sabato 8 novembre 2014

TOLSTOJ - resurrezione




L'INCONTRO CON KATJUSHA
Pregava, chiedeva a Dio di aiutarlo, 

di dimorare in lui e di purificarlo, 
ma in realtà ciò che chiedeva si era già compiuto. 
Dio, che viveva in lui, si era destato nella sua coscienza. 
Lo sentì in sé, e per questo sentì non solo libertà, 
coraggio e gioia di vivere, 
ma sentì anche tutta la potenza del bene.

Lev N. Tolstoj



A percepire questa potenza vitale 

e salvifica è ora un principe, 
Dmitrij I. Nechljudov, 
il protagonista del romanzo Resurrezione (1899). 
Questo avviene quando egli riconosce 
in tribunale nell'imputata 
di omicidio Katjusha Maslova 
una cameriera delle sue zie, 
da lui sedotta quand'era ancora ragazza.

Da quell'istante il rimorso, 

ma anche un amore puro e assoluto 
spinge il principe a seguire questa donna 
ormai indurita dalle violenze e dal male, 
fino ai lavori forzati in Siberia ai quali essa è condannata. 
È la storia di un'espiazione, 
ma anche di una «risurrezione» interiore, 
in mezzo ai diseredati e alle vittime 
che diventano gli annunciatori inconsapevoli 
del Vangelo di Cristo. 
Questa storia ha, però, la sua radice 
in quella presenza divina che pulsa nella coscienza, 
a cui dovremmo tutti lasciare più spazio. 
Non gettiamo su di essa la sabbia arida 
della distrazione 
perché la voce di Dio sia ridotta al silenzio. 
Ci sarà sempre una Katjusha 
che risveglierà la nostra anima e libererà quella voce.


(Testo tratto da: G. Ravasi, Le parole del mattino, Mondadori) 

laparola.it

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