giovedì 8 dicembre 2016

difficili

Alcune persone nella nostra vita possono essere difficili semplicemente perché ci sfidano. O perché sono diverse. O possono essere difficili perché viviamo con loro (e la vicinanza amplifica le piccole manie). O ancora perché siamo noi ad essere difficili e qualcosa di noi le infastidisce.
O possono essere semplicemente difficili.
Qualunque sia il motivo, crescendo in santità possiamo imparare ad accettare le persone e le situazioni sconvenienti, inopportune e fastidiose nella nostra vita non solo come disturbi necessari, ma come doni.
Scrive Heather King: “Quando siamo aperti e ricettivi a tutto ciò che il mondo ha da offrire, e a tutto ciò che il mondo ha da insegnarci, allora tutto si illumina dal di dentro. Allora vediamo che tutto è, o può essere, collegato alla nostra ricerca di bellezza e di ordine. Tutto ‘appartiene’: vecchie bambole, diari decrepiti, bottoni scartati. Persone difficili”.
Vedere le persone difficili in una luce positiva sembra un compito arduo, ma possiamo iniziare imparando a rapportarci agli altri come faceva Cristo.
La Scrittura ci insegna alcuni modi in cui Gesù affrontava le persone difficili:
1. Gesù pone domande
Nel capitolo 12 del Vangelo di Luca, a Gesù viene chiesto di risolvere una disputa familiare. È interessante notare come Gesù faccia molte domande sulle Scritture. Le domande di Gesù erano in qualche modo retoriche, o impegnative, e altre volte cercava anche un feedback. Usando le domande, Gesù sottolinea la sua apertura nei confronti dell’altro.
È ironico, ma noi esseri umani tendiamo a non fare molte domande. Assumiamo, pontifichiamo, parliamo, osserviamo, interrompiamo e giudichiamo, ma facciamo raramente domande ad altre persone. Usando spesso le domande, penso che Gesù stia presentando il carattere di un buon comunicatore, una persona che si cura dell’altro abbastanza da impegnarsi con lui e da sfidarlo. Perfino, e forse soprattutto, quando è difficile.
2. Gesù non è mai messo alle strette
Nel capitolo 6 di Luca, Gesù sta camminando di sabato con i suoi discepoli e i farisei spuntano fuori dal nulla e li accusano di infrangere lo Shabbath raccogliendo le spighe. Gesù non si scompone. Non ha mai paura delle persone che cercano di coglierlo in fallo o pensano il peggio di lui, perché la sua preoccupazione principale non è ciò che pensano gli altri.
A volte le persone ci mettono alle strette con le loro idee e i loro giudizi, e possiamo iniziare a chiederci se ci vedono in modo più obiettivo di come ci vediamo noi. È difficile quando pensiamo che gli altri non ci comprendano o non si prendano il tempo di conoscerci prima di giudicarci, ma come Gesù non dobbiamo sentirci definiti dalle proiezioni altrui. La nostra identità risiede e si ritrova in Dio, non in quello che la gente cerca di attribuirci.
3. Gesù sa quando ignorare
Ricordate la volta in cui Gesù irrita tutti i suoi ex vicini e amici nella sua Nazareth natale? Sono così infuriati che decidono di gettarlo da un precipizio. Vedendo che non c’è modo di ragionare con quelle persone, Gesù attraversa la folla, ignora la sua rabbia e se ne va (Lc 4).
A volte le persone difficili vanno in collera, parlano aspramente o ci trattano male (on-line accade sempre). È il segno che bisogna fare marcia indietro e andarsene. Gesù sapeva come tenere sotto controllo la sua pressione sanguigna. Ovviamente se dobbiamo affrontare qualcuno può aiutare una discussione faccia a faccia. In seguito.
4. Gesù non rimane mai sulla difensiva
Nel capitolo 10 di Marco, Giacomo e Giovanni dicono a Gesù: “Vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo”, ma il fatto di superare i limiti non spaventa Gesù. Sa quando dire di sì e quando dire di no, e non si biasima quando non rende felici gli altri.
A volte la gente può chiederci più di quanto possiamo darle. Può provare a persuaderci col senso di colpa. Prima che ce ne rendiamo conto ci troviamo a farci in quattro per cercare di soddisfare una persona bisognosa o aggressiva (che difficilmente è soddisfatta!) Ma Gesù non cerca di compiacere le persone. Non ha bisogno di difendersi dagli altri; la volontà di Dio è la sua sicurezza. È da qui che deriva il fatto che non stia sulla difensiva.
5. Gesù è flessibile
In Matteo 15, una donna cananea chiede che Gesù guarisca sua figlia, e Gesù dice di no. Ma poi è commosso dalla risposta di fede della donna e guarisce sua figlia. Gesù approccia gli altri con una mente aperta. Anche quando aveva idee preconcette, permetteva allo Spirito di muoverlo e di andare contro i suoi istinti.
Quando ci si avvicina una persona difficile, possiamo pensare “Ecco, ci risiamo”, o “So come andrà a finire”, ma Gesù aveva una mente aperta quando veniva avvicinato da altre persone. Non si sa mai. Lo Spirito può muoverci, o la persona che è in genere difficile può agire in un modo diverso, inaspettato. Essere chiusi agli altri ci chiude anche allo Spirito Santo che lavora in noi e negli altri.
Gesù, aiutami a vederti in chiunque, anche nelle persone che mi sfidano. Illuminami con il tuo amore perché possa vederti anche nella persona più complicata. Ogni essere umano è creato a tua immagine. Aiutami a riconoscerti e ad amarti negli altri.

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