giovedì 30 luglio 2015

GENDER A1

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PROGETTI APPLICATI NELLE SCUOLE ITALIANE
ISPIRATI ALLA TEORIA GENDER E/O ALL'OMOSESSUALISMO
IN FONDO I COLLEGAMENTI

COSA FARE??
SEMPLICE SI VA' A SCUOLA
SI CHIEDE COSA SI FARA' NELL'ANNO SCOLASTICO

LA PAROLA DA DECODIFICARE NEL PIANO FORMATIVO E'
 ...NON ME LE RICORDO PROPRIO !!!

BEH...SI VA A SENTIRE I RELATORI
MAGARI SI PARLA ANCHE CON LORO 
(ALCUNE MAMME LO HANNO GIA FATTO)

E SE LA COSA NON PIACE
SI DECIDE DI NON FARE PARTECIPARE AL CORSO I PROPRI FIGLI

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Centro ricreativo estivo,
gestito dalla Cooperativa
“Systema”, per bambini 4-10 anni

San Benedetto
del Tronto
(Ascoli) -
agosto 2008

Recita teatrale gay: il Principe Azzurro si fa corteggiare dalle
principesse Biancaneve, Cenerentola ed altre; alla fine il principe
sceglie un uomo ammettendo candidamente di essere gay.
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Liceo Scientifico “Galeazzo
Alessi” – terzo anno

Perugia –
aprile 2012

Gruppo Giovani
Omphalos Perugia

Assemblea studentesca avente per oggetto “orientamento sessuale,
identità di genere, bullismo omofobico” e per relatore un esponente
del Gruppo Giovani Arcigay Perugia. Viene messo a disposizione
degli studenti un opuscolo con immagini di una coppia di ragazzi
nudi e una coppia di ragazze nude e consigli pratici per attività
sessuale di tipo omosessuale.

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Scuola materna comunale “Isei colori di Ugo”

Roma
(quartiere
Africano) -
marzo 2013

Cancellate la festa del papà e della mamma per non discriminare i
bambini con famiglie “diverse” (in particolare, omosessuali),
sostituite dalla “festa delle famiglie”.

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direttive per le diverse fasce d’età: da 0-4 anni; 4-6; 6-9; 9-12, 12-
15 e sopra i 15 anni. Quando i bambini hanno 
da 4 a 6 bisognerebbe
già informarli sulle “relazioni omosessuali”, 
e dai 12 anni sulla
“identità di genere”. 
Soprattutto, da 0 a 4 anni, i bambini devono
già sapere di avere il 
“diritto di esplorare le diverse identità di genere” e essere informati 
“sul piacere nel toccare il proprio corpo,e sulla masturbazione infantile precoce”.


http://www.notizieprovita.it/wp-content/uploads/2015/06/Speciale_Dossier_Progetti_Gender_Scuola_ProVita.pdf

mercoledì 29 luglio 2015

25 Luglio, festa di S. Giacomo, Parrocchia di Medjugorje,

Cari amici,

il messaggio della Regina della Pace del 25 Luglio, festa di S. Giacomo, patrono dei pellegrini e della Parrocchia di Medjugorje, è particolarmente forte e coinvolgente.

La Madonna, esprimendo la Sua gioia di essere ancora con noi, ci ricorda che la Sua lunga presenza è un dono di grazia per il quale essere grati. 

Solo nella preghiera possiamo comprendere l’immenso amore della Madre che ottiene da Dio di accompagnarci, con la Sua presenza, il Suo incoraggiamento e i Suoi messaggi, in questo momento difficile per il futuro stesso del mondo.

L’amore della Madre ci dà speranza, perché è più forte delle forze del male che sembrano invincibili. Grazie a questo amore anche noi potremo sperimentare “la gioia in Dio” che trabocca dal cuore di Maria.

Ancora una volta la Madonna ci ammonisce che il tentativo di costruire un mondo senza Dio è destinato al fallimento totale, sia nel tempo che nell’eternità. Il mondo che dà lo sfratto a Dio è senza futuro, senza speranza e senza gioia. E' i
l mondo della menzogna, della disperazione e della morte.

Dobbiamo prendere le distanze da questo orrore, avvicinandoci a Dio e prendendo la decisione radicale di lasciare il male e scegliere il bene, incamminandoci sulla via della conversione.

La Madonna, assicurandoci la Sua presenza, ci invita ad intercedere con Lei, per tutti i nostri bisogni, spirituali e materiali, personali e familiari, della Chiesa e del mondo intero.
Con la preghiera continua, che abbraccia l’intera giornata, uniamoci alla Madonna e alla Sua intercessione.

Da Medjugorje assicuro a tutta la grande famiglia di Radio Maria il mio ricordo costante nella preghiera, in unione con l'intercessione della Regina della Pace.
La preghiera fatta col cuore ha un effetto immediato e fa crescere la grazia, l’amore e la pace nel cuore di chi prega e nel mondo intero.

Vostro Padre Livio


Buona la Scuola se in Libera Scelta

tutti la cercano



La vera felicità proviene da un senso di pace 
ed appagamento interiore che a sua volta 
si ottiene coltivando altruismo, amore, compassione, 
e grazie all’eliminazione di rancore, egoismo e avidità.

(Dalai Lama)

Messaggio 25 luglio 2015 - grazie per aver risposto...

Messaggio 25 luglio 2015
Cari figli,
anche oggi con gioia sono con voi
e vi invito tutti, figlioli, 
pregate, pregate, pregate
perché possiate comprendere
l' amore che ho per voi.
Il mio amore è più forte del male
perciò, figlioli, avvicinatevi a Dio
perché possiate sentire
la mia gioia in Dio.
Senza Dio, figlioli,
non avete né futuro,
né speranza,
né salvezza,
perciò lasciate il male
e scegliete il bene!
Io sono con voi
e con voi intercedo presso Dio
per i tutti vostri bisogni.
Grazie
per aver risposto
alla mia chiamata.

la coscienza e dio

martedì 28 luglio 2015

La verità è una sola – o non è verità.

Evangelizzare con umiltà: 

una sfida per chi fa commenti 

sulle reti sociali

La verità è una sola – o non è verità. 

Il problema è l'arroganza con cui si cerca di difenderla

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“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” ci autorizza e ci spinge a portare la Parola di Dio a tutti, una cosa molto nobile che ogni cattolico deve fare. Al contrario di ciò che può sembrare a prima vista, l'evangelizzazione non è solo predicare e difendere la Bibbia. È molto più di questo è può verificarsi nei gesti più semplici. La Madonna era una casalinga. Madre Teresa agiva molto più di quanto parlava. Si evangelizza nei modi più vari e più semplici della quotidianità.

Anche in questo, purtroppo, esiste la tentazione. La peggiore non è la pigrizia, la mancanza di conoscenza o di coraggio. Ciò che ostacola maggiormente è la mancanza di umiltà: quando la persona arriva a un punto in cui, per stare dalla parte della Verità, assume l'atteggiamento per cui ha sempre ragione mentre chi la pensa diversamente ha sempre torto. In quel momento ha smesso di essere un evangelizzatore.

Ovviamente non esistono due verità: la verità è una sola, o non è verità. Il problema è l'arroganza. Il modo migliore di evangelizzare, e oso dire che sia l'unico che funziona, è essere umili. Papa Francesco dà un bell'esempio di questo. Egli, che dice sempre quello pensa, è di una gentilezza estrema al momento di rapportarsi a persone e problemi. Non accusa nessuno, non offende nessuno, ascolta tutti con la stessa pazienza e la stessa calma e le sue risposte sono ponderate e tranquille. Per questo, si ripercuotono sul mondo intero. Ripete l'esempio di Gesù Cristo, che quando si rapportava ai più grandi peccatori non usava l'atteggiamento “Io ho ragione e tu hai torto”.

Un modo facile per verificare questo tentativo di evangelizzazione arrogante è rappresentato dai commenti delle reti sociali, soprattutto quando in qualche mondo la questione affronta qualcosa relativo alla religione. Non è necessario leggere molti commenti per trovare scambi di accuse e offese. Si percepisce perfino l'intuito di difendere punti chiave, ma quando si superano i limiti dell'umiltà e del rispetto avvengono delle aggressioni. E non è necessario dare spiegazioni teologiche per dimostrare che questo non funziona. Basta pensare al fatto che a nessuno piace essere aggredito.

Evangelizzare è una parte fondamentale della vita cattolica. L'umiltà è un aspetto fondamentale dell'evangelizzazione.



[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

Ludovico Einaudi - Nuvole Bianche

Veniva a confessarsi una signora che viveva una situazione familiare terribile.


Veniva a confessarsi una signora che viveva una situazione familiare terribile.
Il marito la trattava molto male, andava a casa quando voleva e lei riversava il suo affetto sui tre figli. Ma quando i figli crebbero, diventarono uguali al padre. La maltrattavano , stavano a casa quando volevano , pretendevano tutto e lei viveva sola e disperata tra quei quattro estranei. Allora, durante la confessione , io le dissi : "Signora, perché non li accetta ? Perché non accetta i suoi figli come sono adesso? Non smettono di essere suo marito e i suoi figli. Ma sono anche dei poveracci . 
Deve abbracciarli, anche se sono come estranei . Li serva , senza nessuna pretesa , così come sono ,li ami.
Mi ricordo che venne dopo un mese a confessarsi. Padre, sa che non sono più sola ?.
La lezione che giussani trae da quell'episodio è questa.
La legge della vita è amare, non essere ricompensati.
È un dolore non ricevere ricompensa , ma questo non distrugge né la compagnia né l'unità. Tutto nasce dentro di noi. Tutto!.

Scuola e gender, attenti ai libri di testo di Riccardo Cascioli «Non si nasce uomini né donne»



Scuola e gender, attenti ai libri di testo
di Riccardo Cascioli
20-07-2015

un manuale di antropologia per le scuole superiori 
(Marco Aime, Ciò che noi siamo). 
si può nascere maschio ma poi diventare donna e viceversa.

Ebbene è successo che all’inizio dell’anno scolastico 2014-2015, una mamma con il figlio che frequenta il Liceo delle Scienze Umane a
Senigallia, sfogliando questo libro di testo, introdotto in modo sperimentale, si sia resa conto che è intriso di ideologia di genere. La mamma
esprime dunque la sua contrarietà, prima alla professoressa – che respinge scocciata ogni critica all’«ottimo» testo – poi al preside, che
sembra accogliere la protesta. L’insegnamento su quel libro viene infatti sospeso. Ma nelle settimane scorse, con grande sorpresa, la mamma
scopre che non solo il libro è rimasto, ma nell'anno scolastico 2015/2016 sarà obbligatorio per tutto il triennio del Liceo delle Scienze Umane e
del Liceo Economico Sociale. E potremmo aggiungere: in chissà quante altre scuole italiane gira questo libro o altri simili.
La mamma in questione sta ora cercando di sensibilizzare altri genitori e di agire all’interno del Consiglio di Istituto, ma la vicenda è
emblematica perché dimostra che l’ideologia del gender è ormai entrata a pieno titolo nella scuola e che le polemiche sulla famosa circolare
del ministro dell’Istruzione Giannini, pubblicata in “cambio” della fiducia al governo sulla riforma della “Buona scuola” (clicca qui), appaiono in
larga parte superate dagli eventi. La circolare infatti prescrive che i genitori debbano prendere visione del Piano di Offerta Formativo (Pof)
prima di iscrivere i propri figli in una determinata scuola e che tutte le attività extracurricolari debbano ricevere il consenso scritto dei genitori,
altrimenti liberi di far assentare i propri figli dalle suddette attività.
Certamente queste indicazioni non sono inutili e copriranno comunque una parte importante delle attività pro-gender che finora sono state
promosse soprattutto attraverso attività extra-curricolari. Ma nello stesso tempo appare evidente che l’ideologia del gender arriva agli studenti
da fonti molteplici difficili da controllare, e i libri di testo, soprattutto dal prossimo anno scolastico, diventeranno lo strumento privilegiato.
Abbiamo portato l’esempio di un libro di antropologia, ma pensiamo al libro di matematica dei più piccoli, quando il problema da risolvere
inizierà così: «Pierino va al mercato a comprare le mele con i suoi due papà….» (è già in circolazione). Oppure il libro di scienze, dove
saranno insegnati tutti i fenomeni di omosessualità in diverse specie animali (vedi “pinguini imperatore” e “orsi marini”), o ancora in geografia,
dove sarà possibile svolgere lezioni sul censimento della popolazione con particolare riguardo alla percentuale di omosessuali in alcune
società. Del resto, l’anno scorso si ricorderà del caso del Liceo Giulio Cesare di Roma e della lettura del libro “Sei come sei” di Melania
Mazzucco, contenente il racconto di espliciti rapporti omosessuali e fatto leggere a ragazzi di 15 anni.
Per l’anno prossimo c’è da attendersi una moltiplicazione di casi di questo genere, e non ci sarà circolare che tenga, perché le singole
parti di un libro di testo non sono extracurricolari e non si trovano neanche nel Pof che i genitori sono chiamati a visionare.
Cosa fare dunque? In molte scuole italiane si sono formati dei comitati spontanei di genitori, che si affiancano alle tradizionali
associazioni di genitori, nel monitorare le eventuali attività gender, e sono realtà che grazie al passaparola sui social network si stanno
moltiplicando. È questo certamente uno spunto interessante, ma laddove questo non sia possibile c’è comunque un "decalogo per contrastare
il gender nelle scuole" stilato dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli (quello che ha organizzato la manifestazione del 20 giugno) che
suggerisce alcuni consigli importanti, proprio per monitorare le attività scolastiche e anche i libri di testo (clicca qui). Non c’è bisogno di
diventare nevrotici né di mettere in atto azioni preventive di minaccia, ma è certo che tutti i genitori sono chiamati a essere molto più vigilanti
ed esigenti per poter difendere i propri figli.

puntano a sovvertire le leggi per chiamare famiglia ciò che non lo è

Gentile sostenitore, 

è sotto gli occhi di tutti: negli ultimi anni le forze che puntano alla distruzione della famiglia stanno dando il tutto per tutto per perseguire i loro piani e conformare all’ideologia gender tutta la nostra società, nonostante la maggioranza degli italiani non la pensi così. Si tratta di un vero e proprio colpo di mano. Queste lobby che agiscono nell’ombra puntano a sovvertire le leggi per chiamare famiglia ciò che non lo è, puntano a infiltrarsi nella scuola per insegnare alle nuove generazioni che ognuno può scegliere a quale sesso appartenere.

Anche gli organi europei (appartenenti o no all’UE) stanno esercitando continue pressioni, affinché il nostro Paese riconosca “matrimoni” e adozioni omosessuali, come abbiamo visto nell’ultimo caso in ordine di tempo, quando il 21 luglio, in pieno inizio di estate, la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia a risarcire alcune coppie omosessuali per presunte violazioni nell’ambito del diritto famigliare.

È necessario che chi ci rappresenta all’Europarlamento – l’unico organo elettivo dell’UE – sia pronto a prendere posizioni coraggiose in aula e senta dietro di sé il sostegno di quella maggioranza silenziosa di italiani che sostiene i valori della famiglia naturale.

Per questo SOS Ragazzi ha lanciato una petizione rivolta ai nostri europarlamentari. Per ogni firma verrà inviata una mail a ciascuno dei nostri 73 eurodeputati. Più di 3.600 hanno già aderito!

Per firmare la petizione rivolta ai nostri parlamentari clicca sul bottone che trovi qui sotto!

 

Se le istituzioni europee fanno di tutto per spingere l’Italia a conformare le nostre leggi alla teoria del gender, è necessario che i nostri rappresentanti sentano l’appoggio e la voce del popolo della famiglia e siano pronti a difenderne i valori.

Purtroppo i nostri politici tendono a fare scelte basate sul numero di voti che queste potranno portare piuttosto che guardare alla bontà delle idee e ai valori: ecco perché è necessario inondare le loro caselle di posta di messaggi, in modo che capiscano che in Italia esiste un popolo della famiglia pronto a supportare i politici disposti a non scendere a compromessi. 


 

Aiutaci a far sentire la voce della famiglia a Strasburgo condividendo la campagna con i tuoi contatti. Insieme possiamo far sentire ai nostri politici la voce del popolo della famiglia.

Per quanto potrai fare per il successo di questa campagna, ti ringrazio di cuore! 


Cordiali saluti!

  

Andrea Lavelli
Responsabile Campagna SOS Ragazzi




Campagna SOS Ragazzi

lunedì 27 luglio 2015

domenica 26 luglio 2015

SENZA LA PREGHIERA AVREI PERSO LA RAGIONE.

.........IO NON SONO UOMO DI LETTERE E DI SCIENZA,
CERCO SEMPLICEMENTE DI ESSERE UOMO DI PREGHIERA.
E' LA PREGHIERA CHE HA SALVATO LA MIA VITA.
SENZA LA PREGHIERA AVREI PERSO LA RAGIONE.
SE NON HO PERSO LA PACE DELL'ANIMA
NONOSTANTE TUTTE LE PROVE,
E' PERCHE' QUESTA PACE VIENE
DALLA PREGHIERA.
SI PUO VIVERE QUALCHE GIORNO SENZA MANGIARE,
MA NON SENZA PREGARE.
LA PREGHIERA E LA CHIAVE DEL MATTINO
E IL CHIAVISTELLO DELLA SERA.
LA PREGHIERA E UN'ALLEANZA SACRA TRA DIO E GLI UOMINI

«Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato»

perché la forza dell'opera buona
sta nella perseveranza,
come afferma la voce stessa
della verità:
«Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato»

aveva la coscienza pulita. Infatti non la usava mai. Stanislaw J. Lec

aveva la coscienza pulita.
Infatti non la usava mai.
Stanislaw J. Lec

Bernardo di Chartres SECOLO XII

siamo come nani che siedono sulle spalle di giganti, 
così che possiamo vedere molte cose anche molto più in là di loro, 
non come per acutezza della propria vista 
o perché più alti di corporatura, 
ma perché siamo sollevati e innalzati da gigantesca grandezza.

Bernardo di Chartres SECOLO XII

Don Alessio, ha fatto 13

Don Alessio, giovane curato di un rosario di parrocchie





Il parroco è un ragazzone alto e ben piantato, la parlata mite nella dolce cadenza trentina. Sempre in movimento: svelti i passi sulle scale della antica canonica di Denno, dove abita, e sempre in giro per la Val di Non con la sua vecchia Punto grigia metallizzata. Don Alessio Pellegrin, 38 anni, è da cinque anni il parroco della Unità pastorale Cristo Salvatore, tredici piccole comunità a nord di Trento, sotto le pendici del Brenta. Le colline sono coperte dai meleti su cui si regge l’economia della valle; qui l’agricoltura tiene, e i paesi, non invasi dal turismo, conservano un candore d’altri tempi nelle piccole pievi, nei balconi fioriti, nel silenzio. Forse anche troppo silenzio: i bambini sono
pochi, due abitanti su tre sono anziani.

Denno, Campodenno, Cunevo, Dercolo, Flavon, Lover, Quetta, Sporminore, Termon, Terres, Toss, Vigo di Ton e Masi di Vigo. Sembra un Rosario, a pronunciarlo, l’elenco delle parrocchie di don Alessio.
6.000 fedeli in tutto; e quando le ultime tre comunità si sono aggiunte alle dieci iniziali un giornale locale ha titolato: 'Il parroco ha fatto tredici'. Dunque ecco don Pellegrin, in una qualsiasi mattina feriale, che inizia la sua giornata. Non da prete 'di strada' nell’accezione comune del termine, ma da prete sempre 'per' strada, sempre in cammino fra la sua gente, fra queste montagne. Sono le sette e trenta, da Denno si parte per Campodenno, 1.465 anime, stamattina la Messa si celebra lì. La vecchia Punto si arrampica per le stradine, il Rosario blu appeso sopra al cruscotto oscilla fortemente alle curve, prese con disinvolta abitudine. La chiesetta di Campodenno è piccola, accanto ha il cimitero, fiorito come un giardino. Don Pellegrin entra e si inginocchia davanti a un Cristo ligneo. Resta un quarto d’ora in preghiera, a capo chino davanti al breviario. Con tante cose da fare, sembra che quei minuti siano un momento salvo, prezioso, intoccabile. Poi le campane chiamano a Messa, i rintocchi si disperdono nell’aria tersa della mattina d’estate. Una decina di donne arriva alla spicciolata. «Buongiorno, signor curato», dicono, e ti meraviglia ritrovare questa espressione antica.

È San Giovanni, oggi. Il parroco dal pulpito: «Dio sceglie strumenti deboli, per farsi ascoltare». Parla del silenzio di Dio, e della povertà dei suoi segni. Poche parole chiare, quattro minuti di omelia. Poi, un caffè al bar del paese.

Non si fa in tempo a ordinarlo che entra il sindaco, saluta affabilmente, e offre lui. C’è anche don Luigi Franzoi, 87 anni, che ha concelebrato la Messa. È uno dei tre sacerdoti anziani che la domenica aiutano Pellegrin e altri religiosi nel dire Messa nella valle. Franzoi ha passato trent’anni in Germania, al seguito degli immigrati italiani. Non è preoccupato del drastico calo delle vocazioni che spopola queste canoniche.

Nemmeno Pellegrin lo è: «Secoli fa – dice – qui c’erano due o tre pievi, e la gente veniva dalle borgate lontane per battezzare i figli. In fondo, si torna alle origini».

L’anziano don Luigi, non appena don Alessio si volta, ne elenca doti sulle dita di una mano: «Ha la giovinezza, la salute, la pazienza, è buono… Qui gli vogliono bene».

Don Alessio è il nono e ultimo figlio di una famiglia di Vigo di Fassa. Il papà aveva una macelleria, in casa si parlava ladino. Il ragazzo fa il chierichetto, cresce fra chiesa e oratorio. Entra in seminario, ne esce per maturare una certezza, ritorna, è ordinato a 31 anni. Forse immaginava una vita tranquilla come quella del suo vecchio parroco di Vigo, che gli ha fatto desiderare d’esser prete. Invece, il tempo scorre anche tra queste montagne. I sacerdoti invecchiano, e le
ordinazioni sono molto poche.

È necessario accorpare le comunità in Unità pastorali. La gente un po’ ci soffre, ognuno è abituato alla sua chiesa, e al suo prete. Cinque anni fa don Alessio si ritrova con uno sciame di parrocchie sparse nella vallata. Dal belvedere di Monti di Vigo stamattina le indica a una a una per nome, come un pastore con le sue pecore: 'Denno, Lover, Tos, Sporminore...' Grappoli di case sommerse dai frutteti dove le mele vanno maturando. Sì, il tempo scorre anche in questo paradiso, ma sembra girare più adagio. Sul giornale locale, Roma e Lampedusa paiono così lontane: il titolo più grande è per una donna che è morta cadendo dalla scala, mentre raccoglieva ciliegie. Matrimoni gay, gender, sono espressioni con cui da queste parti ancora non si ha confidenza. Con il dolore, invece, sì. I dolori di sempre, dice il parroco: malattie, solitudine, liti in famiglia, lutti. In un anno si celebrano 15 matrimoni, 60 battesimi e 65 funerali. In linea con la caduta demografica italiana.

Nei mesi della raccolta delle mele arrivano i braccianti dalla Polonia. Lavorano, dormono nelle cascine, vanno anche a messa. Dei suoi 6.000 parrocchiani, almeno 1.500 don Alessio li chiama per nome. Ci vive in mezzo, e spesso è a cena da loro, la sera. Il parroco è una buona forchetta, onora ogni pietanza, e sono cose che la gente apprezza. Non deve essere stato facile, però, mettere d’accordo 13 campanili... Pellegrin: «Abbiamo cominciato a fare delle cose insieme.

Cene, gite in montagna. Si impara a stare, e a lavorare, gli uni con gli altri. Chi fa la catechista, chi fa l’economo. Chi è più bravo aiuta gli altri». Pellegrin ha grande capacita di delegare e di mediare, evidentemente; ma soprattutto di quest’uomo ti colpisce l’espressione mansueta, la mitezza. Che sia questa la sua forza? L’opera non vistosa ma tenace di una faccia buona.

Dai suoi altari, la domenica, nelle tre Messe che celebra, don Alessio insiste soprattutto su due punti: Cristo c’entra con la vita, Cristo è fedele. «Io – dice – questo lo sperimento su di me, quando mi pare di non farcela a affrontare ogni cosa, e allora affido tutto a Lui.

Quando magari avverto un momento di solitudine, e proprio quel mattino incontro un parrocchiano, che mi dice una parola di stima. Poi, la Eucarestia è nella mia vita un elemento fondante». Si può guardare in tanti modi alla crisi delle vocazioni che spopola le canoniche.

Pellegrin cita una frase del cardinale belga Danneels, che parla di una nuova povertà 'pasquale'. Di una Chiesa che, spogliata del suo potere e della sua forza numerica, riscopre in Cristo l’essenziale. «I Salmi più belli nell’Antico Testamento sono proprio quelli del tempo della povertà, e dell’esilio», aggiunge don Alessio.

E così ogni mattina all’alba, nella canonica di Denno, il parroco apre l’agenda: dove si va a dir Messa oggi? Strade coperte di neve o rallentate da trattori carichi di frutta, porte di piccole pievi schiuse da vecchi sacrestani. Quel quarto d’ora in ginocchio, in silenzio davanti al Crocefisso. Che cosa, ti domandi, ti ricorda questa campagna, questi borghi di poche anime dove un prete passa a benedire, e a trovare i malati? Ti viene in mente la Francia ottocentesca e rurale del curato d’Ars, e i registri di quella galassia di chiesette su cui ritorna, per decenni, la firma di Jean Vianney, come se il santo curato avesse il dono dell’ubiquità. Oggi, certo, un parroco di montagna gira in auto, come don Alessio. Avanti e indietro, fino alle chiese più lontane.

Centomila chilometri avanti e indietro per queste stradine, in 5 anni, con la sua Punto grigia. E vedi come la gente per strada si ferma a salutare, e sorride. Si vede, che gli vogliono bene. Padre, domandi, ma a lei Papa Francesco con il suo insistere sull’andare verso le periferie, sulla 'Chiesa in uscita', ha cambiato la prospettiva sul suo lavoro? Don Pellegrin riflette, poi: «No, come i miei superiori anche io ero sulla linea della accoglienza. Il Papa ci ha rafforzato in questo sguardo».

Cosa vuol dire per lei, 'accoglienza'? «Vuol dire che come cristiani, prima di qualsiasi giudizio, dobbiamo essere capaci di abbracciare chiunque ci si presenta davanti». Limpida sintesi di un pastore di montagna, che alle dispute teologiche preferisce il voler bene ai suoi. Lasci la Val di Non con i suoi borghi sparsi fra i meleti, le chiese bianche col campanile che indica il cielo. La storia scorre, e però continua, in questa valle trentina, nella faccia di un prete.

Ricordati di portare l'ombrello oggi debbo innaffiare le piante!!! Dio

Ricordati di portare l'ombrello
oggi debbo innaffiare le piante!!!
Dio

Mi sono stancata prima io di offenderlo, che Lui di perdonarmi. Santa Teresa d'Avila

Mi sono stancata prima io di offenderlo,
che Lui di perdonarmi.

Santa Teresa d'Avila

Nell’arco di una sola estate

Nell’arco di una sola estate

Spero vi sia chiaro il quadro, ormai. A me apparve chiaro un paio di anni fa, quando cominciai a scrivere “Voglio la mamma”, quindici capitoli che secondo alcuni affastellavano troppi temi. Non esisteva ancora il ddl Cirinnà quando cominciai a scrivere VLM, non si poteva neanche pensare a legittimare l’utero in affitto, anche la fecondazione eterologa era vietata, i matrimoni gay esistevano in uno sparuto numero di paesi europei, l’adozione omosessuale e la materinità surrogata erano vietati quasi ovunque, l’eutanasia si praticava solo in Belgio, Olanda e Lussemburgo, l’eutanasia pediatrica era vietata ancora in Belgio, il traffico di parti del corpo umano sarebbe stato uno scandalo assolutamente impensabile, il transgenderismo non era ancora un’ideologia pervasiva e Bruce Jenner era ancora un dimenticato decatleta che aveva vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di qualche decennio fa, aveva avuto tre mogli e sei figli, non si sognava di farsi chiamare Caytlin e vestirsi da donna (ovviamente niente operazione, ma quella non serve più, tanto ormai è tutto e solo un gioco ideologico di società, ma due anni fa i tribunali finanche italiani non si sognavano di affermarlo), Francesca Vecchioni stava ancora con la fidanzata e si era appena fatta fare due figlie con l’eterologa in Olanda aiutata da papà Roberto e ancora non le sbandierava ideologicamente come simboli (innocenti, povere bimbe) della battaglia per l’omogenitorialità. Oh, erano appena due anni fa e sembra un secolo.
Nell’arco di una sola estate, quella che stiamo vivendo, l’ideologia gender gioca a trovare il suo compimento con la prepotenza: pensate alla corsa per varare il ddl Cirinnà al Senato prima dell’estate, pensate al ministero dell’Economia che manda numeri farlocchi via twitter cedendo alle pressioni della lobby Lgbt che chiede di far presto, pensate alla sentenza della Corte suprema americana, al comma 16 del maxiemendamento sulla “buona scuola”. a Bruce Jenner che è su tutte le copertine di tutti i giornali americani come Caytlin Jenner e ora parte pure il reality e tutto il giochino vale 500 milioni di dollari, pensate alla sentenza della Corte europea per i diritti umani contro l’Italia sulle unioni gay e a quella della Cassazione che legittima il transgenderismo come “stato della psiche” senza passare neanche dall’accertamento dell’unico elemento oggettivo. Metteteci insieme le paginate sui due gay dipinti come eroi perché vogliono strappare a una donna thailandese la bambina che lei ha partorito facendo leva su un contratto di compravendita della bambina stessa e di locazione dell’utero della donna, metteteci il coro di sdegno perché due genitori “cattolici” vogliono bene al loro figlio 38enne Vincent Lambert e non accettano che sia ucciso per fame e sete pur nella gravissima disabilità in cui vive e capirete come in due anni, in appena due anni, il mondo sia stato travolto da un’ideologia che contagia anche l’Italia. E’ un mondo migliore quello dello scandalo Planned Parenthood, l’azienda di cliniche che riceve oltre 500 milioni di dollari dal sistema pubblico per praticare aborti, riceve finanziamenti multimilionari dai 41 più noti marchi statunitensi e per arrotondare si vende gli organi dei corpicini dei bambini abortiti?
No, non è un mondo migliore quello che emerge da questa folle estate 2015. Ma il pregio è uno: ora il quadro è chiaro a tutti. Ora forse è più evidente la ratio che ha guidato quel mio piccolo libro, il primo che metteva insieme temi che sembravano tanto diversi e invece stanno tutti insieme. Perché al fondo si stanno combattendo due visioni antropologiche contrapposte: c’è chi vede l’essere umano come persona in relazione e come tale sacro e intangibile; c’è chi sta lavorando per trasformare le persone in cose, reificando l’essere umano e rendendolo mera merce. Se trasformi le persone in cose, le cose fallate vanno eliminate. Le travolgenti conseguenze infernali della mercificazione dell’essere umano, tutte originate dalla desessualizzazione della genitorialità, si abbattono in questa strana e pericolosa estate come un’onda anomala sulla vita di tutti noi. Perché finalmente forse ci siamo accorti che questi temi riguardano ciascuno di noi, direttamente o indirettamente; riguardano i nostri figli e non a caso una moltitudine è scesa in piazza in loro difesa, giusto il giorno prima che questa estate avesse inizio.
Voglio la mamma, libro scritto nel 2013, proponeva ai suoi lettori un manifesto in 20 punti da opporre come impegno di testimonianza di verità (prescidente da qualsiasi opzione di tipo religioso) ai propugnatori della trasformazione delle persone in cose. Considero utili riproporre oggi qui i 20 punti, che sono il mio personale impegno e l’impegno del quotidiano La Croce, tutti i giorni schierata contro i falsi miti di progresso che stanno avvelenando i pozzi del vivere civile.
1. Non esiste l’individuo, esiste la persona, dunque l’individuo in relazione con altri individui. La relazione primigenia, archetipica e intangibile, è quella tra madre e figlio. Negarla è negare la radice dell’essere umano.
2. La libertà individuale è un totem che non necessita di tutele e non genera diritti. Al contrario, la libertà personale, dunque la libertà degli individui in relazione con gli altri, è preziosa e va ampliata senza che nuovi diritti ledano però l’essere umano in radice.
3. La libertà personale da tutelare in via prioritaria è quella dei soggetti più deboli: bambini, malati, anziani.
4. Il primo diritto è il diritto a vivere.
5. Non esiste un diritto all’aborto, esiste un diritto alla nascita. L’aborto è sempre una tragedia e un fallimento, come tale va trattato e con ogni sforzo possibile evitato.
6. I diritti prioritari da tutelare sono quelli della libertà personale, dunque relazionale, per eccellenza: i diritti della famiglia.
7. Non esistono le famiglie, esiste la famiglia: cellula base del tessuto sociale, composta da un nucleo affettivo stabile aperto in potenza alla procreazione. In natura la procreazione avviene con l’unione di un uomo e di una donna. E’ questa la base di un nucleo familiare propriamente detto.
8. L’omosessualità è una tendenza sessuale ovviamente legittima, i cui legami affettivi stabili possono essere tutelati da istituti giuridici rivolti alle persone, ma nettamente distinti dal matrimonio.
9. La rottura della sacralità e dell’unicità dell’istituto matrimoniale come unione di un uomo e di una donna, porta inevitabilmente e logicamente alla estensione dell’istituto stesso ad ogni forma di legame affettivo stabile. La legittimazione di poligamia, poliandria, unioni a sette, otto, dieci o venti persone, sarebbe dietro l’angolo con conseguenze letali per il tessuto sociale e la stabilità finanziaria degli Stati.
10. Non esiste l’omogenitorialità. Non esiste la genitorialità. Esistono la maternità e la paternità.
11. Negare a un bambino il diritto ad avere una madre e un padre, sostituendoli con il “genitore 1” e “genitore 2”, è una forma estrema di violenza su un soggetto debole.
12. La sfera sessuale di un minore è intangibile e sono intollerabili le norme che prevedono la non procedibilità d’ufficio contro le persone che hanno rapporti sessuali con bambini di dieci anni e assumono per libero il consenso all’atto sessuale di ragazzini di quattordici anni.
13. Il turismo sessuale degli occidentali avente per oggetto in particolare le minorenni e i minorenni asiatici, è una violenza orrenda che merita il peggiore stigma sociale.
14. La variazione dell’identità sessuale di una persona dovrebbe essere prevista in casi del tutto eccezionali. Il mercimonio del corpo di una persona spesso in una finta fase di transizione da un’identità sessuale all’altra, grazie alla quale si ottiene maggiore attenzione e successo nel mercato della prostituzione, è un’attitudine che va combattuta.
15. La compravendita del corpo femminile, nella forma estrema della compravendita della maternità e dell’orrendo “affitto” dell’utero, che fa leva sullo stato di bisogno della donna per toglierle anche l’elemento più intimo della propria identità sessuale, va vietato da ogni normativa.
16. Tra due gay ricchi che fanno strappare dal seno della madre il neonato appena partorito per far finta di essere madre e padre, e il neonato così platealmente violato fin dai suoi primi istanti di vita, chiunque non abbia un bidet al posto del cuore sta con il neonato. E con sua madre.
17. L’eutanasia infantile è una procedura nazista e il protocollo di Groningen è un documento fondativo di una nuova pericolosa eugenetica discriminatoria e razzista.
18. Le diagnosi prenatali hanno fatto crollare nei paesi Occidentali le nascite di albini, affetti da sindrome di Down e da altre alterazioni cromosomiche. E’ intollerabile questa strage di persone affette da minime disabilità.
19. La morte non è mai “dolce”. L’instaurazione di norme che prevedano l’eliminazione delle persone in condizione di difficoltà grave fisica o psichica, secondo il labile e mutevole principio che la loro sarebbe una “vita non degna di essere vissuta”, apre la strada all’inferno.
20. Al centro della difesa della vita e della persona c’è la donna. Il futuro della persona umana ha le forme di una madre. Così è, così è sempre stato, così sempre sarà.
Dentro questi impegni assunti pubblicamente di nuovo c’è l’orizzonte di azione di persone che non si rassegnano all’onda maligna che si è alzata nell’estate 2015. L’impegno più complessivo è alla resistenza, alla lotta partigiana contro l’imporsi di un male troppo foriero di infernali conseguenze per poterlo lasciar passare senza combatterlo. L’ignavia e la passività di fronte a questa avanzata equivarrebbe a complicità. Noi non saremo complici e l’orwelliana avanzata del pensiero unico ideologico la contrasteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione.
25/07/2015