Mentre le bombe si accanivano su Sarajevo e Mostar, la desolazione dei combattimenti e degli scontri si stagliava in ogni direzione, i cadaveri rimanevano miseramente abbandonati sul terreno senza nemmeno la consolazione di una sepoltura per poter affrontare il riposo eterno, Medjugorje restava un’enclave magicamente sospesa nel tempo e nello spazio: la Parrocchia di Medjugorje era divenuta il rifugio dei soldati attoniti che si raccoglievano qui, dove non si registravano nè morti nè feriti. Il miracolo della Gospa sembrava avvolgersi attorno a questo piccolo insignificante paesino, luogo in cui nel 1981 la Madonna si era palesata a sei ragazzini e da allora non se ne era più andata. A Medjguorje fu grande la gioia delle famiglie al ritorno di tutti gli uomini che erano partiti e avevano trascorso ben sette giorni in prima linea a Mostar: le bombe e i proiettili gli esplodevano accanto, ma la Madonna li protesse dal male; Suor Emmanuel ricorda anche che fu possibile far evacuare 5000 bambini da Mostar prima che i serbi chiudessero la città.
Non è l’unico episodio ad aver un che di miracoloso, nella lunga storia di Medjugorje. Lo sa bene Suor Emmanuel Maillard, laureata in lettere e archeologia alla Sorbona, alcune esperienze in India con lo spiritismo, la divinazione e l’astrologia prima di incontrare il Signore e rispondere alla sua chiamata. Una studiosa appassionata che, a un certo punto della sua vita, ha messo a frutto l’incontro in Francia con il Rinnovamento carismatico e ha preso i voti nel 1978, entrando a far parte della Comunità del Leone di Giuda, poi divenuta Comunità delle Beatitudini. Amante della conoscenza e affascinata dal mondo dei media e dalle infinite possibilità che essi offrivano per la divulgazione della parola e della missione divina, dopo sette lunghi anni trascorsi in Israele, Suor Emmanuel si trasferì a Medjugorje per dare il suo contributo alla diffusione dei messaggi della Madonna di Medjugorje. Nel 1990 ha, infatti, fondato l’associazione Children of Medjugorje, ha creato alcuni programmi televisivi e un periodico diffuso in tutto il mondo e in molte lingue due volte al mese. Ha avuto l’opportunità di parlare davanti al Congresso americano nel 1997, è stata ricevuta da Papa Giovanni Paolo II e ha scritto moltissimi libri, tra cui Medjugorje: cosa dice la Chiesa (Edizioni Shalom 1996); Medjugorje: il trionfo del cuore (Edizioni Shalom 1998); Il bambino nascosto di Medjugorje (Edizioni Shalom 2010).
Nei suoi libri e nei suoi numerosi interventi sull’argomento, Suor Emmanuel ha raccontato gli orrori delle guerre, le terribili prove che questa regione ha affrontato, la miseria che ha sempre cercato di combattere, il riscatto che ancora oggi essa tenta di ottenere. Non va dimenticato, infatti, che, in questa regione, per più di quattro secoli, si è avuta una opprimente dominazione turca. Nel periodo che andò dal 1263 al 1873, la religione ufficiale, l’unica a poter essere praticata, era quella musulmana e i cristiani venivano perseguitati e costretti a convertirsi forzatamente. Non era, ovviamente, permesso nemmeno di celebrare la Messa o altre pratiche confessionali: per questo motivo, nacquero iniziative private e segrete per praticare di nascosto la religione, come spesso la comunità cristiana ha dovuto fare per resistere alle proibizioni. C’è stato un momento, però, in cui i cristiani ottennero il permesso di celebrare una sola Messa l’anno, in un luogo sperduto, in mezzo alla campagna, lontano, nascosto, in una data stabilita, ovvero la prima domenica dopo Pasqua. Questo luogo, dove accorrevano migliaia di pellegrini da ogni parte della regione per assistere a quella solenne e unica liturgia, era proprio Medjugorje, precisamente laddove sorge il cimitero di Kovacica, a pochi metri dalla chiesa in cui oggi si radunano i moderni pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Ci si può, dunque, stupire ancora di quello che oggi accade in questo luogo eletto, in cui la Grazia divina si è fermata e in cui i miracoli realmente accadono?
Non è l’unico episodio ad aver un che di miracoloso, nella lunga storia di Medjugorje. Lo sa bene Suor Emmanuel Maillard, laureata in lettere e archeologia alla Sorbona, alcune esperienze in India con lo spiritismo, la divinazione e l’astrologia prima di incontrare il Signore e rispondere alla sua chiamata. Una studiosa appassionata che, a un certo punto della sua vita, ha messo a frutto l’incontro in Francia con il Rinnovamento carismatico e ha preso i voti nel 1978, entrando a far parte della Comunità del Leone di Giuda, poi divenuta Comunità delle Beatitudini. Amante della conoscenza e affascinata dal mondo dei media e dalle infinite possibilità che essi offrivano per la divulgazione della parola e della missione divina, dopo sette lunghi anni trascorsi in Israele, Suor Emmanuel si trasferì a Medjugorje per dare il suo contributo alla diffusione dei messaggi della Madonna di Medjugorje. Nel 1990 ha, infatti, fondato l’associazione Children of Medjugorje, ha creato alcuni programmi televisivi e un periodico diffuso in tutto il mondo e in molte lingue due volte al mese. Ha avuto l’opportunità di parlare davanti al Congresso americano nel 1997, è stata ricevuta da Papa Giovanni Paolo II e ha scritto moltissimi libri, tra cui Medjugorje: cosa dice la Chiesa (Edizioni Shalom 1996); Medjugorje: il trionfo del cuore (Edizioni Shalom 1998); Il bambino nascosto di Medjugorje (Edizioni Shalom 2010).
Nei suoi libri e nei suoi numerosi interventi sull’argomento, Suor Emmanuel ha raccontato gli orrori delle guerre, le terribili prove che questa regione ha affrontato, la miseria che ha sempre cercato di combattere, il riscatto che ancora oggi essa tenta di ottenere. Non va dimenticato, infatti, che, in questa regione, per più di quattro secoli, si è avuta una opprimente dominazione turca. Nel periodo che andò dal 1263 al 1873, la religione ufficiale, l’unica a poter essere praticata, era quella musulmana e i cristiani venivano perseguitati e costretti a convertirsi forzatamente. Non era, ovviamente, permesso nemmeno di celebrare la Messa o altre pratiche confessionali: per questo motivo, nacquero iniziative private e segrete per praticare di nascosto la religione, come spesso la comunità cristiana ha dovuto fare per resistere alle proibizioni. C’è stato un momento, però, in cui i cristiani ottennero il permesso di celebrare una sola Messa l’anno, in un luogo sperduto, in mezzo alla campagna, lontano, nascosto, in una data stabilita, ovvero la prima domenica dopo Pasqua. Questo luogo, dove accorrevano migliaia di pellegrini da ogni parte della regione per assistere a quella solenne e unica liturgia, era proprio Medjugorje, precisamente laddove sorge il cimitero di Kovacica, a pochi metri dalla chiesa in cui oggi si radunano i moderni pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Ci si può, dunque, stupire ancora di quello che oggi accade in questo luogo eletto, in cui la Grazia divina si è fermata e in cui i miracoli realmente accadono?
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