lunedì 19 maggio 2014

Meriam



Meriam Yahia Ibrahim Ishag è una donna sudanese di 27 anni, con un figlio di 20 mesi e incinta all'ottavo mese del suo secondogenito. La donna e il marito Daniel professano la religione cristiana, ma secondo il diritto islamici Meriam, in quanto figlia di un musulmano, è colpevole di apostasia (in quanto si è professata cristiana) e diadulterio (in quanto il suo matrimonio non è considerato valido).

Nei giorni scorsi, era stata condannata all'impiccagione e a 100 frustate. Ora sembra che la sentenza sia stata sospesa e si aspetta l'inizio di un nuovo processo, alla fine di giugno. Nel frattempo, però, Meriam è ancora rinchiusa in carcere con il suo bambino di 20 mesi, e non ha la possibilità di assistere suo marito Daniel, costretto su una sedia a rotelle e completamente dipendente da lei.

Il caso di Meriam ha profondamente scosso l'opinione pubblica mondiale, con l'intervento diretto o indiretto di numerose ambasciate occidentali e organizzazioni non governative a difesa della libertà di religione e della vita della donna. In Italia, l'hashtag #meriamdevevivere lanciato dal quotidiano Avvenire ha riscosso un enorme successo.

Tutte le firme raccolte con questa petizione di CitizenGO verranno consegnate all'ambasciata del Sudan a Roma, per chiedere la liberazione di Meriam e il rispetto della libertà di professare liberamente il proprio credo per tutti, anche per i cristiani.
Ogni volta che un utente firmerà questa petizione, il nostro sistema invierà un messaggio di posta elettronica all'ambasciatrice del Sudan in Italia, Amira Daoud Hassan Gornass, contenente il testo scritto qui a destra.

 dedicata al caso di Meriam Yahia Ibrahim Ishag.

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