. Un giorno si recarono dal padre Lucio a Ennaton alcuni monaci chiamati euchiti [1]. L’anziano chiese loro: «Qual è il vostro lavoro manuale?». Essi dissero: «Noi non tocchiamo lavoro manuale, ma, come dice l’Apostolo, preghiamo senza interruzione» [2]. «Ma non mangiate?», chiede l’anziano. Dicono: «Sì». «E allora, mentre mangiate, chi prega per voi?». Disse quindi: «Non dormite?». Dissero: «Sì». «Dunque, mentre dormite, chi prega per voi?». Ma non sapevano che rispondere a queste domande. «Scusatemi – disse loro l’anziano – ma voi non fate come dite: io vi dimostro che, mentre compio il mio lavoro manuale, prego incessantemente. Io me ne sto seduto con Dio a inumidire i miei ramoscelli di palma e a intrecciarli in corde, e dico: Abbi pietà di me, o Dio, nella tua grande misericordia, nella moltitudine delle tue compassioni cancella il mio delitto [3]. Non è preghiera questa?». Dissero: «Sì». Ed egli a loro: «Se dunque trascorro tutto il giorno lavorando e pregando, guadagno più o meno sedici monete. Ne do due in elemosina e col resto mi mantengo. E quello che riceve le due monete prega per me mentre mangio e mentre dormo; così per la grazia di Dio adempio al precetto: pregate senza interruzione»
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