Su invito di Papa
Francesco
anche a Piacenza
Chiesa di San Donnino
per tutta la notte sarà esposto
il Santissimo Sacramento e saranno
presenti sacerdoti per le
Confessioni.
Da venerdì 28 marzo alle
ore 21
a sabato 29 marzo alle ore 5
a sabato 29 marzo alle ore 5
celebrazione penitenziale
‑
adorazione eucaristica
‑ sacramento della riconciliazione
‑ sacramento della riconciliazione
C’è festa al confessionale
Una mappa completa delle chiese che resteranno
aperte tra venerdì
e sabato per
ospitare le «24 ore per il Signore»,
iniziativa
spirituale e penitenziale cui in San Pietro darà vita lo stesso Papa Francesco,
è praticamente
impossibile. L’adesione organizzata o spontanea di diocesi, santuari
e parrocchie è
infatti in pieno corso, dopo la presentazione sulle pagine di
Avvenire
il 9 marzo da parte di monsignor Rino Fisichella,
presidente di
quel Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione che ha ideato
l’iniziativa,
lanciata poi
domenica da Francesco al termine dell’Angelus.
Poche parole,
quelle del Papa, ma nel suo stile che fa centro con un’immagine dritta al cuore:
«Sarà la festa del perdono», quel
«perdono che ci dà il Signore» e che
«si deve festeggiare, come ha fatto il padre nella parabola del
figliol prodigo».
Dovunque si
svolgerà, sarà dunque una «festa»,
attorno ai
confessionali di cattedrali e basiliche, chiesette e conventi,
dove centinaia
di sacerdoti offriranno il perdono del Signore a chi avrà
voluto cogliere
l’opportunità di una giornata interamente riservata a toccare
con mano la
misericordia del Padre che ci sta aspettando, in ansia, il sorriso stampato sul
volto.
Una certa idea
cupa e musona della confessione, l’abbandono della pratica
abituale e della
conseguente attrazione dell’esempio altrui, oltre alla fatica di
trovare un
confessore disponibile – e col tempo sufficiente ad ascoltare per bene
– quando ci si
decide a cambiar vita, ha creato attorno al sacramento un’immagine scoraggiante,
come si
trattasse di un’impresa di alpinismo spirituale alla quale accostarsi
solo se si è
fortemente motivati. A questo – va detto –
si aggiunge
anche una predicazione che forse ha troppo spesso eluso il nodo
della questione:
va bene riconoscersi peccatori, ma per riprendere la strada
nella luce
piena della grazia e con la consapevolezza del perdono ottenuto
occorrono un
prete e un confessionale, il gesto molto concreto di tornare a casa,
come il figlio
della parabola, e saperlo fare non solo una tantum ma ogni volta che sia
necessario,
fino a renderlo
un gesto familiare, atteso, frequente.
Con le sole
intenzioni si costruiscono fantasiose congetture, non una vita
rigenerata e
resa capace di regalare oasi di vita vera anche ad altri.
E immaginiamo
anche per i sacerdoti la gioia di sentirsi chiamati dal Papa
a essere la mano
e la voce di Dio che abbraccia e bacia i figli attesi scrutando
l’orizzonte ogni
mattina. Venerdì e sabato sarà una festa per tutti: un peccato non raccogliere
l’invito.
Francesco Ognibene
25 marzo 2014 “Avvenire” – idee, pag. 2
Fonte come da titolazione, rilevato da Ciani Vittorio x l’Ufficio Documentazione
Diocesi
Piacenza-Bobbio.
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