domenica 1 novembre 2015

AD OCCHI CHIUSI


Io e Francesco facciamo parte di questa schiera lunghissima di ragazzi che passano da Assisi e dai 10 comandamenti. Sono annunci forti che stravolgono i piani, ci spingono a cambiare vita, a scoprire una bellezza irrinunciabile. E allora davvero non riesci a fare a meno di lasciare tutto e acchiapparti il prima possibile tutto quel ben di Dio che viene annunciato. Per noi è stato cosí. Dopo un cammino ad Assisi ci siamo sposati senza certezze, a 20 anni, senza aver aspettato di aver finito l’università, senza una casa, senza un lavoro stabile e … con molta incoscienza.
Le cose non ci sono andate proprio come ce lo immaginavamo. Dopo poco più di un anno a Roma siamo stati costretti a trasferirci in Francia con una bimba di tre mesi. Non conoscevamo nessuno, non riuscivamo a dire una parola ed eravamo davvero soli. Un periodo tosto. Ad un certo punto mi sono ritrovata con due bimbe piccole, con un marito malato di lavoro che non era mai a casa, in una cultura che considera i bambini solo come rompiscatole e le mamme si vedono solo senza figli, dove il nido è l’obiettivo indispensabile e supremo (anche per chi non lavora e non ha niente da fare!), con l’università in sospeso e soprattutto con una relazione a due sul baratro del fallimento…
Dio ma dove sei? Ma che stai a fa? Proprio a noi che abbiamo lasciato tutto per pensare a rispondere alla Tua chiamata al matrimonio! Signore, avevamo capito che tutto sarebbe stato bello, faticoso ma bello, benedetto da Te, invece???
Beh ci sono momenti in cui ti senti veramente fregato e mandi a quel paese i frati, le suore, gli amici che stanno più avanti nel cammino che ti hanno raccontato belle cose. Quando ti trovi davanti ad un matrimonio, davanti a tuo marito e le cose da tanti mesi davvero non vanno, davvero non vi capite più, non hai parole. Dopo tutto il cammino fatto che ti ritrovi? Un matrimonio arido. Ma come Signore, ho dato la mia giovinezza per rispondere a questa chiamata! Così mi ritrovo! Avrei voluto continuare a studiare, viaggiare con i miei amici, farmi le mie esperienze da ventenne … e invece. Bella fregatura Signore! Sei come tutti gli altri! Mi sono illusa, mi sono lasciata illudere da due balletti delle suore e dalle battute dei frati. Che delusione, che fallimento. Ora che faccio? Sono sola e dopo tutto quello che ho detto alle mie amiche lontane da Te che mi sposavo perchè il matrimonio è una vocazione, che l’amore al primo posto, che con il Signore era un’altra storia… e adesso con quale coraggio chiederò aiuto?!
Per fortuna in quei momenti ero lontana da Assisi e da Roma e padre Giovanni al telefono non lo becchi mai, altrimenti gliene avrei dette di tutti i colori. Ero arrabbiata con me stessa e con Dio e non vedevo via d’uscita se non ammettere il fallimento di un matrimonio e dell’esistenza di questo Dio di cui tanto i frati si riempiono la bocca e che chiamano Padre buono. Alla faccia del buono! Accipiripicchiola che bontà! E dov’è sta bontà?
Una frase mi ha salvata: E se fosse una grazia?!. La diceva sempre don Fabio a messa. Chiaramente mi faceva arrabbiare pensarla, però c’è stato un attimo in cui mi sono detta che forse non mi ero fatta un film su Dio e che quella era la mia occasione per fare un atto di fede. Con l’ultima briciola di fede che poteva rimanere in me, al limite delle forze ho gridato: “Se davvero Tu sei quello che credevo Tu fossi e che mi hanno detto di Te, allora io credo che fai bene ogni cosa, che mi stai facendo un male cane e che un motivo non lo vedo ma Tu me lo dirai perché tutto questo ha senso”.
Negli anni mi sono capitate diverse difficoltà, ma mai così grandi e difficili come questa. Ho visto accadere intorno a me cose ben peggiori di questa a coppie come noi che hanno fatto cammini e incontri meravigliosi, che si sono fatti seguire da padri spirituali spettacolari e che hanno vissuto di provvidenza in alcuni periodi del loro matrimonio. Io pensavo che se seguivo i Suoi insegnamenti le cose sarebbero andate bene perché Lui è mio Padre e quindi mi avrebbe fatto andare le cose bene. Davvero ero illusa e pregavo il dio delle mosche o un qualche dio al sapore di burro e miele del mulino bianco.
Qui non si tratta di fare dei salti mortali spirituali, ma di credere che quello che si sta sbagliando qui sei tu e non Dio. La mia amica Chiara mi ha aperto gli occhi su questo punto, perchè le verità più profonde sono anche le più semplici. Chiara nel mezzo del fallimento ha creduto che la fede non ha senso se “non credo che Tu stai facendo bene ogni cosa”, ascoltala:
Puoi essere cristiano, buddista o credere nei cavalieri dello zodiaco e Mary Poppins ma se la tua fede non è una fede che salva, stai perdendo tempo. Se credi nel lavoro o nel divertimento e non ti salva, stai perdendo tempo. Non sei cristiano così poi Gesù ti dona il lavoro, così poi Gesù ti dona l’amore. Se sei cristiano Dio ti porta fuori dalle tue certezze e ti dona Lui stesso che è molto di più del meglio lavoro, del meglio amore, della migliore soddisfazione. Se dici si, ne fai esperienza. Come nelle parole racchiuse in questo video di Carolina, la mamma di Giastin e altri due bambini santi, dove racconta che tre figli malati sono stati la sua occasione per incontrare il Signore e per essere felice:
Ecco questa è la fede. La fede non è credere che tutto andrà bene, che cresceranno fiorellini al gelsomino nel giardino sotto casa che neanche hai piantato perchè tu vai ad Assisi e addirittura hai vissuto 2 anni in castità con la fidanzata. La fede non è raccontare belle cose quando va tutto bene, eh che ce vo?! La fede non è l’euforia e l’entusiasmo di due balletti insieme ai frati e alle suore. La fede è fiducia. Fede è credere che Lui fa bene ogni cosa e crederci davvero perchè è cosí anche se pensi che stai subendo un’ingiustizia. Fede è avere le braccia di un Padre che ti ama talmente tanto da desiderare che tu entri nelle tue ferite per darti la possibilità di sanarle con il Suo aiuto. Fede è vedere oltre — ad occhi chiusi — ciecamente. Fede non è sfuggire dalla morte, ma viverla, sentirne la puzza e rigenerarla attraverso di Lui con un profumo nuovo. Fede è stare in ginocchio e affidarti proprio perchè non vedi il senso e non lo capisci. Fede è credere che Dio ne sa più di me e di te. Fede è l’umiltà della sua serva che fa secondo la Sua parola anche se completamente fuori dagli schemi minimi previsti per concepire un figlio. Fede è vedere che al di la del Mar Rosso c’è la salvezza e una gioia più grande di quella che ti era pensata tu. Non fermarti a piangere davanti al mare che ti sembra impossibile. Non fermarti! Non lasciarti assalire dagli egiziani! Alza quel bastone e vedrai meraviglie. Sali su quel monte a sacrificare quella cosa a te tanto cara che sono anni che chiedevi e finalmente ce l’hai. Vacci, fidati! Fidati ad occhi chiusi! Nessuno è rimasto deluso di tutti questi uomini, nostri padri nella fede, nostri fratelli, nostri amici che vivono vicino a noi. Nessuno di quelli che ha creduto ad occhi chiusi.
Davvero Dio ci offre dei doni immensamente più grandi di quelli che noi chiediamo: noi chiediamo la forza e Lui ci regala salite, noi chiediamo perseveranza e Lui ci dona un percorso lungo, noi chiediamo la fede e Lui ci dona il Mar Rosso. Noi siamo figli di un Dio oltre misura, che gioia! Che spettacolo! Che Padre!
Coraggio amici, coraggio! Lasciamoci amare. Oltre le nostre aspettative di credere cosa sia bene per la nostra vita c’è un bene da Dio che neanche ci immaginiamo e che possiamo scoprire solo ad occhi chiusi.
Forza!
Attraversiamo il mare!

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