“Gli ho detto che sono di Piacenza e lui ha sorriso dicendo che bella Piacenza – racconta don Conte – forse non perché la conosce ma magari ne ha sentito parlare da monsignor Corbellini o dal vescovo Ambrosio durante l’incontro dello scorso anno con i nostri giovani. Poi ci siamo scambiati alcuni pensieri spirituali e gli ho consegnato i libri che ho scritto dicendogli che se di sera non riesce a dormire magari ne può leggere un pezzo per addormentarsi, allora lui mi ha preso le braccia e ha sorriso. Quando gli ho detto che festeggio i 60 anni di sacerdozio mi ha risposto che il Signore deve avere una bella pazienza per avermi sopportato tutto quel tempo. Così abbiamo riso insieme”.Pochi minuti non bastano per dire cose importanti però “sono sufficienti per apprezzarne l’umanità, si sente che ha stima e ti vuole bene. Ti guarda con affetto e ti incoraggia” ha concluso il sacerdote.
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