Una ragazza si lamentava con suo padre della sua vita e di come le cose le risultassero sempre difficili. Non sapeva come fare per andare avanti e credeva che si sarebbe data per vinta. Era stanca di lottare. Sembrava che quando risolveva un problema ne apparisse subito un altro.
Suo padre, di professione chef, la portò sul suo posto di lavoro, dove riempì tre recipienti d’acqua e li mise sul fuoco. Presto l’acqua di ciascuno dei recipienti iniziò a bollire. In uno mise delle carote, in un altro delle uova e nell’ultimo preparò il caffè. Lasciò tutto bollire senza dire una parola.
Il padre le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, l’acqua in ebollizione, ma avevano reagito in modi molto diversi.
“Tu quale sei?”, chiese alla figlia. “Quando le avversità bussano alla tua porta, come rispondi? Sei una carota che sembra forte ma quando le avversità e il dolore ti toccano diventi debole e perdi il tuo vigore?”
“Sei un uovo, che inizia con un cuore malleabile? Possedevi uno spirito fluido ma dopo una morte, una separazione o un licenziamento sei diventata dura e rigida?”
“O sei come il caffè? Il caffè cambia l’acqua che bolle, un elemento che gli provoca dolore. Quando l’acqua arriva al punto di ebollizione, il caffè acquista il suo sapore migliore. Se sei come il caffè, quando le cose peggiorano tu reagisci meglio e fai sì che le cose intorno a te migliorino”.
E tu? Quale dei tre sei?
Noi cristiani siamo un chicco che dà al mondo il sapore di Cristo, ma dobbiamo essere purificati dalle prove perché il nostro sapore imbeva il mondo.
“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Matteo 5,13).
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