Belle le parole di Valls sul cattolicesimo
«essenza della Francia». Ora mancano solo i fatti
Aprile 25, 2015 Leone Grotti
Mai nessuno ha maltrattato i cattolici e la religione cattolica come la coppia Valls-Hollande. Ecco perché non basta dire: «Rispondiamo ai terroristi andando a Messa»
«Progettare di attaccare una chiesa significa attaccare un simbolo della Francia: è l’essenza stessa della Francia che si voleva senza dubbio colpire». Così il premier francese Manuel Valls ha reagito all’arresto fortuito a Parigi di un giovane algerino, Ais Ahmed Jhlam, che armato e affiliato ad al Qaeda o all’Isis voleva compiere un attentato in chiesa. «I cattolici devono poter praticare il loro culto e andare a Messa in perfetta serenità», ha aggiunto il primo ministro. «La risposta più bella e più forte che possiamo dare ai terroristi è andare a Messa».
MANCANO I FATTI. Le dichiarazioni di Valls sono state apprezzate da tutto il mondo cattolico francese. E a ragione. Peccato solo che, alla prova dei fatti, queste parole non si rivelino altro che un flatus vocis. Riconoscere che la République francese affonda le sue radici (e non solo) nella tradizione cattolica e che i cattolici sono una componente importante della società, come ammesso dal premier, non ha impedito al suo governo che fa capo al presidente François Hollande di maltrattare la religione cattolica e i cattolici come mai nessuno aveva fatto prima d’ora, eccezion fatta per i giacobini durante la Rivoluzione francese.
MATRIMONI GAY E ABORTO. Quando si è trattato di trasformare l’aborto in un «diritto a tutti gli effetti» e di approvare i matrimoni gay, l’opinione di centinaia di migliaia di cattolici scesi in piazza con la Manif pour tous non solo è stata ignorata, ma è stato dato ordine alla polizia (dallo stesso Valls, allora ministro degli Interni) di arrestare qualunque persona si facesse vedere in centro a Parigi con una maglietta della Manif. Hollande non ha mai voluto ricevere i responsabili della protesta e il ministro della Giustizia Christiane Taubira, promotrice della normativa, ha ricevuto in modo «freddo, brusco e ostile» il cardinale Vingt-Trois.
«SOSTITUIRE LA RELIGIONE CATTOLICA». In Consiglio dei ministri, a fianco di Valls, sedeva come ministro dell’Educazione un certo Vincent Peillon, che nel 2008 parlava così durante la presentazione del suo libro La Rivoluzione francese non è ancora terminata: «Non si potrà mai costruire una paese libero con la religione cattolica. (…) Adesso abbiamo fatto la rivoluzione essenzialmente politica, ma non quella morale e spirituale. Quindi abbiamo lasciato la morale e la spiritualità alla Chiesa cattolica. Dobbiamo sostituirla (…) con una religione repubblicana».
«RIMPIAZZARE LE FESTE CRISTIANE». Sempre nel governo del premier Ayrault, oggi sostituito da Valls, il ministero dell’Alloggiamento era occupato da Cécile Duflot, che non si è mai fatta mancare dichiarazioni di questo tipo: la Chiesa deve mettere a disposizione i suoi «locali semi-vuoti» per accogliere i poveri, altrimenti «con dimostrazione d’autorità», lo Stato potrebbe requisirli. Da non dimenticare poi la proposta di Dounia Bouzar, membro dell’Osservatorio della laicità di nomina governativa: «La Francia deve rimpiazzare due feste cristiane con lo Yom Kippur e l’Aïd». Una proposta che perfino i musulmani hanno avuto il buon gusto di rigettare come ideologica.
HOLLANDE GIACOBINO. Cosa dire invece di come il presidente della Repubblica Hollande ha reagito pubblicamente, scherzando, alla rinuncia di Benedetto XVI al soglio papale? «La Francia non ha un candidato da presentare». E di quando non ha “battezzato” una nave, pur di non essere associato a questa parola, chiedendo di «stravolgere le tradizioni» marinare, “inaugurando” una nave? Non si può poi tralasciare che, quando si è insediato, Hollande ha ammesso di ispirarsi a Jules Ferry, il cui motto nel 1800 era: «Costruire l’umanità senza Dio e senza re».
FEMEN. Perché poi, verrebbe da chiedersi, proprio sotto il governo di cui Valls fa parte sono state assolte nove Femen che hanno profanato la cattedrale di Notre-Dame, entrando a seno nudo, gridando slogan contro il Papa e rovinando un’antica campana d’oro? Non solo, il giudice del tribunale penale di Parigi ha anche ordinato che venissero risarcite con 1.500 euro a testa, perché sono state allontanate dalla chiesa con troppa forza.
CHIESE PROFANATE. Ma lasciando stare la giustizia, che non dipende dall’operato del governo, che cosa fanno Valls e Hollande per impedire che ogni anno centinaia e centinaia di chiese vengano profanate e danneggiate? Secondo i dati ministeriali, infatti, oltre l’80 per cento degli attacchi a luoghi religiosi ha come obiettivo una chiesa. Eppure le autorità francesi parlano sempre e solo di «islamofobia».
LAICISMO. Fanno piacere, quindi, le parole di Valls sull’importanza del cattolicesimo per la Francia, ma sarebbero graditi anche dei fatti tra una dichiarazione e l’altra. Per capire quanto le parole del premier siano state estemporanee, ecco come le ha commentate Pascal Canfin, ex ministro del governo Ayrault e altro ex compagno di banco di Valls: «Vorrei dire una cosa sulle parole di Valls. L’essenza della Francia sarebbe forse legata alla religione cattolica? Dobbiamo fare attenzione, quando si è premier di una Repubblica laica non si può dire che ci sono culti legati all’essenza della Francia e altri che sono di importazione. Una Repubblica laica deve essere neutrale e tutti i culti sono uguali». Ecco, ci eravamo dimenticati dell’indottrinamento laicista.
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