Questo testo può essere divulgato a due condizioni: 1) non cambiare alcuna parola del testo, 2) citare l’origine "Enfants de Medjugorje" assieme al nostro sito in francese www.enfantsdemedjugorje.fr; e-mail gospa.fr@gmail.com
Les Enfants de Medjugorje 2016
2 settembre 2016
Cari figli di Medjugorje, siano lodati Gesù e Maria!
Fra tutti i rapporti emessi dai media, su Internet o per canali privati, mi ha colpito l’idea luminosa di una abitante di Amatrice che sicuramente porterà frutto nei nostri cuori:
“Cerco alla televisione o su internet, ci dice, i visi degli anziani della casa di Ritiri dove vado a Messa. Vedo Don Savino, il parroco, che piange al Telegiornale, lui così timido e sempre controllato. Vedo la Casa di Ritiro delle donne, crollata. Ho saputo che 3 suore, suor Cecilia, suor Agata e suor Anna non sono più state ritrovate. Penso che siano morte. Una di esse era venuta ad aprirmi la porta il mattino che ero in ritardo. Cosa possiamo fare in questi casi? Mi domando cosa desidererei, io, da parte di una perfetta sconosciuta, se fossi in questa situazione? Vorrei delle preghiere! Se fossi in pericolo di morte, vorrei delle preghiere. Ma soprattutto, se dovessi presentarmi davanti a Dio per essere giudicata, supplicherei tutti gli sconosciuti del mondo di implorare per me la Misericordia di Dio. (vedi PS3)
In questo Giubileo della Misericordia, ciascuno di noi potrebbe adottare una delle vittime! Si tratterebbe di lucrare per lei l’indulgenza plenaria offerta dal Giubileo. Potremmo scegliere un nome, oppure lasciare a Dio di scegliere la vittima più anonima di tutte. Un vecchio, un malato, una persona sola, un bambino… Cosa è successo alla ragazzina di 14 anni il cui padre è stato intervistato dal Telegiornale? Un padre che era davanti alla casa dell’incubo, senza voce. Che dolore straziante! Qualcuno prega per sua figlia? E’ forse salva? Se è morta, chi domanda l’indulgenza per lei?
Possiamo essere al suo fianco compiendo il più grande atto di carità possibile verso il prossimo: presentarla al Padre, domandando per lei non solamente il perdono dei suoi peccati, ma anche la liberazione della pena temporale dovuta a suoi peccati. Non è forse questo il più grande soccorso?” (Costanza)
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