Quando una Casa Famiglia APG23 si anima inventa l'impossibile - 28.07.2015
Quando una mamma e una figlia di Casa Famiglia si mettono in testa di fare qualcosa di meraviglioso nessuno le ferma.
Laura e Michela volevano far conoscere don Oreste a chi non ha potuto conoscerlo di persona, raccontandolo con gli occhi dei bambini che tanto lo adoravano. Così hanno lanciano un appello a chi l’aveva conosciuto da bambino facendosi mandare brevi racconti, ricordi, immagini.
Un'idea originale che nasce dal fatto che lei stessa è una di quei bimbi che hanno avuto la fortuna di assaporare degli incontri con questo grande sacerdote che sapeva farsi piccolo con i piccoli. «Subito non sapevo come gestire tutto il materiale arrivato. Mi trovavo seduta alla mia scrivania e ad un certo punto tutta la storia ha cominciato a scivolare naturalmente sul foglio, di getto, come se stessi confidando un bel ricordo a qualcuno, e ne è uscito questo bambino che è parte di me e di tutti. Ho dato forma alle nostre emozioni, a quello che vivevamo quando stavamo con lui: una persona coraggiosa, forte, ma tenera come un nonno» racconta Michela la giovane sceneggiatrice di 17 anni. «Si ricordava i nomi di tutti anche se ci incontrava di rado. Si metteva dalla nostra parte e riusciva a farci sentire importanti, si fidava di noi».
Ma durante la Messa, don Oreste era veramente un super-eroe. «Generalmente non ci divertivamo, con lui invece diventava entusiasmante. Aneddoti e storie ci incantavano».
Laura e Michela volevano far conoscere don Oreste a chi non ha potuto conoscerlo di persona, raccontandolo con gli occhi dei bambini che tanto lo adoravano. Così hanno lanciano un appello a chi l’aveva conosciuto da bambino facendosi mandare brevi racconti, ricordi, immagini.
Un'idea originale che nasce dal fatto che lei stessa è una di quei bimbi che hanno avuto la fortuna di assaporare degli incontri con questo grande sacerdote che sapeva farsi piccolo con i piccoli. «Subito non sapevo come gestire tutto il materiale arrivato. Mi trovavo seduta alla mia scrivania e ad un certo punto tutta la storia ha cominciato a scivolare naturalmente sul foglio, di getto, come se stessi confidando un bel ricordo a qualcuno, e ne è uscito questo bambino che è parte di me e di tutti. Ho dato forma alle nostre emozioni, a quello che vivevamo quando stavamo con lui: una persona coraggiosa, forte, ma tenera come un nonno» racconta Michela la giovane sceneggiatrice di 17 anni. «Si ricordava i nomi di tutti anche se ci incontrava di rado. Si metteva dalla nostra parte e riusciva a farci sentire importanti, si fidava di noi».
Ma durante la Messa, don Oreste era veramente un super-eroe. «Generalmente non ci divertivamo, con lui invece diventava entusiasmante. Aneddoti e storie ci incantavano».
Per realizzare il cartone animato mamma Laura e Michela hanno creato una vera e propria troupe: Giusy, che con la sua passione del disegno, ha inventato i personaggi; Dario, grafico ed ex servizio civile, ha animato Nonno Oreste trasformandolo in un cartone animato; Giovanni di 11 anni ha dato la voce a Martino.
Tutti insieme per raccontare Don Oreste, il nonno di tutte le famiglie e tutte le Case Famiglia.
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