Durante la sua infanzia, la nonna lasciò la fede cattolica; sua madre – devota alle invocazioni mariane – pregò la Nostra Signora di Guadalupe affinché potesse portarla nuovamente alla fede. “Mia madre fece un patto con Dio, e disse: ‘Se riporterai mia madre a Te, diventerò maestra e il 12 dicembre insegnerò ad ogni mio studente la storia di Nostra Signora di Guadalupe. Se mi benedirai con dei figli, farò ascoltare anche a loro la storia, ogni anno”, racconta O’Neill.
E così sua nonna tornò alla fede e sua madre si fece maestra. Mantenne la promessa e insegnò ai suoi studenti – e ovviamente anche ai suoi figli – la storia della Vergine di Guadalupe. “In definitiva, fu Nostra Signora di Guadalupe a mettermi sulla strada dei miracoli”, dice O’Neill.
Sebbene O’Neill abbia studiato ingegneria a Stanford, frequentò anche alcuni corsi di archeologia e fece ricerche approfondite sul mantello di Nostra Signora di Guadalupe. “Pensavo al grande fascino di tutto questo, e non riuscivo a credere che questi miracoli furono non solo acclamati nel corso della storia, ma addirittura alcuni di loro sono stati approvati dalla Chiesa Cattolica”, ricorda. “Mi sembrava assurdo che la Chiesa abbia rischiato la propria credibilità per queste dichiarazioni folli, esponendosi dichiarando che alcune di esse fossero degne di fede”.
E quindi nel 1998 O’Neill lanciò il suo sito web, Miracle Hunter [‘cacciatore di miracoli’]. “Mi resi conto che in rete non vi fossero molte informazioni sul tema. Non da un punto di vista critico, perlomeno. Vi erano soltanto punti di vista eccessivamente ‘devozionali’, e pensai dunque di poter dare un apporto con un’analisi più accademica”.
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Da allora ci sono stati libri, un programma radiofonico, articoli di giornali e una pagina sorella chiamata 365 Days with Mary [365 giorni con Maria], in cui O’Neill ha messo insieme tutte le devozioni mariane approvate e le ha organizzate in base alle giornate di festività. Negli ultimi due anni O’Neill ha pubblicato due libri e ha partecipato alla stesura di un articolo di copertina per la rivista del National Geographic del dicembre 2015, How the Virgin Mary Became the World’s Most Powerful Woman [Come la Vergine Maria è diventata la donna più potente al mondo]. C’è anche un nuovo programma televisivo, Miracles [Miracoli], il cui lancio è previsto per questo autunno/inverno sul canale EWTN; gran parte degli episodi saranno girati nei luoghi di riferimento.
Ma O’Neill non è stato sempre così disposto a condividere con gli altri la sua passione per i miracoli. “Sono rimasto in silenzio per molto tempo, perché spesso l’interesse per i miracoli provoca le stesse reazioni di chi va a caccia di UFO o dello Yeti “, dice. Ma alla fine ne ha fatta una questione di evangelizzazione.
“I miracoli possono essere un’importante sostegno per la fede delle persone”, afferma. “Non devono essere però il centro della nostra fede. Ci sono persone – tutti ne conosciamo qualcuna – che si aggrappano a queste cose.Sono il ‘cacciatore di miracoli’, dunque potrebbe sembrare strano sentirlo dire da me, ma se la tua fede si basa esclusivamente sui miracoli, c’è qualcosa che non va. Tuttavia è innegabile che possono aiutare molto a volgere il nostro volto a Cristo; ed è proprio ciò che accade quando avvengono questi eventi straordinari con cui Dio ci benedice. I miracoli sono un ottimo modo per riportare all’ovile le persone che hanno perso la propria fede. E ai giovani che amano le storie sul paranormale di alcuni videogiochi e film… dico che nella fede cattolica ci sono tante cose che potrebbero interessarli”.
O’Neill aggiunge che il maggior equivoco che si ha sulle apparizioni e sui miracoli in generale è l’assunto che la Chiesa Cattolica li approvi per “attirare le persone in chiesa o per vendere rosari nei santuari locali”. In realtà, la Chiesa non ha nessun interesse nel promuovere queste cose.
“È chiaro che si debba evangelizzare e attirare a sé quanti più credenti possibile, ma quando la Chiesa investiga su un’apparizione o su un miracolo, vuole chiudere subito il caso in modo da riportare i fedeli ad un esercizio ‘ordinario’ della propria fede. Una fede incentrata su Cristo, sulle Sue parole, sulle Sue opere. Una fede che abbia il Vangelo, ministrato attraverso la Chiesa, come suo punto centrale”, spiega O’Neill.
“Alcune manifestazioni di fede popolare, come fare lunghe file per vedere statue che sanguinano, possono sicuramente ricordarci dell’amore di Dio per noi, ma possono anche distrarci. Quando la Chiesa avvia un’indagine, in realtà è per dimostrare che non si tratta affatto di un evento soprannaturale. Quando un fatto è dichiarato degno di fede, quando è cioè definito soprannaturale, si tratta di un vero motivo di festa, perché la Chiesa aveva provato a confutarlo in ogni modo”.
O’Neill sostiene che il modo in cui la Chiesa tratti i miracoli sia “assolutamente perfetto e indiscutibile”. Ha fatto ricerche e indagini su molti tipo di miracoli, come riportato nel suo libro Exploring the Miraculous [Esplorando il miracoloso], ma personalmente sono i miracoli eucaristici ad affascinarmi di più, perché la scienza li può convalidare.
“Ci sono stati dei casi specifici in cui è stato dimostrato che un’ostia consacrata contenesse vera carne e vero sangue; in un caso recenteavvenuto in Polonia è stato scoperto del muscolo striato cardiaco in un’ostia. Spesso la Chiesa sceglie scienziati atei per esaminare questi casi. E hanno confermato che si tratta di ‘vera carne e vero sangue’. Questi sono i casi che preferisco, in cui la scienza può intervenire e dimostrare che effettivamente si sta assistendo ad un miracolo”.
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