Diego Manetti è professore di filosofia alle scuole superiori, collabora con la casa editrice Piemme, conduce un programma radiofonico a Radio Maria, dal titolo “Sulle tracce di Maria” e ha scritto molti libri-intervista su Medjugorje con Padre Livio Fanzaga.
Cosa pensa delle apparizioni a Medjugorje?
Io ho vissuto in prima persona quello che è Medjugorje, ho fatto esperienza di questo. Per me fare esperienza è stato decisivo perché per tanti anni avevo studiato il fenomeno Medjugorje “da lontano” e mi accorgevo che non potevo arrivare ad un giudizio che considerassi valido almeno per la mia persona.
Ho dovuto recarmi di persona sul posto, una decina di anni fa, e da quello che ho visto posso dire (rispettando pienamente il giudizio della Chiesa e la sua prudenza) credo personalmente che le apparizioni siano autentiche. Attraverso Medjugorje la Madonna, per la mia vita, ha rappresentato una svolta centrale.
Io ho vissuto in prima persona quello che è Medjugorje, ho fatto esperienza di questo. Per me fare esperienza è stato decisivo perché per tanti anni avevo studiato il fenomeno Medjugorje “da lontano” e mi accorgevo che non potevo arrivare ad un giudizio che considerassi valido almeno per la mia persona.
Ho dovuto recarmi di persona sul posto, una decina di anni fa, e da quello che ho visto posso dire (rispettando pienamente il giudizio della Chiesa e la sua prudenza) credo personalmente che le apparizioni siano autentiche. Attraverso Medjugorje la Madonna, per la mia vita, ha rappresentato una svolta centrale.
Quando è andato la prima volta a Medjugorje?
Era l’anno 2004. Ricordo che una collega della casa editrice era rientrata da pochi giorni da Medjugorje ed era entusiasta, devo dire di averla vista diversa: una persona molto attiva e decisa, era rientrata al lavoro, da questo luogo, con una pace che pensavo non potesse appartenerle. Mi ha colpito: come dicevo, Io avevo sempre studiato Medjugorje, attraverso i libri, mi ero sempre documentato. Ma non c’ero mai stato.
Spinto dal suo invito, siamo partiti subito per Medjugorje insieme ad alcuni amici.
Ricordo bene la prima volta che mi sono recato in Bosnia Erzegovina: era il 18 marzo 2004, abbiamo potuto assistere all’apparizione annuale a Mirjana.
E’ stata un esperienza molto toccante.
All’inizio temevo di non riuscire a raccogliermi in preghiera, perché c’erano migliaia di persone. Invece ricordo, che pur avendo parecchia distanza dalla veggente, dentro di me avevo fatto una preghiera, chiedendo di essere più vicino per essere più partecipe a questa esperienza.
Mi trovavo quasi a dover rinunciare e, facendo questa piccola offerta nel mio cuore, non so come ma, nel giro di pochi istanti, ho visto aprirsi un varco davanti a me e sono arrivato proprio vicinissimo a Mirjana che si trovava così proprio di fronte a me. Quando la veggente è caduta in estasi, dopo aver preparato questa apparizione con una preghiera breve ma molto intensa, ha alzato gli occhi al cielo e per un attimo ha incrociato i miei occhi ed ho visto che non vedeva nulla di quello che c’era intorno.
Era la prima volta che assistevo ad un’estasi, ma ho subito avuto la certezza interiore che non era un fenomeno naturale e che non stava fingendo.
Era l’anno 2004. Ricordo che una collega della casa editrice era rientrata da pochi giorni da Medjugorje ed era entusiasta, devo dire di averla vista diversa: una persona molto attiva e decisa, era rientrata al lavoro, da questo luogo, con una pace che pensavo non potesse appartenerle. Mi ha colpito: come dicevo, Io avevo sempre studiato Medjugorje, attraverso i libri, mi ero sempre documentato. Ma non c’ero mai stato.
Spinto dal suo invito, siamo partiti subito per Medjugorje insieme ad alcuni amici.
Ricordo bene la prima volta che mi sono recato in Bosnia Erzegovina: era il 18 marzo 2004, abbiamo potuto assistere all’apparizione annuale a Mirjana.
E’ stata un esperienza molto toccante.
All’inizio temevo di non riuscire a raccogliermi in preghiera, perché c’erano migliaia di persone. Invece ricordo, che pur avendo parecchia distanza dalla veggente, dentro di me avevo fatto una preghiera, chiedendo di essere più vicino per essere più partecipe a questa esperienza.
Mi trovavo quasi a dover rinunciare e, facendo questa piccola offerta nel mio cuore, non so come ma, nel giro di pochi istanti, ho visto aprirsi un varco davanti a me e sono arrivato proprio vicinissimo a Mirjana che si trovava così proprio di fronte a me. Quando la veggente è caduta in estasi, dopo aver preparato questa apparizione con una preghiera breve ma molto intensa, ha alzato gli occhi al cielo e per un attimo ha incrociato i miei occhi ed ho visto che non vedeva nulla di quello che c’era intorno.
Era la prima volta che assistevo ad un’estasi, ma ho subito avuto la certezza interiore che non era un fenomeno naturale e che non stava fingendo.
Lei ha scritto un libro, in cui parla dei segreti di Medjugorje dal titolo: “I segreti di Medjugorje. La Regina della Pace rivela il futuro del mondo”.
Cosa può dirci dei segreti di Medjugorje?
Quando nei primissimi anni, ancora adolescente, mi avvicinavo ai fenomeni di Medjugorje, l’elemento che più m’incuriosiva erano i segreti.
La cosa strana era che tutti quelli che erano legati a Medjugorje, quando si parlava dei segreti, subito cambiavano tema. La cosa mi lasciava un po’ perplesso.
Poi, andando a Medjugorje, mi sono reso conto che è così forte l’invito alla preghiera, alla conversione, che ciò che veramente conta è altro: non basta interessarsi ai segreti per curiosità, ma occorre desiderare anzitutto la conversione del cuore.
Questo non significa che i segreti siano trascurabili: incominciando a scrivere libri con Padre Livio, ho avuto la fortuna, attraverso la sua preparazione e la sua esperienza di fede e il suo legame con Medjugorje, di penetrare più da vicino quest’elemento e mi sono accorto che non è per nulla secondario.
Oggi parlare dei segreti significa parlare delle profezie, un termine comune nella letteratura biblica e mistica-cristiana, cioè parlare di un elemento che c’interpella da vicino e ci chiama ad interrogarci su quello che sarà il futuro.
Prima d’interrogarci sul futuro del mondo, dobbiamo interrogarci però sul futuro della nostra vita e per questo basta il Vangelo per accorgerci e ricordarci che nessuno può aggiungere un’ora alla sua vita.
La prima domanda che devo farmi è: “Come sto vivendo il mio oggi, la mia giornata?”. Potrebbe essere quella decisiva.
La Madonna ha richiamato spesso questa prospettiva evangelica dicendo a Medjugorje di non interrogarci troppo e di leggere il Vangelo perché lì c’è ogni risposta e affermando inoltre che “Chi prega non ha paura del futuro”.
La Madonna ha anche detto: “Con i segreti che intendo realizzare qui, voglio dare compimento a quello che ho cominciato a Fatima”.
Studiando questi messaggi, in particolare sui segreti, con padre Livio abbiamo visto che c’è un elemento centrale in tutto il fenomeno delle apparizioni.
Cosa può dirci dei segreti di Medjugorje?
Quando nei primissimi anni, ancora adolescente, mi avvicinavo ai fenomeni di Medjugorje, l’elemento che più m’incuriosiva erano i segreti.
La cosa strana era che tutti quelli che erano legati a Medjugorje, quando si parlava dei segreti, subito cambiavano tema. La cosa mi lasciava un po’ perplesso.
Poi, andando a Medjugorje, mi sono reso conto che è così forte l’invito alla preghiera, alla conversione, che ciò che veramente conta è altro: non basta interessarsi ai segreti per curiosità, ma occorre desiderare anzitutto la conversione del cuore.
Questo non significa che i segreti siano trascurabili: incominciando a scrivere libri con Padre Livio, ho avuto la fortuna, attraverso la sua preparazione e la sua esperienza di fede e il suo legame con Medjugorje, di penetrare più da vicino quest’elemento e mi sono accorto che non è per nulla secondario.
Oggi parlare dei segreti significa parlare delle profezie, un termine comune nella letteratura biblica e mistica-cristiana, cioè parlare di un elemento che c’interpella da vicino e ci chiama ad interrogarci su quello che sarà il futuro.
Prima d’interrogarci sul futuro del mondo, dobbiamo interrogarci però sul futuro della nostra vita e per questo basta il Vangelo per accorgerci e ricordarci che nessuno può aggiungere un’ora alla sua vita.
La prima domanda che devo farmi è: “Come sto vivendo il mio oggi, la mia giornata?”. Potrebbe essere quella decisiva.
La Madonna ha richiamato spesso questa prospettiva evangelica dicendo a Medjugorje di non interrogarci troppo e di leggere il Vangelo perché lì c’è ogni risposta e affermando inoltre che “Chi prega non ha paura del futuro”.
La Madonna ha anche detto: “Con i segreti che intendo realizzare qui, voglio dare compimento a quello che ho cominciato a Fatima”.
Studiando questi messaggi, in particolare sui segreti, con padre Livio abbiamo visto che c’è un elemento centrale in tutto il fenomeno delle apparizioni.
In molte apparizioni, la Madonna a Medjugorje ha fatto sempre presente che Satana oggi è più violento che mai.
Lai ha scritto un libro su questo tema che riguarda l’azione del maligno. Come Satana oggi attacca il mondo contemporaneo?
E’ una domanda che mi coglie sul vivo, perché ricordo l’origine, ovvero il primo libro che ho scritto con Padre Livio, “L’ora di Satana”… tutto è partito da un esperienza personale.
Mi era accaduto di accompagnare un amico con un altra persona per chiedere una consulenza ad un sacerdote esorcista e mi sono reso conto che c’era bisogno di preghiere di liberazione.
Credevo agli esorcisti, ma mai avevo visto all’opera un sacerdote che in nome di Cristo si metteva a combattere il demonio.
Ricordo che sono andato da Padre Livio, a dirgli che bisognava parlare di questo tema, ma non solo di questo. Far capire soprattutto come il demonio attacca con la tentazione, con le prove, con le ossessioni, qualsiasi fedele. Allora è nata l’idea, di raccontare “L’ora di Satana”, cioè come questo momento sia un momento particolare di attacco.
C’è un messaggio molto importante che la Regina della Pace a Medjugorje, ha dato il 1 gennaio 2001: “In questo momento Satana, è sciolto dalle catene”.
Ha lasciato intendere che il demonio si sta scatenando come mai prima d’ora.
I fronti d’attacco essenziali sono 3: la famiglia, i giovani e la pace.
La famiglia perché è lo specchio della Trinità: il demonio vuole sfregiare quest’opera più bella della creazione, convincendo l’uomo che la famiglia naturale sia un’invenzione culturale mentre è il dono più prezioso che Dio ha fatto all’uomo.
Vuole colpire i giovani, perché ormai sono privi della speranza, della pace, sono privati di valori senza più la capacità di credere e di vivere l’amore vero.
Infine la pace: il nostro ormai è un mondo senza pace. Non mi riferisco solo alle guerre ma, come dice la Madonna, soprattutto manca la pace nel nostro cuore e nelle nostre famiglie.
Il demonio sta lanciando un attacco, più forte che mai, contro questi tre fronti.
Ma mentre il demonio attacca, la Madonna controattacca. In questi oltre 30 anni a Medjugorje, sta chiamando i suoi discepoli, i suoi apostoli, affinché riportino Gesù Cristo nel cuore degli uomini.
Lai ha scritto un libro su questo tema che riguarda l’azione del maligno. Come Satana oggi attacca il mondo contemporaneo?
E’ una domanda che mi coglie sul vivo, perché ricordo l’origine, ovvero il primo libro che ho scritto con Padre Livio, “L’ora di Satana”… tutto è partito da un esperienza personale.
Mi era accaduto di accompagnare un amico con un altra persona per chiedere una consulenza ad un sacerdote esorcista e mi sono reso conto che c’era bisogno di preghiere di liberazione.
Credevo agli esorcisti, ma mai avevo visto all’opera un sacerdote che in nome di Cristo si metteva a combattere il demonio.
Ricordo che sono andato da Padre Livio, a dirgli che bisognava parlare di questo tema, ma non solo di questo. Far capire soprattutto come il demonio attacca con la tentazione, con le prove, con le ossessioni, qualsiasi fedele. Allora è nata l’idea, di raccontare “L’ora di Satana”, cioè come questo momento sia un momento particolare di attacco.
C’è un messaggio molto importante che la Regina della Pace a Medjugorje, ha dato il 1 gennaio 2001: “In questo momento Satana, è sciolto dalle catene”.
Ha lasciato intendere che il demonio si sta scatenando come mai prima d’ora.
I fronti d’attacco essenziali sono 3: la famiglia, i giovani e la pace.
La famiglia perché è lo specchio della Trinità: il demonio vuole sfregiare quest’opera più bella della creazione, convincendo l’uomo che la famiglia naturale sia un’invenzione culturale mentre è il dono più prezioso che Dio ha fatto all’uomo.
Vuole colpire i giovani, perché ormai sono privi della speranza, della pace, sono privati di valori senza più la capacità di credere e di vivere l’amore vero.
Infine la pace: il nostro ormai è un mondo senza pace. Non mi riferisco solo alle guerre ma, come dice la Madonna, soprattutto manca la pace nel nostro cuore e nelle nostre famiglie.
Il demonio sta lanciando un attacco, più forte che mai, contro questi tre fronti.
Ma mentre il demonio attacca, la Madonna controattacca. In questi oltre 30 anni a Medjugorje, sta chiamando i suoi discepoli, i suoi apostoli, affinché riportino Gesù Cristo nel cuore degli uomini.
L’ateismo è uno degli attacchi di Satana?
Più che l’ateismo direi che lo è l’idolatria.
L’ateismo, ormai è un fattore di minoranza, nessuno osa dire “Non credo in Dio e non credo in nulla”.
Si dice piuttosto di non credere in Dio ma di credere in un altro dio. Infatti, si sceglie: il sesso, il potere, la droga, il proprio io, l’orgoglio… in questo modo si ripercorrono le prime orme di ribellione di Lucifero, che si eretto contro Dio, opponendosi a San Michele, rifiutando di riconoscersi come creatura. Ha rigettato il proprio creatore, ha rifiutato Dio.
Poi dopo aver perso la condizione di grazia e di amicizia con Dio, ha indotto allo stesso peccato anche i nostri progenitori.
Anche Adamo ed Eva hanno peccato di disobbedienza. Questo è il peccato che il demonio, va seminando nel cuore dell’uomo; ma l’uomo è fatto per adorare qualcosa che è più grande di sé.
Quando si rinuncia di essere veri adoratori in Spirito e Verità di Dio, si diventa idolatri. Questo è uno degli attacchi che il demonio va portando avanti.
Accanto all’idolatria, c’è la impostura anticristica, cioè il far credere che Gesù Cristo non sia il Figlio di Dio.
In diversi libri, con Padre Livio, abbiamo messo in evidenza questo tema, ad esempio nel “Ritorno di Cristo”, facendo vedere che Cristo è talmente scomodo per l’uomo che vorrebbe fare tutto da sé, che anziché negarne l’esistenza, si preferisce ridurne la figura ad un difensore di pace, un rivoluzionario, un ecologista o un profeta come tanti.
Invece la mia fede riconosce che Gesù è il Cristo ed il Figlio di Dio.
Più che l’ateismo direi che lo è l’idolatria.
L’ateismo, ormai è un fattore di minoranza, nessuno osa dire “Non credo in Dio e non credo in nulla”.
Si dice piuttosto di non credere in Dio ma di credere in un altro dio. Infatti, si sceglie: il sesso, il potere, la droga, il proprio io, l’orgoglio… in questo modo si ripercorrono le prime orme di ribellione di Lucifero, che si eretto contro Dio, opponendosi a San Michele, rifiutando di riconoscersi come creatura. Ha rigettato il proprio creatore, ha rifiutato Dio.
Poi dopo aver perso la condizione di grazia e di amicizia con Dio, ha indotto allo stesso peccato anche i nostri progenitori.
Anche Adamo ed Eva hanno peccato di disobbedienza. Questo è il peccato che il demonio, va seminando nel cuore dell’uomo; ma l’uomo è fatto per adorare qualcosa che è più grande di sé.
Quando si rinuncia di essere veri adoratori in Spirito e Verità di Dio, si diventa idolatri. Questo è uno degli attacchi che il demonio va portando avanti.
Accanto all’idolatria, c’è la impostura anticristica, cioè il far credere che Gesù Cristo non sia il Figlio di Dio.
In diversi libri, con Padre Livio, abbiamo messo in evidenza questo tema, ad esempio nel “Ritorno di Cristo”, facendo vedere che Cristo è talmente scomodo per l’uomo che vorrebbe fare tutto da sé, che anziché negarne l’esistenza, si preferisce ridurne la figura ad un difensore di pace, un rivoluzionario, un ecologista o un profeta come tanti.
Invece la mia fede riconosce che Gesù è il Cristo ed il Figlio di Dio.
La Madonna a Medjugorje, ha portato anni fa, Vicka e Jakov, a vedere: il paradiso, l’inferno e il purgatorio.
Lei ha scritto di recente un libro, in cui parla di queste profezie, dal titolo “Inchiesta sull’inferno. Salvezza e perdizione nelle profezie di Medjugorje”.
Può dirci qualcosa in più?
E’ un interesse vivo che ho avuto sempre, sapendo che la nostra vita ci vede pellegrini su questa terra fatti per il cielo.
Tante volte, la Madonna a Medjugorje ha detto “Io sono venuta per chiamare tutti alla salvezza, per portare tutti a mio Figlio, per portare tutti al paradiso e alla vita eterna”.
Questi, più che luoghi, come ci viene insegnato dal catechismo sono delle condizioni: due sono eterne – il paradiso e l’inferno -, una invece è temporanea, cioè il purgatorio.
Oggi si sentono tante prediche che parlano d’impegno sociale, di giustizia e di equità. Sono tutti valori importanti, per una buona e pacifica convivenza sociale, però le cose più importanti sono le “ultime cose” della vita: la morte, il giudizio, l’inferno e il paradiso.
Con Padre Livio abbiamo scelto di fare un inchiesta sull’inferno. Ci siamo chiesti se ci fosse qualcosa di sospetto, in questo silenzio su un tema così spinoso e così scottante.
Dell’inferno non si parla più. Quando una persona muore, si chiede se sia morta bene, alludendo al fatto se sia morta senza soffrire o se è morta senza lasciare debiti, ma nessuno si chiede che cos’è di questa persona “dopo”. Quando si va a un funerale, quando si sentono alcune omelie su persone che sono morte, tutti parlano come se automaticamente quella persona fosse già in paradiso.
Invece, ci viene da chiederci: “Quest’anima che adesso è di fronte a Dio, a quale giudizio viene incontro? Come ha vissuto la sua vita? Quanto ha vissuto la comunione con Dio durante la sua esistenza terrena?”.
Abbiamo voluto parlare dell’inferno per due motivi fondamentali: non per fare terrorismo psicologico e spaventare le persone, ma per dire come prima cosa che l’inferno esiste e l’esistenza dell’inferno è la garanzia che la nostra libertà è autentica.
Se l’uomo è libero, è moralmente responsabile ed è drammaticamente libero al punto che può addirittura arrivare a rifiutare Dio.
Questa scelta così drammatica di rifiutare Dio, per essere sostanziale e reale, deve portare delle conseguenze reali. L’inferno – dice il catechismo – è uno stato di autoesclusione dell’anima da Dio.
Dio rispetta la mia libertà al punto che non mi toglie mai le conseguenze, di questa scelta volontaria e radicale.
Va all’inferno – cin insegna la dottrina della Chiesa – solo chi muore in peccato mortale senza pentirsi.
La seconda conseguenza è il fatto che se è possibile perdersi è anche possibile salvarsi.
Se c’è l’inferno è perché c’è anche il paradiso, se posso dire di no è anche perché posso dire di si.
Per cui vale il detto: “Ci si salva per grazia, ci si danna per colpa propria”.
Abbiamo cercato, con Padre Livio, di riportare quest’argomento alla ribalta, per dire che se di quest’argomento non se ne parla, il primo ad essere contento è il demonio.
Se invece io parlo dell’inferno, è perché lo voglio evitare e voglio andare in paradiso.
Lei ha scritto di recente un libro, in cui parla di queste profezie, dal titolo “Inchiesta sull’inferno. Salvezza e perdizione nelle profezie di Medjugorje”.
Può dirci qualcosa in più?
E’ un interesse vivo che ho avuto sempre, sapendo che la nostra vita ci vede pellegrini su questa terra fatti per il cielo.
Tante volte, la Madonna a Medjugorje ha detto “Io sono venuta per chiamare tutti alla salvezza, per portare tutti a mio Figlio, per portare tutti al paradiso e alla vita eterna”.
Questi, più che luoghi, come ci viene insegnato dal catechismo sono delle condizioni: due sono eterne – il paradiso e l’inferno -, una invece è temporanea, cioè il purgatorio.
Oggi si sentono tante prediche che parlano d’impegno sociale, di giustizia e di equità. Sono tutti valori importanti, per una buona e pacifica convivenza sociale, però le cose più importanti sono le “ultime cose” della vita: la morte, il giudizio, l’inferno e il paradiso.
Con Padre Livio abbiamo scelto di fare un inchiesta sull’inferno. Ci siamo chiesti se ci fosse qualcosa di sospetto, in questo silenzio su un tema così spinoso e così scottante.
Dell’inferno non si parla più. Quando una persona muore, si chiede se sia morta bene, alludendo al fatto se sia morta senza soffrire o se è morta senza lasciare debiti, ma nessuno si chiede che cos’è di questa persona “dopo”. Quando si va a un funerale, quando si sentono alcune omelie su persone che sono morte, tutti parlano come se automaticamente quella persona fosse già in paradiso.
Invece, ci viene da chiederci: “Quest’anima che adesso è di fronte a Dio, a quale giudizio viene incontro? Come ha vissuto la sua vita? Quanto ha vissuto la comunione con Dio durante la sua esistenza terrena?”.
Abbiamo voluto parlare dell’inferno per due motivi fondamentali: non per fare terrorismo psicologico e spaventare le persone, ma per dire come prima cosa che l’inferno esiste e l’esistenza dell’inferno è la garanzia che la nostra libertà è autentica.
Se l’uomo è libero, è moralmente responsabile ed è drammaticamente libero al punto che può addirittura arrivare a rifiutare Dio.
Questa scelta così drammatica di rifiutare Dio, per essere sostanziale e reale, deve portare delle conseguenze reali. L’inferno – dice il catechismo – è uno stato di autoesclusione dell’anima da Dio.
Dio rispetta la mia libertà al punto che non mi toglie mai le conseguenze, di questa scelta volontaria e radicale.
Va all’inferno – cin insegna la dottrina della Chiesa – solo chi muore in peccato mortale senza pentirsi.
La seconda conseguenza è il fatto che se è possibile perdersi è anche possibile salvarsi.
Se c’è l’inferno è perché c’è anche il paradiso, se posso dire di no è anche perché posso dire di si.
Per cui vale il detto: “Ci si salva per grazia, ci si danna per colpa propria”.
Abbiamo cercato, con Padre Livio, di riportare quest’argomento alla ribalta, per dire che se di quest’argomento non se ne parla, il primo ad essere contento è il demonio.
Se invece io parlo dell’inferno, è perché lo voglio evitare e voglio andare in paradiso.
Cosa pensa dei veggenti, che ormai da quasi 34 anni, sono il tramite che alla Madonna permette di far sapere al mondo ciò che dice nei messaggi?
Dei sei veggenti posso dire che con alcuni di loro ho instaurato un bel rapporto di amicizia e di familiarità che si è andato consolidando negli anni.
Sono persone profondamente semplici e genuine: quello che mi colpisce è che sono veramente strumenti, che confermano ogni giorno quello che la Madonna ha detto a loro, rispondendo ad un’esplicita domanda “Perché hai scelto noi?” e la Madonna ha replicato: “Io ho scelto voi perché non siete i migliori”.
Non sono dei privilegiati. Quello che ho potuto notare in tutti questi anni è che hanno avuto una grandissima fedeltà ad una missione che è veramente più grande di loro. Hanno avuto la vita completamente stravolta da questo che, se è un grande dono, è anche una grande responsabilità.
Sono chiamati ad essere messaggeri fedeli.
Tante volte si specula sui veggenti interrogandosi sulla loro vita privata, sulle loro abitudini, ma io penso che siano anzitutto degli strumenti e come tali vadano guardati. Credo che sia molto importante che ognuno di noi possa pregare per loro perché il compito che gli è affidato è veramente importante.
Immaginiamo che quando vengono colpiti i pastori, le pecore si disperdono. Questo vale per i sacerdoti, ma vale anche per tutte le persone che sono strumenti di Dio.
Credo che questi sei ragazzi, nelle loro differenti umanità e diversità di caratteri, siano veramente gli strumenti che la Madonna ha scelto per portare il Suo annuncio di pace e di conversione, in questo nuovo millennio.
Dei sei veggenti posso dire che con alcuni di loro ho instaurato un bel rapporto di amicizia e di familiarità che si è andato consolidando negli anni.
Sono persone profondamente semplici e genuine: quello che mi colpisce è che sono veramente strumenti, che confermano ogni giorno quello che la Madonna ha detto a loro, rispondendo ad un’esplicita domanda “Perché hai scelto noi?” e la Madonna ha replicato: “Io ho scelto voi perché non siete i migliori”.
Non sono dei privilegiati. Quello che ho potuto notare in tutti questi anni è che hanno avuto una grandissima fedeltà ad una missione che è veramente più grande di loro. Hanno avuto la vita completamente stravolta da questo che, se è un grande dono, è anche una grande responsabilità.
Sono chiamati ad essere messaggeri fedeli.
Tante volte si specula sui veggenti interrogandosi sulla loro vita privata, sulle loro abitudini, ma io penso che siano anzitutto degli strumenti e come tali vadano guardati. Credo che sia molto importante che ognuno di noi possa pregare per loro perché il compito che gli è affidato è veramente importante.
Immaginiamo che quando vengono colpiti i pastori, le pecore si disperdono. Questo vale per i sacerdoti, ma vale anche per tutte le persone che sono strumenti di Dio.
Credo che questi sei ragazzi, nelle loro differenti umanità e diversità di caratteri, siano veramente gli strumenti che la Madonna ha scelto per portare il Suo annuncio di pace e di conversione, in questo nuovo millennio.
Secondo lei, Medjugorje darà una nuova svolta alla chiesa?
Con Padre Livio, abbiamo tentato di mettere in luce, il rilievo che Medjugorje credo possa avere per la chiesa, scrivendo proprio un libro intitolato “Medjugorje rinnova la chiesa”.
Con questo, non intendiamo alludere a chissà quali riforme e rivoluzioni, ma dire semplicemente che ciò che sembra abbia costituito l’anima delle riforme della chiesa è sempre stato come un ritorno alle origini. Cioè riscoprire il Vangelo, nella sua integralità e nella sua purezza.
Vediamo che la Madonna richiama a Medjugorje la preghiera, il digiuno, la confessione, la Messa, la Parola di Dio… questi sono tutti elementi centrali di quella che è la vita della prima comunità cristiana, che vive i sacramenti, la Parola di Dio e una profonda comunione fraterna.
La Madonna è venuta a ricordare quello che è il Vangelo di suo Figlio, a richiamare tutta la Chiesa – cioè il popolo di Dio, sacerdoti, religiosi e laici – quello che è il compito di ognuno.
Da questo punto di vista, devo dire che Medjugorje, è un grande dono per tutta la chiesa e anche per quelli che sono al di fuori della chiesa.
L’augurio che faccio a lei e a tutti i radioascoltatori è che sempre la Madonna possa rivolgere anche a noi, quelle parole con cui chiude ogni suo messaggio a Medjugorje: “Grazie perché hai risposto alla mia chiamata”.
Con Padre Livio, abbiamo tentato di mettere in luce, il rilievo che Medjugorje credo possa avere per la chiesa, scrivendo proprio un libro intitolato “Medjugorje rinnova la chiesa”.
Con questo, non intendiamo alludere a chissà quali riforme e rivoluzioni, ma dire semplicemente che ciò che sembra abbia costituito l’anima delle riforme della chiesa è sempre stato come un ritorno alle origini. Cioè riscoprire il Vangelo, nella sua integralità e nella sua purezza.
Vediamo che la Madonna richiama a Medjugorje la preghiera, il digiuno, la confessione, la Messa, la Parola di Dio… questi sono tutti elementi centrali di quella che è la vita della prima comunità cristiana, che vive i sacramenti, la Parola di Dio e una profonda comunione fraterna.
La Madonna è venuta a ricordare quello che è il Vangelo di suo Figlio, a richiamare tutta la Chiesa – cioè il popolo di Dio, sacerdoti, religiosi e laici – quello che è il compito di ognuno.
Da questo punto di vista, devo dire che Medjugorje, è un grande dono per tutta la chiesa e anche per quelli che sono al di fuori della chiesa.
L’augurio che faccio a lei e a tutti i radioascoltatori è che sempre la Madonna possa rivolgere anche a noi, quelle parole con cui chiude ogni suo messaggio a Medjugorje: “Grazie perché hai risposto alla mia chiamata”.
di rita sberna
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