lunedì 10 marzo 2014

Opuscoli LGBT diffusi nelle scuole senza il via libera del Governo

Ciao STEFANO,

vorrei invitarti a sottoscrivere la seguente petizione (http://www.citizengo.org/it/5190-dimissioni-direttore-unar-giorgi), creata su CitizenGO da La Manif Pour Tous Italia.. L'iniziativa riguarda gli opuscoli "Educare alla diversità a scuola”, commissionati all'Istituto T.A. Beck da Marco De Giorgi (presidente dell'UNAR, l'Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali, un ente alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri).

La petizione chiede al presidente Matteo Renzi di adoperarsi per sollecitare le dimissioni di Marco de Giorgi: infatti, secondo i promotori dell'iniziativa, l'ordinazione e la diffusione nelle scuole di questi opuscoli (di cui il primo, quello ad uso delle scuole primarie, è disponibile alla pagina della petizione) sono state improprie e ingiuste, e questo per due ordini di motivi:

1. Il contenuto di questi materiali è ideologicamente tutt'altro che neutro e propone non solo alcune linee guida per contrastare il bullismo e la violenza tra i minori (obiettivi impossibili da non condividere non solo per il cosiddetto "bullismo omofobico”, ma per ogni forma di discriminazione violenta ed emarginazione) ma addirittura una vera e propria rieducazione degli alunni in base alle istanze delle lobby LGBT. Nello specifico:
  • Si fa riferimento alla religione solo in termini negativi, come fattore di aumento dell'omofobia, arrivando addirittura ad affermare che esiste un vero e proprio "modello omofobo di tipo religioso, che considera l'omosessualità un peccato” (opuscolo 1, pagina 11). Non si vede come questo tipo di affermazioni possa rispettare il diritto dei genitori di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni morali e religiose, nel momento in cui queste ultime sono considerate a più riprese solo un potenziale fattore di intolleranza e mai una possibile risorsa per educare il bambino al rispetto e alla costruzione di rapporti sociali positivi.
  • Lo stesso vale per la famiglia tradizionale, descritta in più punti come uno stereotipo e un luogo di proliferazione dell'odio verso gli omosessuali (ad esempio, si veda opuscolo 1, pagine 3 e 13) e mai rappresentata secondo le sue capacità educative e formative. Ad essere delineate in positivo sono, al contrario, le famiglie (al plurale), ovvero tutte quelle unioni diverse dal legame esclusivo tra un uomo e una donna. A tal punto che, secondo gli autori del volumetto, gli insegnanti dovrebbero proporre modelli familiari alternativi anche al di fuori della discussione esplicita su queste tematiche, ad esempio proponendo "fiabe LGBT" in sostituzione di quelle tradizionali ed "eterosessiste” oppure invitando gli alunni a risolvere il seguente problema di aritmetica: "Rosa e i suoi papà hanno comprato tre lattine di tè freddo al bar. Se ogni lattina costa 2 euro, quanto hanno speso?” (opuscolo 1, pagina 6). Evidentemente, si intende rieducare gli alunni alla piena legittimità sociale delle famiglie LGBT in modo subliminale, facendo passare per assolutamente neutrale e irrilevante qualcosa che non è nè ideologicamente neutro nè previsto dalla legge italiana (ovvero l'adozione di una bambina da parte di due uomini).

2. Gli opuscoli in questione, oltre al loro contenuto ideologico, sono sotto accusa anche per le modalità della loro composizione e pubblicazione. Questi materiali, infatti, sono stati redatti senza il consenso del Ministero dell'Istruzione nè del Dipartimento per le Pari Opportunità. Come ha affermato Gabriele Toccafondi, Sottosegretario al Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, "il fatto che gli opuscoli sulla diversità siano stati redatti dall'U.N.A.R. e diffusi nelle scuole senza l'approvazione del Dipartimento Pari Opportunità da cui dipende, e senza che il Ministero dell'Istruzione ne sapesse niente, è una cosa grave, chi dirige U.N.A.R. ne tragga le conseguenze». Nonostante questo, sulla quarta di copertina degli opuscoli campeggiano il logo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la dicitura "Dipartimento per le Pari Opportunità” mentre, secondo gli stessi esponenti dell'allora governo Letta, l'iniziativa è stata assunta solo e soltanto dal direttore dell'UNAR Marco De Giorgi.

Anche Maria Cecilia Guerra, allora vice Ministro per le Pari Opportunità, nonostante si fosse espressa in relativo accordo con i contenuti degli opuscoli, ha criticato il fatto che essi siano stati diffusi senza il permesso del suo dipartimento o del Ministero dell'Istruzione, ma si è limitata a inviare una nota di demerito al direttore De Giorgi.

Un provvedimento del genere, in relazione a quanto accaduto, non pare sufficiente a La Manif Pour Tous Italia, che con questa petizione su CitizenGO (http://www.citizengo.org/it/5190-dimissioni-direttore-unar-giorgi) chiede al Presidente del Consiglio Matteo Renzi (il quale dispone della delega alle Pari Opportunità) di adoperarsi per le dimissioni di Marco De Giorgi.

Ti, invito, STEFANO, a prendere in considerazione l'ipotesi di sottoscrivere questa iniziativa. Ogni volta che un cittadino lo farà, il nostro sistema invierà un messaggio di posta elettronica al presidente Renzi.




Come è ovvio, CitizenGO crede nella libertà di espressione e di stampa, ma allo stesso tempo vuole schierarsi con i genitori che si sentono presi di mira nella loro libertà religiosa ed educativa e con tutti coloro che ritengono la famiglia e la religione due risorse fondamentali della società, e non solo due focolai di odio, omofobia e intolleranza. Il fatto che questi materiali siano stati diffusi con un semplice atto amministrativo, senza che questioni così delicate fossero discusse democraticamente e deliberate da un politico responsabile delle proprie azioni davanti agli elettori, appare un'ulteriore ragione per chiedere le dimissioni di Marco De Giorgi.

Grazie per aver letto il mio messaggio e per la tua partecipazione alle nostre iniziative.

A presto,

Matteo Cattaneo e il team di CitizenGO

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