I quattro stadi della vita secondo
Carlo Maria Martini
Carlo Maria Martini
di Robert Cheaib
«È più facile insegnare che educare,
perché per insegnare basta sapere,
mentre per educare è necessario essere».
perché per insegnare basta sapere,
mentre per educare è necessario essere».
«Un proverbio indiano narra di quattro stadi della vita dell’uomo.
Il primo è lo stadio in cui si impara;
il secondo è quello in cui si insegna o si servono gli altri;
nel terzo si va nel bosco,
il bosco profondo del silenzio,
della riflessione, del ripensamento e credo che,
allorché si aprirà per me il terzo stadio,
potrò riordinare con gratitudine tutto ciò che ho ricevuto,
ricordare le persone che ho incontrato,
gli stimoli che mi sono stati dati e che in questi ventidue anni
non sono riuscito a elaborare
(nel bosco, passeggiando tra gli alberi,
si rimettono in ordine le memorie).
«Nel quarto stadio, particolarmente significativo per la mistica
e l’ascetica indù, si impara a mendicare;
l’andare a mendicare è il sommo della vita ascetica,
e mi dicono che anche oggi persone ricche,
che hanno fatto una grande fortuna nella vita,
a un certo punto vanno a mendicare,
in quanto il mendicante rappresenta lo stadio più alto
dell’esistenza umana.
«Mendicare significa dipendere dagli altri ‘
ciò che non vorremmo avvenisse mai –,
e dobbiamo prepararci.
Il tempo del bosco ci prepara,
prepara il momento che può avvenire oggi,
domani o dopodomani,
secondo la volontà del Signore.
«Naturalmente, l’ho detto altre volte,
se mi sarà possibile vivrò questi stadi almeno in parte a Gerusalemme, -
lo stadio del bosco e della mendicità –
e sarà come un’ulteriore grazia di Dio,
che si aggiunge e corona tutte le altre.
«Vi invito a pregare per Gerusalemme,
a ricordarvi di Gerusalemme,
a non dimenticarvi di quella città che è il simbolo
di tutto l’umano e nella quale,
se ci sarà pace, si farà pace ovunque».
Il primo è lo stadio in cui si impara;
il secondo è quello in cui si insegna o si servono gli altri;
nel terzo si va nel bosco,
il bosco profondo del silenzio,
della riflessione, del ripensamento e credo che,
allorché si aprirà per me il terzo stadio,
potrò riordinare con gratitudine tutto ciò che ho ricevuto,
ricordare le persone che ho incontrato,
gli stimoli che mi sono stati dati e che in questi ventidue anni
non sono riuscito a elaborare
(nel bosco, passeggiando tra gli alberi,
si rimettono in ordine le memorie).
«Nel quarto stadio, particolarmente significativo per la mistica
e l’ascetica indù, si impara a mendicare;
l’andare a mendicare è il sommo della vita ascetica,
e mi dicono che anche oggi persone ricche,
che hanno fatto una grande fortuna nella vita,
a un certo punto vanno a mendicare,
in quanto il mendicante rappresenta lo stadio più alto
dell’esistenza umana.
«Mendicare significa dipendere dagli altri ‘
ciò che non vorremmo avvenisse mai –,
e dobbiamo prepararci.
Il tempo del bosco ci prepara,
prepara il momento che può avvenire oggi,
domani o dopodomani,
secondo la volontà del Signore.
«Naturalmente, l’ho detto altre volte,
se mi sarà possibile vivrò questi stadi almeno in parte a Gerusalemme, -
lo stadio del bosco e della mendicità –
e sarà come un’ulteriore grazia di Dio,
che si aggiunge e corona tutte le altre.
«Vi invito a pregare per Gerusalemme,
a ricordarvi di Gerusalemme,
a non dimenticarvi di quella città che è il simbolo
di tutto l’umano e nella quale,
se ci sarà pace, si farà pace ovunque».
Carlo Maria Martini
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