iniziato a sentirmi stanco, una voce mi chiamava e diceva che era giunto il mio momento. Io però volevo prima rivedere e salutare la mia mamma ed il mio papà. Per fortuna poco dopo sono arrivati. Ero molto stanco, facevo fatica a tenere gli occhietti aperti ma l'ultima immagine della mia mente è il volto del mio papà, sorridente e rigato dalle lacrime, mentre la mia mamma mi teneva in braccio.
Ci tenevo a farmi conoscere da tutti voi, perchè da lassù vi vedo e pregherò per tutti coloro che mi vogliono bene e vogliono bene alla mia mamma ed il mio papà.
Ora vi saluto, io e il cuginetto Marco dobbiamo andare perchè la bisnonna Rina ha preparato la merenda. Poi devo lavorare il legno col bisnonno Enzo. Io non sono molto portato, ma lui mi ha detto che il papà era molto bravo, x cui devo fare pratica così un giorno gli mostrerò le mie opere. Al pomeriggio farò un giro sul camion dello zio Gianni, una partitella a calcio con lo zio Ermanno ed infine un giretto in canoa con lo zio Bruno. Domani andrò a conoscere il resto dei parenti, con la zia Marta e lo zio Samuele in testa.
Ciao mamma e papà, quassù non è male come può sembrare, anzi! Mi dispiace se la mia assenza vi fa piangere così tanto, ma io sono sempre con voi. C'è un momento quando non state dormendo ma non siete nemmeno svegli, io sarò sempre lì e lì vi vorrò sempre bene. Grazie per avermi fatto nascere e per avermi battezzato, ora sono un bambino a tutti gli effetti ed un angelo di Dio.
Ciao a tutti voi presenti, state vicino alla mia mamma ed al mio papà come avrei fatto io se avessi avuto + tempo per stare con loro...
Grazie a tutti per essere qui x me. Vi abbraccio.
Con affetto,
Samuele

https://www.facebook.com/fabio.bordonali?fref=photo

bruno ferrero - chi ama

blondel - il massimo



 «Il massimo dell’azione 
è la contemplazione». 

Blondel

venerdì 20 febbraio 2015

padre livio - quaresima


Newsletter 19 febbraio 2015

Cari amici,la Quaresima è un tempo di preghiera e di penitenza che prepara alla pace della Pasqua. Occorre affrontarlo con lo stesso spirito di Gesù nel deserto, per uscire vittoriosi nella lotta contro il diavolo.
Al primo posto ci deve essere la preghiera che deve essere un incontro con Dio nel proprio cuore.
Occorre ravvivare la preghiera personale e in famiglia e partecipare con più assiduità ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, che sono fonti indispensabili di grazia.
Poiché siamo peccatori, dobbiamo fare penitenza per i nostri peccati.
La Chiesa per il tempo di Quaresima ci propone l’astinenza e il digiuno. Ognuno poi può scegliere le proprie rinunce e i propri sacrifici nel corso ordinario della giornata.
Siamo tenuti contemporaneamente sia al digiuno che all'astinenza dalla carne due volte l'anno, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo.
Siamo tenuti alla sola astinenza dalle carni in tutti e singoli i venerdì di Quaresima, purché non coincidano con un giorno annoverato tra le solennità dal calendario liturgico. L'obbligo del digiuno inizia a 18 anni compiuti e termina a 60 anni incominciati; quello dell'astinenza inizia a 14 anni compiuti.
La regola del digiuno obbliga a fare un solo pasto durante la giornata, ma non proibisce di fare una seconda refezione leggera. L'acqua e le medicine sia solide sia liquide si possono assumere liberamente.
La regola dell'astinenza dalle carni non proibisce di consumare pesce, uova e latticini, ma proibisce di consumare, oltre alla carne, cibi e bevande che ad un prudente giudizio sono da considerarsi come particolarmente ricercati o costosi.
La Regina della Pace a Medjugorje chiede il digiuno a pane e acqua ogni Mercoledì e Venerdì dell’anno da mezzanotte a mezzanotte, non solo come ascesi personale, ma anche per fermare le guerre e avere il dono della pace.
Nel suo messaggio Papa Francesco ha richiamato anche al dovere della carità, che in questo tempo di grazia dobbiamo intensificare verso i fratelli nel bisogno.
Il cammino verso la Pasqua di Resurrezione culmina nelle celebrazioni della Settimana Santa e nella Confessione e Comunione pasquali.
Buona Quaresima!
Vostro Padre Livio

OGGI E' VENERDI'

Salvador Dalì, Cristo di san Giovanni della Croce, 1951

Vi ricordo che oggi è venerdi
(Recitata 33 volte il Venerdì Santo, 
libera 33 Anime del Purgatorio, 
Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. 
venne confermata dai Papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI).

PREGHIERA:
Ti adoro, o Croce Santa,
che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore,
coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue.
Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me.
Ti adoro, o Croce Santa,
per amore di Colui che è il mio Signore.
Amen.


giovedì 19 febbraio 2015

COMUNITA CENACOLO

IL VENTO E LO SPIRITO

STASERA GIOVEDI ORE 20,30 ADORAZIONE




S.ANTONINO

STASERA GIOVEDI

GRUPPO MEDJGORIE
CAPPELLA DELLA SACRA SPINA
ORE 20,30

ROSARIO
MESSA
ADORAZIONE

...BELLISSIMOOOOO!!!

DON DIVO BARSOTTI - ma tu ti lascia amare??



Sentiamoci amati perché lo siamo realmente e lasciamoci amare. Tutti chiediamo l'amore, tutti vogliamo essere amati; e perché noi respingiamo l'amore che Dio ha per noi? E perché non vogliamo credere a questo amore infinito? Quali ostacoli abbiamo in noi per non accettare di essere amati ? Sì,miei cari fratelli, perché noi non crediamo alla gratuità dell'amore, noi crediamo che Dio ci ami per quello che siamo e se Dio dovesse amarci per quello che siamo, non ci amerebbe mai, ma Egli ci ama per quello che Egli è, ed Egli è infinito. Non per quello che siamo, ma per quello che Egli è.


"Fede! abbiate fede! Dio è medico e medicina" san Leopoldo Mandic
LASCIAMOCI AMARE DA DIO
Don Divo Barsotti
Quello che noi dobbiamo fare quello che Egli si aspetta da noi è che noi veramente ci apriamo ad accogliere il suo amore incarnato. Quello che dobbiamo fare è di lasciarci amare,di abbandonarci alla forza di questo amore infinito che solo può travolgere tutti i nostri ostacoli, solo può dilatare la nostra anima nella misura della sua carità, che solo può trasformare la nostra anima e farla esempio vivente di Dio.
Ecco la consegna che io vi do stamani. Miei cari fratelli, lasciamoci amare da Dio!
Sentiamoci amati perché lo siamo realmente e lasciamoci amare. Tutti chiediamo l'amore, tutti vogliamo essere amati; e perché noi respingiamo l'amore che Dio ha per noi? E perché non vogliamo credere a questo amore infinito? Quali ostacoli abbiamo in noi per non accettare di essere amati ? Sì,miei cari fratelli, perché noi non crediamo alla gratuità dell'amore, noi crediamo che Dio ci ami per quello che siamo e se Dio dovesse amarci per quello che siamo, non ci amerebbe mai, ma Egli ci ama per quello che Egli è, ed Egli è infinito. Non per quello che siamo, ma per quello che Egli è.
Lasciamoci amare da Dio! Egli nell'amore suo ci trasformerà e ci farà veramente amare, anche noi, come da Lui siamo amati. Ecco, con queste parole che possono iniziare il nostro pellegrinaggio, iniziamo anche la Liturgia del Sacrificio, offrendoci al Signore perché Egli ci prenda e ci trasformi come avviene del pane e del vino che rappresentano il nostro lavoro e noi stessi. Mettiamoci anche noi sulla patena, mettiamo la nostra vita, mettiamo l'essere nostro, mettiamo il nostro passato, mettiamo il nostro avvenire. Le parole della Consacrazione trasformino anche noi nel Cristo, come si trasforma il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo.
(Introduzione alla S. Messa nella Cappella di S. Leopoldo Mandic Padova 09/07/1984 )

mercoledì 18 febbraio 2015

dio e ...le mamme



«Dio è un papà 
che ama come una mamma».

Bambino del catechismo

in difesa dello studio Sullins



l'ultima frase dfell'articolo 
...che mi sono letto tutto!!!
articolo 661 del codice penale:
abuso della credulità popolare.

In difesa dello studio Sullins

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«In assenza di certezze scientifiche o dati di esperienza, costituisce mero pregiudizio la convinzione che sia dannoso per lequilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale». Era quanto il tribunale dei minori di Bologna metteva nero su bianco per respingere l’appello del PM contro il decreto di affido di un minore ad una coppia omosessuale.
Se è sempre illusoriamente improprio parlare di “certezze scientifiche”, tanto più in scienze deboli come la medicina, la psicologia e la sociologia, tuttavia il quadro che progressivamente si va delineando dai risultati della ricerca sui minori e la struttura familiare è questo: i bambini stanno meglio quando vivono con il loro padre e la loro madre. L’altro dato che sempre più assume solidità è questo: i bambini che crescono in famiglie dove le figure parentali appartengono allo stesso sesso, manifestano condizioni peggiori nell’ambito della salute e della performance. L’ultima pietra posta nell’edificio scientifico giunge dal British Journal of Education, Society & Behavioural Science. L’autore della ricerca, Donald Paul Sullins, ha utilizzato come campione il National Health Interview Survey (NHIS), un dataset che con le sue 75.000-100.000 interviste all’anno condotte su un campione rappresentativo di famiglie, costituisce una delle fonti primarie d’informazioni sulla salute degli americani. Per ciascuna famiglia intervistata viene scelto in modo casuale un figlio riguardo al quale gli adulti sono invitati a fornire le informazioni richieste. In questo studio sono state esaminate le risposte ottenute in 17 anni (1997-2013) da 1.390.999 adulti che hanno fornito informazioni su loro stessi e su 207.007 minori. La metodologia dello studio ha consentito di identificare 2.751 coppie dello stesso sesso (2,304 conviventi e 447 sposate; 1.387 maschili e 1.384 femminili. Tra queste, 582 coppie (406 femminili e 176 maschili) avevano dei figli minorenni a casa, per un totale di 512 bambini e ragazzi che vivevano in case dove gli adulti erano legati da vincoli omosessuali. Èstata esplorata la presenza di eventuali problemi emotivi, comportamentali o relazionali attraverso l’uso combinato di due procedure distinte. Le variabili di cui è stato tenuto conto sono state il sesso, l’età, la razza dei bambini, la scolarità dei genitori, il reddito familiare, eventuali episodi di bullismo di cui sono stati vittime negli ultimi sei mesi, la proprietà o meno della casa, la presenza di disturbi mentali tra i genitori. I risultati del lavoro di Sullins mostrano che la probabilità di problemi psicologici risulta due-tre volte maggiore tra i bambini e i ragazzi che vivono con genitori omosessuali; 8 dei 12 parametri psicometrici indagati sono risultati deteriorati. Il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD) mostrava incidenza più che doppia, i disturbi dell’apprendimento erano più frequenti del 76%, i medici di medicina generale erano stati interpellati per problemi psichici dei minori con una frequenza due volte e mezzo più elevata. La proprietà o meno della casa, gli episodi di bullismo e la presenza di seri disturbi mentali tra i genitori risultavano incrementare il rischio di problemi emotivi e comportamentali tra i figli di coppie gay, mentre i legami biologici tra minore ed adulti sono risultati l’elemento preponderante nella spiegazione delle differenze tra minori in coppie etero od omosessuali. Tra i figli biologici di coppie eterosessuali sposate l’incidenza di disturbi psico-affettivi èinfatti risultata del 4,3% contro il 7,1% dei figli dell’intero gruppo di genitori eterosessuali e il 14,9% dei minori che vivono con adulti omosessuali, tra cui “non c’ècorrispondente gruppo di bambini con un livello parimenti basso di problemi emotivi”, quindi anche quelli che vivono con omosessuali sposati. Contrariamente a quanto da qualcuno già messo in giro, i figli con genitori dello stesso sesso risultavano infatti avere maggiori problemi non solo dei figli con genitori eterosessuali sposati, ma anche di quelli adottivi, conviventi e persino single (triplo considerando i cofattori e del 50% maggiore inserendo i legami biologici, a indicazione, secondo il professor Sullins, che la struttura familiare è significativa nella misura in cui essa riflette principalmente i legami biologici). Come ogni studio trasversale anche lo studio di Sullins non è in grado di spiegare le cause, ma è già significativo evidenziare l’associazione di famiglia biologica integra con migliore condizione dei figli da una parte e genitorialità omosessuale con peggiore stato dei minori dall’altra. Un altro limite consiste nella rilevazione indiretta attraverso i genitori delle condizioni dei bambini, elemento questo che verosimilmenteè assai meno rilevante in un campionamento randomizzato come quello dello studio di Sullins rispetto agli studi non randomizzati. Com’era prevedibile lo studio è già stato messo nel mirino della gioiosa macchina da guerra arcobaleno. L’autore è un prete cattolico e pertanto lo studioè viziato, hanno detto. Se si vuole sostenere che un sacerdote non possa essere qualificato a svolgere una ricerca scientifica, allora chi lo fa dovrebbe essere disposto a considerare inattendibili le leggi sulla trasmissione genetica e il big bang, notoriamente frutto della mente del Monaco agostiniano Greg Mendel e del sacerdote Georges Edouard Lemaître (per un’ampia rassegna di scienziati religiosi si legga “Scienziati in tonaca” di Francesco Agnoli e Andrea Bartelloni, Lindau, 2013). Il professor Sullins ha pubblicato decine di studi sociologici su riviste peer review ed è referre per numerose riviste scientifiche tra cui l’American Journal of Sociology, la più antica rivista di sociologia d’America, collegata al dipartimento di sociologia della Chicago University e l’American Sociologica Review, organo ufficiale dell’associazione dei sociologi americani. Se invece si ritiene la fede religiosa un conflitto d’interesse insanabile, allora a seguirlo i preti non dovrebbero parlare di teologia e gli ateologi di ateologia. Ed è un argomento che si presta ad un rovescio: la richiesta di rivelare l’orientamento e le pratiche sessuali da parte di tutti i ricercatori che affrontino l’argomento dell’omosessualità, o la propria posizione ideologica, tanto più in un ambito come quello sociologico dove, secondo il vice-cancelliere della Chapman University, Richard Redding, i ricercatori progressisti sono 8-30 volte piùnumerosi dei conservatori. Della professoressa Charlotte Patterson, docente del dipartimento di psicologia dell’Università della Virginia, sappiamo invece che nelle 25 pagine di curriculum vitae pieno zeppo di attestati, incarichi e premi, non c’è traccia della sua omosessualità dichiarata durante l’interrogatorio in un processo in Florida, non c’ètraccia della sua ammissione davanti alla corte che le proprie ricerche erano viziate dall’impiego come campione di amici omosessuali (un campione sicuramente neutro), non c’ètraccia del suo rifiuto di consegnare la copia della documentazione originale usata per le proprie ricerche nédell’esclusione dei suoi studi decisa dalla corte d’accordo con i suoi stessi avvocati. Eppure gli stessi lavori della professoressa Patterson sono inclusi numerosi nell’elenco bibliografico dell’American Psychological Association e dell’American Academy of Pediatrics concorrendo a provare che è Okay avere i genitori Gay. Qualcuno ha sollevato obiezioni sulla rivista che ha pubblicato la ricerca, considerata non scientifica. Si tratta in realtà di una rivista peer review con procedura di revisione trasparente inclusa nell’Index Medicus con altre 14 riviste dello stesso editore. Èstato detto che i risultati sono contraddetti da quelli di un’altra ricerca che ha esaminato lo stesso dataset NIHS presentato all’ultima assemblea della Population Association of America. Peccato che in quel rapporto gli autori abbiano preso in considerazione un solo indicatore, lo stato generale di benessere riferito dai genitori. Sarebbe stato sorprendente trovarlo diverso tra i figli delle coppie gay dal momento che si tratta di un parametro che cambia assai poco tra le diverse strutture familiari. Si dice che si dovrebbero controllare situazioni simili: coppie eterosessuali sposate e stabili con coppie omosessuali sposate e stabili e confrontare i rispettivi figli. Piccolo problema: tra i 15.000 soggetti di 18-39 anni esaminati dal professor Regnerus (la cui ricerca ha subito un impressionante tentativo di demolizione, ma è infine stata riconosciuta corretta da un’indagine interna della Texas University e dall’editor della rivista scientifica che l’ha pubblicata, rivelando, ancora secondo il professor Redding, l’esistenza di un “gruppo di pensiero sociopolitico operante nella comunità delle scienze sociali” che spinge a “giocare in modo politicamente sicuro, evitare le domande controverse, pubblicare le conclusioni giuste”), solo 175 hanno dichiarato di avere una madre che ha avuto una relazione omosessuale, di questi solo 85 hanno vissuto con la partner della madre, 31 per meno di un anno, 20 per non più di due anni, 5 per 3 anni e 8 per 4 anni; solo 29 hanno passato almeno 5 anni con la partner della madre e solo due hanno trascorso con essa tutta la minore età fino ai 18 anni. Nessuno ha invece potuto affermare di essere vissuto col padre e col suo partner per tutti i primi 18 anni di vita. L’instabilità è la regola delle unioni omosessuali, la stabilità l’eccezione. I campioni del New Family Structures Study (NFSS), dell’Early Childhood Longitudinal Study (ECLS), dell’US Census (ACS), del Canadian Census e del NHIS confermano ciò che i giudici bolognesi hanno definito un pregiudizio e smentiscono quella montagna di letteratura pseudoscientifica volta ad ottenere fini politici: dimostrare che i figli crescono bene, se non meglio, con due adulti dello stesso sesso. Per comprendere come l’obiettivo sia tecnicamente raggiungibile si deve pensare alla questione come ad una partita di un campionato dove una squadra ha due risultati utili su tre a disposizione. Il pareggio corrisponde al risultato degli studi che concludono che “non c’è differenza”. Per potere dire che non c’è differenza le vie più efficaci sono due: ignorarla, o schivarla. Nel primo caso basta prendere un campione molto piccolo grazie al quale la differenza non può essere vista. Così come potrete affermare che non vi sono batteri in un tessuto in gangrena cercati con strumenti d’ingrandimento usando un binocolo, allo stesso modo quanto più sarà piccolo il campione tanto più potrete celare differenze grandi. Prendo a caso uno dei numerosissimi studi della premiata ditta di normalizzazione omogenitoriale Golombok & Tasker pubblicato su Developmental Psychology nel 1996 e leggo di appena 25 casi e 21 controlli. Il secondo sistema è quello di annullare le differenze selezionando il campione oggetto di studio. Immaginate di volere dimostrare che non esistono bambini di colore in America, cosa ci sarebbe di meglio per raggiungere il risultato che arruolare nello studio solo le famiglie dei membri del Ku Klux Klan? Prendo un altro articolo di Susan Golombok & Co. pubblicato su Child Development del 2013 e leggo di “gruppi di supporto per famiglie adottive gay e lesbiche che hanno fornito informazioni per la ricerca dei loro membri”. Il celebrato studio australiano ACHESS (Australian study of child health in same-sex families) che tanto ha eccitato la fantasia di Roberto Saviano circa una presunta superiorità della genitorialità omoparentale, è stato condotto proprio con questa modalità di arruolamento. Quando leggete negli studi le parole “snowball sampling” o “convenience sample” potete essere certi che si tratta di questa tecnica. Sommare studi di piccole dimensioni e di infima qualità non conduce ad altro che al cumulo della spazzatura spacciata per una veritàscientifica. Un altro studio appena pubblicato ancora da Sullins sul Journal of Scientific Research & Reports offre convincenti conferme: confrontando tre studi non randomizzati con due studi rappresentativi della popolazione generale è stato dimostrato che mentre nei primi il 79,3% dei parametri esaminati era migliore per i figli delle coppie gay, negli studi randomizzati la percentuale crollava a zero.
A ben vedere dunque ciò che può dire la scienza, quella minimamente seria ed intellettualmente onesta, è che avere una mamma e un papà old style è la situazione migliore che possa sperare un bambino. Il direttore di questo giornale lo sta dicendo in tutta Italia da oltre un anno. Si può dire, deliberare e sentenziare ciò che si vuole, ma la biologia conta. Con il dovuto rispetto, continuare a diffondere idee contrarie pare sempre più roba da articolo 661 del codice penale: abuso della credulità popolare.
17/02/2015

franco nembrini - e i figli suoi e degli altri

La fatica del genitore

Da parte dell’adulto l’educazione comporta sempre un rischio, comporta sempre una misteriosità, un’imprevedibilità, l’impossibilità di dare alcunché per scontato. Il rischio è necessario alla libertà dell’altro, e scommettere tutto sulla libertà è la cosa più difficile e più terribile.
Per questo sentiamo come scorciatoia la regola, se riesco a imporre a mio figlio il rispetto della legge penso di aver svolto il mio compito di educatore; e invece ne ho fatto un burattino, o un inadeguato, uno che osserva le regole ma non ha un criterio suo di libertà, una convinzione sua: lo hai tirato su come un burattino, uno schiavo.
Quella delle regole è un tema diffusissimo che ritrovo spesso nelle le domande che mi sottopongono i genitori. Io vi invito solo a riflettere su questo: Gesù nel Vangelo dice due cose. Quando parla della legge dice che Lui è venuto a liberarci dalla schiavitù della legge e quando poi gli chiedono qual è la regola d’oro della vita, apparentemente in modo banale dice che è l’amore: “Ama Dio”. Cioè “Abbiate un ideale grande nella vita, imparate a riconoscere la grandezza della vostra vita e della vostra persona, che è quella infinita che vi ha dato Dio. Riconoscete questa dipendenza da Dio come dono che vi costituisce, perciò siategli grati e riconoscenti, amate Dio e amate il prossimo come voi stessi”.
Non si può pensare che la vita dell’uomo, così legata al tempo e allo spazio, non abbia bisogno leggi e regole. Viviamo dentro alle leggi. Pensiamo alle leggi fisiche: uno non può permettersi di saltare da cinque metri, perché c’è una legge che si chiama gravitazione per cui quando arrivi giù ti spacchi la faccia.
Viviamo soggetti alla legge; ma la regola deve essere strumento e mai scopo. Noi ci mettiamo una buona intenzione che diamo per scontata, e cioè che vogliamo bene ai nostri figli; dopo di che lo scopo della vita diventa che rispettino le regole, e questo è inaccettabile. Se è una sostituzione, il più delle volte inconsapevole, tra lo scopo e lo strumento, è inaccettabile, diventa una guerra di interessi contrapposti. Lo scopo è che il figlio viva e cresca, che venga su in tutta la sua libertà, che abbia anche la libertà di sbagliare, perché è nello sbagliare che ci corregge e che tante volte si prende la misura sulla realtà.
La libertà è una cosa seria. Non è affatto detto che a due genitori santi corrispondano figli santi, perché c’è di mezzo la libertà; vale anche il contrario, per la stessa ragione. Il mistero della libertà, è una cosa così seria che in educazione non si lavora che per questo: per educare la libertà, per salvare la libertà. Una volta mi trovavo a Domodossola, in una assemblea, quando si alza una mamma che scoppia a piangere e racconta di sua figlia con un disagio inenarrabile, una storia di devianza e di droga. Quella donna mi chiedeva quale fosse il punto in cui doveva intervenire con la forza per bloccarla e salvarla, cosa che riteneva parte del suo dovere di madre. Sono rimasto interdetto da una madre che raccontava una pena infinita per una figlia che lei vedeva consumarsi, buttarsi via; per qualche secondo sono rimasto pensieroso, non sapevo bene cosa dirle. Dalle prime file si alza la mano di una suora molto anziana, la quale chiede di rispondere. Racconta di quando portò da don Luigi Giussani una donna che le aveva posto una questione simile, cui nemmeno lei sapeva rispondere, alla quale don Giussani aveva detto che quel punto non esiste, perché se Dio che ha dato suo figlio per noi, se Dio, che ci ama infinitamente di più di quanto noi possiamo immaginare, ci permette di andare all’inferno, non ci salva per forza, allora lei non poteva fare questo con sua figlia. Questa risposta, da quando l’ho sentita sei mesi fa, mi accompagna come una domanda, perciò la riporto in questi termini. 
Occorre lavorarci su per capire che se Dio ci salvasse per forza, contro la nostra libertà, otterrebbe dei burattini, dei gattini, dei cagnolini, ma non degli uomini, non degli uomini liberi. Noi con i nostri figli dobbiamo probabilmente procedere nello stesso modo.
Noi dobbiamo correre questo rischio della libertà, questo rischio terribile di cui parla la parabola del figliol prodigo, la più grande parabola del Vangelo con a tema l’educazione. Quel Padre, che è Dio stesso ha due figli, e il più giovane - forse quello che guardava con più affetto, come spesso accade con il più piccolo - gli dice: “Bravissimo papà, hai fatto tutto perfettamente, ma non me ne importa niente, dammi la parte di beni che mi spetta che vado a spenderli con delle prostitute: voglio buttare via la mia vita, la voglio bruciare, voglio distruggermi”. Quel padre lo lascia andare, permette che il figlio corra fino in fondo il rischio della sua libertà.
Noi tendiamo a leggere male questa parabola perché pensiamo subito che in fondo è finita bene perché il figlio è ritornato a casa sano e salvo! Invece che dramma dev’essere stato! Che cosa deve aver vissuto quel Padre! Eppure Gesù ce lo indica come modello dell’educazione. Che cosa deve aver provato quel padre sentendosi dire “Vado a buttar via la mia vita, voglio andare a vivere con i porci” (che per la cultura ebraica era la cosa più infame, la più degradata, il peggio del peggio). Quel Padre lo lascia andare. Quale reazione avremmo noi? Quasi sempre, una di queste due: la più istintiva, ci arrabbieremmo dicendo: “Come ti permetti, guai a te, tu non esci da questa casa!”, scegliendo per la soluzione autoritaria, con il risultato che così il figlio lo abbiamo già perso (e si può stare sotto lo stesso tetto abitando a distanze siderali: il figlio è perduto lo stesso). Oppure, quella più in voga oggi, il padre che fa l’amico del figlio, che ci pensa su un attimo poi dice: “Vengo anch’io con te, così ti tengo d’occhio, e poi sono giovane, ho avuto anch’io la tua età”. Così il povero figliol prodigo si trova nella bella situazione che siccome suo padre ha venduto tutto per seguirlo, il giorno in cui decide di tornare, perché capisce di avere sbagliato, non sa dove tornare, si alza, e scopre che suo padre è lì con lui. Questo ragazzo si spara, perché gli è stata portata via ogni possibilità di ritorno, ogni possibilità di perdono, è condannato alla disperazione più nera, senza possibilità di tornare. Il padre è venuto meno alla sua funzione di coerenza ideale che lo doveva far rimanere fermo nel suo ruolo, nelle sue scelte. Il Padre del Vangelo è rimasto.
Sant’Agostino scrive: “È il Verbo stesso che ti grida di tornare; il luogo della quiete imperturbabile è dove l’amore non conosce abbandoni”.
Con tutto il dolore, con tutto lo strazio che può avere patito, quel Padre è rimasto. Per anni potrebbe essere salito all’ultima finestra più alta della casa a scrutare l’orizzonte, perché il Vangelo dice che il padre lo vide da lontano tornare; e non dev’essere passata una settimana, avrà passato anni a scrutare l’orizzonte nella disperata attesa che il figlio ritornasse, così lo vede proprio in cima alla collina e gli corre incontro, Lui era lì, era nella sua casa, al posto che aveva scelto per se stesso. E l’essere lì, l’avere mantenuto la casa sulla roccia, l’esserci del padre e della madre è la grande condizione per cui l’educazione possa sperare in un compimento, anche di fronte agli sbagli, ai tradimenti, ai capricci prima, poi ai grandi «no» dell’adolescenza e della giovinezza. Per un figlio la speranza che tutto si compia nel bene tanto atteso è che l’adulto stia, rimanga, che una casa ci sia, che ci sia un perdono. La cosa di cui tutti abbiamo bisogno per vivere è il perdono, è sapere che c’è un posto dove possiamo tornare. Quel Padre ha corso il rischio; e questo non sarà risparmiato a nessuno di noi, né insegnanti né genitori, se vogliamo essere educatori.
Benedetto XVI su questa parabola durante un Agelus in Piazza San Pietro diceva che “solo sperimentando il perdono, riconoscendoci amati di un amore gratuito, più grande della nostra miseria, entriamo finalmente in un rapporto veramente filiale e libero con Dio e soprattutto contempliamo il cuore del Padre”.
C’è una possibilità di sperare del bene nella vita dei nostri figli, un ultimo bene, se si può confidare che alla fine comunque il male non vinca (qualsiasi “no”, qualsiasi negazione, qualsiasi tradimento abbiano perpetrato), ed è guardando il Figlio di Dio sulla Croce quell’uomo che ha assunto su di sé ogni dolore, ogni tradimento, ogni ferita e li ha vinti.
Ci vuole coraggio, perché l’educazione è una di quelle cose che toccano l’intimità della vita adulta, e lasciarsi mettere in discussione su come trattiamo i figli è difficile. E’ una questione che si fatica a condividere anche con gli amici più intimi; però bisogna provarci, bisogna avere il coraggio di farlo.
La prossima sfida è a Roma dove con tanti amici cercheremo di rispondere alle domande sul mistero del dolore che ferisce le nostre vite e quelle dei nostri figli.
17/02/2015