A poche ore dall’attentato al giornale satirico francese Charlie Hebdo, nel mondo mediatico monta l’emotività della “minaccia islamica”, dello “scontro di civiltà”, fino ad arrivare ad accusare le religioni in quanto tali del clima di insicurezza e di violenza di molte regioni del mondo. Senza sminuire affatto la pericolosità dei gruppi di terroristi, il contributo costruttivo in questi momenti può essere quello di rinforzare e valorizzare la parte moderata dell’Islam. Che è la stragrande maggioranza.
Qualche anno fa pubblicammo un articolo con i dati di un’indagine Usa, dalla quale emergeva che “i veri fedeli musulmani sono contro il fondamentalismo e aspirano alle libertà individuali care agli americani e agli europei”. Un altro aspetto che veniva messo in risalto è che i gruppi radicali sono spinti in realtà da motivi poco religiosi: la minoranza che odia l’Occidente e i suoi leader non si rifà tanto al Corano, ma è animata da altri motivi, come ad esempio le scelte in materia di politica estera dei governi in carica.
Sempre negli Usa, il Pew Research ha pubblicato tempo fa alcuni dati sui musulmani che vivevano nel Paese: in loro non risultavano segni di chiusura e di appoggio alle posizioni estremiste.
Una delle affermazioni che più si leggono in questi momenti, basta navigare in un qualunque profilo su Facebook di una qualunque testata, è che “il mondo islamico non si pronuncia mai in modo netto contro la violenza o il terrorismo”. Un blogger ha raccolto in questa pagina
http://blog.you-ng.it/2014/08/22/tutto-mondo-islamico-condanna-lisis/
molte reazioni che dal mondo islamico e da organizzazioni nazionali e internazioni di matrice musulmana hanno condannato, per esempio, l’Isis e le sue azioni violente, definendole come “crimini contro l’umanità”.
Infine, come contributo alla chiarezza, rimandiamo ad un nostro mini glossario su alcuni termini islamici, a volte utiizzati a sproposito nei media occidentali.
http://mauroleonardi.it/2015/01/08/documentazione-info-esiste-un-islam-moderato/
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