il Papa gli ha
nuovamente illustrato la sua consueta
distinzione fra proselitismo
come modo
improprio di presentare il Vangelo,
badando a reclutare rapidamente
quante più
persone possibile
e avvicinandole in modo aggressivo,
svalutando le esperienze
che stanno vivendo,
e missione, che invece attrae l’interlocutore
con pazienza e
mitezza,
annunciando il cristianesimo
a partire da una valorizzazione
degli
aspetti positivi della sua esperienza.
Il Papa ha invitato ad avvicinare
le
persone e le famiglie ferite
e lontane dalla Chiesa
«accompagnando e non facendo
proselitismo,
perché questo non porta ad alcun risultato:
accompagnare, con
pazienza».
Crescere per attrazione
e non per proselitismo significa
anzitutto
«testimonianza.
Vivere in modo tale che negli altri
vinca la voglia di
vivere come noi!
Testimonianza, non c’è altro!
Vivere in modo che altri si
interessino e chiedano:
“Perché”?
Ė la testimonianza,
il cammino della
testimonianza
non c’è nulla che lo superi…
Testimonianza in tutto».
Ma
attenzione:
non si tratta di una testimonianza silenziosa, ma di una
«testimonianza che abbia anche la capacità
di farci muovere,
di farci uscire,
di
andare in missione».
Il Pontefice ripete a Schoenstatt
quello che ha detto a
tanti altri:
«Una Chiesa, un movimento
o una comunità chiusa si ammalata:
tutte
le malattie sono chiusure…
Un movimento,
una Chiesa,
una comunità che esce,
si
sbaglia…
Si sbaglia,
ma è tanto bello chiedere perdono
quando si sbaglia!
Non
abbiate paura!
Uscire in missione;
uscire in cammino».
Francesco ai movimenti schoenstatt
fonte:http://www.papaboys.org/francesco-movimento-schoenstatt-famiglia-mai-attaccata-come-oggi/
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