+++ IL PAPA A PALO +++
A Palo il Papa chiede giustizia sociale e riscatto dei poveri
A causa, dunque, delle avverse condizioni climatiche, Papa Francesco ha dovuto anticipare il suo rientro a Manila di almeno tre ore, riducendo i momenti che avrebbe dovuto trascorrere con alcune famiglie superstiti del tifone. Il Pontefice ha potuto benedire solo dall'esterno il Centro per i poveri a lui dedicato e ha salutato brevemente i sacerdoti, religiose, religiosi, seminaristi e altre famiglie superstiti del tifone che lo attendevano all'interno della Cattedrale di Palo, consegnando loro il discorso che aveva preparato. ( Radio Vaticana)
“Il criterio con cui trattiamo i poveri sarà quello con il quale verremo giudicati”. Parafrasando le parole del Vangelo di Matteo, Papa Francesco ha riportato l’attenzione sui più deboli, parlando nella cattedrale della Trasfigurazione del Signore a Palo, ricostruita con molti sforzi dopo la devastazione del tifone Yolanda, che nel novembre 2013 causò in tutte le Filippine oltre seimila morti.
L’attenzione ai poveri
Ed è proprio da questo luogo di sofferenza, dove i poveri sono molti, che Francesco chiede si faccia di più per loro: “Che vengano trattati in maniera equa, che la loro dignità sia rispettata, che le scelte politiche ed economiche siano giuste e inclusive, che le opportunità di lavoro e di educazione vengano accresciute e che siano rimossi gli ostacoli all’attuazione dei servizi sociali”.
Ed è proprio da questo luogo di sofferenza, dove i poveri sono molti, che Francesco chiede si faccia di più per loro: “Che vengano trattati in maniera equa, che la loro dignità sia rispettata, che le scelte politiche ed economiche siano giuste e inclusive, che le opportunità di lavoro e di educazione vengano accresciute e che siano rimossi gli ostacoli all’attuazione dei servizi sociali”.
La vera felicità è aiutare gli altri
Questo ha chiesto il Santo Padre, unendo un ringraziamento ai giovani e a quanti si sono adoperati per la ricostruzione, ma anche per la cura dei malati e dei morenti, per il conforto dei sofferenti e per la sepoltura dei morti. Il dolore rende difficile vedere il modo di andare avanti, ma “la vera felicità viene dall’aiutare gli altri – sottolinea – offrendo loro noi stessi con sacrificio di sé, misericordia e compassione. Così sarete una forza potente per il rinnovamento della società”.
Questo ha chiesto il Santo Padre, unendo un ringraziamento ai giovani e a quanti si sono adoperati per la ricostruzione, ma anche per la cura dei malati e dei morenti, per il conforto dei sofferenti e per la sepoltura dei morti. Il dolore rende difficile vedere il modo di andare avanti, ma “la vera felicità viene dall’aiutare gli altri – sottolinea – offrendo loro noi stessi con sacrificio di sé, misericordia e compassione. Così sarete una forza potente per il rinnovamento della società”.
La Chiesa, sorgente di speranza
Un grazie particolare ai religiosi che si sono spesi per la popolazione così duramente colpita: “Mediante la vostra presenza e la vostra carità avete reso testimonianza alla bellezza e alla verità del Vangelo – afferma – avete reso presente la Chiesa come sorgente di speranza, di guarigione, di misericordia”. Quella misericordia che imita la misericordia di Dio, alla quale il Papa ha poi affidato le vittime, invocando consolazione e pace su coloro che ancora piangono.
Un grazie particolare ai religiosi che si sono spesi per la popolazione così duramente colpita: “Mediante la vostra presenza e la vostra carità avete reso testimonianza alla bellezza e alla verità del Vangelo – afferma – avete reso presente la Chiesa come sorgente di speranza, di guarigione, di misericordia”. Quella misericordia che imita la misericordia di Dio, alla quale il Papa ha poi affidato le vittime, invocando consolazione e pace su coloro che ancora piangono.
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