Era stato tredici anni in carcere, e questo gli aveva fatto spezzare i legami col passato. Nessuno voleva sapere niente di lui. La gente della mensa è diventata la sua famiglia. Non veniva solo a mangiare, perché si offriva di spazzare per terra, di portar via la spazzatura e di svolgere molti altri compiti. Lo abbiamo nominato incaricato della sistemazione della mensa ed era felice, si sentiva importante. Tutti lo conoscevamo e ci preoccupavamo di lui.
Pochi mesi dopo gli hanno diagnosticato un cancro al fegato in fase avanzata. Era già piuttosto giallastro. È stato ricoverato all’Ospedale Gregorio Marañón. Nessuno andava a trovarlo, tranne la gente della parrocchia. La sua famiglia della mensa ha iniziato a fare i turni per rimanere a dormire all’ospedale e accompagnarlo per più tempo possibile. Dopo qualche giorno sono andato a trovarlo. Quando sono entrato nella stanza d’ospedale, era in compagnia di vari amici della mensa. Quando mi ha visto ha esclamato: “Fuori tutti, devo confessarmi con il sacerdote, sono 40 anni che non lo faccio!” Tutti sono usciti stupiti. Alla fine ci ha invitato a bere una Fanta. È stato come festeggiare di nuovo la sua Prima Comunione, senza risorse ma con gioia. Questa conversione è giunta come un frutto maturo dell’amore che si respira nella mensa San José.
José Manuel Horcajo
Parroco di San Ramón Nonato
Parroco di San Ramón Nonato
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