LA STORIA DI OSCAR
Negli ultimi tre giorni, Oscar aveva posato un biglietto sul suo comodino. Credo che ti riguardi. Ci aveva scritto: «Solo Dio ha il diritto di svegliarmi».
Negli ultimi tre giorni, Oscar aveva posato un biglietto sul suo comodino. Credo che ti riguardi. Ci aveva scritto: «Solo Dio ha il diritto di svegliarmi».
ERIC-EMMANUEL SCHMITT
Per capire questa citazione è necessario che si racconti in sintesi la storia del libro che la contiene, Oscar e la dama in rosa . Oscar è un bambino leucemico di dieci anni: negli ultimi tredici giorni della sua vita egli scrive una serie di lettere a Dio, avendo accanto nonna Rosa, l'unica che ha il coraggio di parlargli della morte. È per questa via che egli comprende il valore della vita, il senso della morte e persino il fremito dell'amore. L'ultimo biglietto, scritto in un intervallo del sonno che le terapie inducono, è posto a suggello di una lettera finale del libro, questa volta destinata dalla nonna al lettore del libro. Nello scritto del bambino c'era soltanto una frase che era una prefigurazione simbolica della pace eterna e della risurrezione: «Solo Dio ha il diritto di svegliarmi».
«giunto in breve alla perfezione, ha compiuto una lunga carriera» (4,13) - ci insegna che ogni prova e oscurità della vita può divenire una via di liberazione e di luce. Oscar è un vero sapiente è diverso dai suoi genitori che nascondono a lui e a se stessi la verità. Egli si ritrova di più con la vecchia nonna che guarda con lui in faccia la morte. Il coraggio di pensare e di interrogarci con le domande ultime e capitali, se vissuto con pacatezza e libertà, non è fonte di terrore ma sorgente di speranza e di pace
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