VERSO GLI ALTARI I CONIUGI BERNARDINI DI MODENA, GENITORI DI SEI SUORE E DI DUE FRATI DI CUI UNO VESCOVO
di George Bernardelli
Si tratta di Sergio e Domenica Bernardini, della diocesi di Modena, vissuti insieme per 52 anni nell'Emilia del Novecento e scomparsi nel 1966 lui e nel 1971 lei. Non sono la prima coppia a raggiungere insieme questa prima tappa verso l'onore degli altari: si pensi per esempio ai già beati coniugi Quattrocchi di Roma o a Luigi e Zelia Martin, i genitori di santa Teresa di Lisieux. Ma a rendere del tutto singolare la storia di Sergio e Domenica Bernardini è la particolare apertura della loro famiglia alle vocazioni alla vita consacrata: dei dieci figli di questa coppia, infatti, ben sei sono diventate suore e altri due frati cappuccini (uno di loro è l'arcivescovo emerito di Smirne, Germano Giuseppe Bernardini, che per più di vent'anni ha guidato questa Chiesa di frontiera in Turchia).
Erano una coppia semplice di agricoltori, i Bernardini: vivevano sulle colline dell'Appennino modenese, nella zona di Pavullo. Una coppia - peraltro - giunta al matrimonio dopo aver vissuto in prima persona l'esperienza dura della sofferenza: Sergio Bernardini, classe 1882, a soli 30 anni aveva infatti già dovuto sperimentare la perdita di ben sette persone care. Nel giro di un manciata di anni si era trovato a piangere la morte dei genitori, della prima moglie Emilia e di ben tre figli piccoli. Una vicenda che l'uomo - rimasto solo al mondo - aveva affrontato con una fede paragonabile a quella di Giobbe. Nel 1914 il nuovo matrimonio con Domenica Bedonni - allora 25enne – che in quel vedovo, già così provato dalla vita, aveva visto «un uomo tanto buono». «Dammi tanti figli e, se a Te piace, siano consacrati a Te», era la sua preghiera, che non si può certo dire non sia stata esaudita. E questo in un'Emilia contadina, dove comunque i figli sarebbero stati una ricchezza per chi viveva del lavoro della terra; e infatti alla fine i Bernardini saranno costretti a cedere a mezzadria il loro podere. Eppure ripeteranno sempre: «Iddio ci ha tanto benedetti: non lo ringrazieremo mai abbastanza».
Un dono - quello dell'abbondanza di vocazioni alla vita religiosa - condiviso fino agli estremi confini del mondo: oltre a padre Germano in Turchia anche tre sorelle religiose partiranno missionarie per l'Asia e l'America Latina. E nel 1963, in un altro modo, si aggiungerà anche l'Africa, con l'adozione di un seminarista nigeriano, Felix Abe Job, allora studente all'Università Urbaniana a Roma e oggi anche lui arcivescovo emerito di Ibadan.
«Papà Sergio - ha scritto ricordando quei suoi genitori monsignor Bernardini - era encomiabile per la sua pazienza, la fede nella Divina Provvidenza, l'obbedienza assoluta alla Chiesa, il rispetto ai suoi ministri; mamma, mistica non di meno del suo sposo, restò fedele sino alla fine alla Legge del Signore e con Sergio amò e rispettò la vita nella sua accoglienza e nella divulgazione del messaggio evangelico a tutto il mondo, al quale indirizzava i suoi figli».
Insieme a quello per i coniugi Bernardini stamattina papa Francesco ha promulgato anche altri decreti della Congregazione per le Cause dei Santi. Oltre ad approvare la canonizzazione del beato Junipero Serra - già annunciata per settembre, durante il viaggio apostolico negli Stati Uniti - e il martirio di Mario Borzaga e Paolo Thoj Xyooj avvenuto in Laos nel 1960, Bergoglio ha promulgato due decreti che attribuiscono altrettanti miracoli ai beati don Vincenzo Grossi (1845-1917) e Maria dell'Immacolata Concezione (1926-1998), che diverranno dunque presto santi. Un altro miracolo è stato riconosciuto a don Giacomo Abbondo (1720-1788) che sarà così beatificato. Infine sono stati promulgati anche i decreti sulle virtù eroiche del vescovo Giacinto Vera (1813-1881), padre Antonio Antić (1893-1965), Giulia Colbert in Falletti di Barolo (1786-1864), Brigida Maria Postorino (1865-1960) e Raffaela Maria di Gesù Ostia (1915-1991).
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