domenica 27 novembre 2016

don divo

Se una qualunque cosa umana diviene per noi un riposo o un modo di radicarsi in questo mondo, certo tu devi farne a meno. La nostra spiritualità ci porta a questo. Spiritualità austera e tuttavia semplice; spiritualità verticale che non ha tuttavia nulla di violento né di eccessivo.
Direi che sia proprio questo uno dei caratteri fondamentali della nostra spiritualità, quello cioè di unire insieme proprio due cose che sembrano opposte: le verticalità del cammino con l’abbandono, la dolcezza, la semplicità di una vita che non ha nulla di violento, di sforzato, di eccessivo. Rinunzia senza durezza che chiude l’anima. 
Certo, il mantenere unite le due cose è una necessità assoluta, perché, quando non sono unite, il tendere esclusivamente a Dio ci farebbe impazzire, e la semplicità potrebbe essere un aprirsi di tutte le falle – le maglie della rete si spezzano e si vive la vita naturale, tranquilla… tanto semplice da non esser più spirituale, da non essere più impegno di perfezione.
Bisogna che le due cose siano strettamente unite: la semplicità con questo impegno verticale di tensione a Dio, questa semplicità con questo primato dei valori contemplativi che impone una rinunzia continua, nonostante tutto, anche se questa rinunzia vien fatta in un certo modo, più dolce, più sereno.
Don Divo Barsotti - Dalla Meditazione "Dio è presente e si dona" 

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