mercoledì 26 giugno 2013

Padre nostro e perdono


PAPA FRANCESCO GIOVEDI MATTINA
SANTA MARTA
.....". È la chiave di ogni preghiera: sentirsi amati da un padre"; e noi abbiamo "un Padre, vicinissimo, che ci abbraccia" e al quale possiamo lasciare tutti i nostri affanni perchè "lui sa ciò di cui abbiamo bisogno".
Ma - si è chiesto ancora il Pontefice - è "un padre solo mio?". E ha risposto: "No è il Padre nostro, perché io non sono figlio unico. Nessuno di noi lo è. Se io non posso essere fratello, difficilmente potrei diventare figlio di questo Padre, perché è un Padre di sicuro mio, ma anche degli altri, dei miei fratelli". Da ciò, ha proseguito, discende che "se io non sono in pace con i miei fratelli, non posso dire Padre a lui. E così si spiega come Gesù, dopo averci insegnato il Padre Nostro, dice subito: "Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe".
Entra dunque in gioco il perdono. Ma "è tanto difficile perdonare gli altri" ha ripetuto il Santo Padre; è difficile davvero, perché noi portiamo sempre dentro il rammarico per quello che ci hanno fatto, per il torto subito. Non si può pregare conservando nel cuore astio per i nemici. "Questo - ha sottolineato il Pontefice - è difficile. Sì è difficile, non è facile". Ma, ha concluso, "Gesù ci ha promesso lo Spirito Santo. È lui che ci insegna da dentro, dal cuore, come dire "Padre" e come dire "nostro"", e come dirlo: "facendo la pace con tutti i nostri nemici". 

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