lunedì 18 novembre 2013

S. ELISABETTA D'UNGHERIA


ecco la pazzia della croce
...corroborata da una fede certa
...fa bene, molto bene vedere persone cosi'

S. Elisabetta d'Ungheria

Nacque nel 1207 . Giovanissima andò sposa a Luigi IV di Turingia.
...morto lo sposo , fu ingiustamente cacciata dal castello insieme con i suoi tre figli .
Ella accettò con fede e con fortezza la nuova condizione di povertà
e continuò a dedicarsi all'educazione dei figli , all'assistenza dei malati e alla preghiera
...morì a soli 24 anni.


Lettera scritta da Corrado di Marburgo
direttore spirituale di santa Elisabetta.

Elisabetta conobbe ed amò Cristo nei poveri
... Ella aveva sempre consolato i poveri, ma da quando fece costruire un ospedale presso un suo castello,
e vi raccolse malati di ogni genere, da allora si dedicò interamente alla cura dei bisognosi.
Distribuiva con larghezza i doni della sua beneficenza
non solo a coloro che ne facevano domanda presso il suo ospedale,
ma in tutti i territori dipendenti da suo marito.
Arrivò al punto da erogare in beneficenza i proventi dei quattro principati
di suo marito e da vendere oggetti di valore
e vesti preziose per distribuirne il prezzo ai poveri.
Aveva preso l'abitudine di visitare tutti i suoi malati personalmente,
due volte al giorno, al mattino e alla sera.
Si prese cura diretta dei più ripugnanti.
Nutrì alcuni, ad altri procurò un letto, altri portò sulle proprie spalle,
prodigandosi sempre in ogni attività di bene,
senza mettersi tuttavia per questo in contrasto con suo marito.
Dopo la morte di lui, tendendo alla più alta perfezione,
mi domandò con molte lacrime c
he le permettessi di chiedere l'elemosina di porta in porta.
Un Venerdì santo, quando gli altari sono spogli,
poste la mani sull'altare in una cappella del suo castello,
dove aveva accolto i Frati Minori, alla presenza di alcuni intimi,
rinunziò alla propria volontà, a tutte le vanità del mondo
e a tutto quello che nel Vangelo il Salvatore ha consigliato di lasciare.
Fatto questo, temendo di poter essere riassorbita
dal rumore del mondo e dalla gloria umana,
se rimaneva nei luoghi in cui era vissuta insieme
al marito e in cui era tanto ben voluta e stimata,
volle seguirmi a Marburgo, sebbene io non volessi.
Quivi costruì un ospedale ove raccolse i malati
e gli invalidi e servì alla propria mensa i più miserabili ed i più derelitti.
Affermo davanti a Dio che raramente ho visto una donna
così contemplativa come Elisabetta, che pure era dedita a molte attività.
Alcuni religiosi e religiose constatarono assai spesso che,
quando ella usciva dalla sua preghiera privata,
emanava dal volto un mirabile splendore e che dai suoi occhi uscivano come dei raggi di sole.
Prima della morte ne ascoltai la confessione e le domandai cosa si dovesse fare
dei suoi averi e delle suppellettili.
Mi rispose che quanto sembrava sua proprietà era tutto dei poveri
e mi pregò di distribuire loro ogni cosa,
eccetto una tunica di nessun valore di cui era rivestita,
e nella quale volle esser seppellita. Fatto questo,
ricevette il Corpo del Signore.
Poi, fino a sera, spesso ritornava su tutte le cose belle
che aveva sentito nella predicazione.
Infine raccomandò a Dio, con grandissima devozione,
tutti coloro che le stavano dintorno,
e spirò come addormentandosi dolcemente.

"Noi predichiamo cristo crocifisso, stoltezza per i giudei e scandalo per i pagani.
S. Paolo

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