giovedì 16 aprile 2015

Thomas Byles, il sacerdote che, rifiutò due volte di salire sulla scialuppa di salvataggio

Un santo sul Titanic. Storia di padre Byles, 

il sacerdote che, anziché salvarsi, 

«sacrificò la vita per gli altri»


 
Aprile 15, 2015 Leone Grotti
È partita la causa di beatificazione di padre Thomas Byles, 
che sulla nave affondata il 15 aprile 1912 
rifiutò due volte di salire sulla scialuppa di salvataggio 
per «confessare, benedire e pregare con la gente»
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Gli hanno offerto per due volte la possibilità di salvarsi, salendo a bordo di una scialuppa. Ma lui per due volte ha lasciato il posto ad altri, continuando nella sua opera di preghiera e conforto dei passeggeri del Titanic.
IL NAUFRAGIO. Il 15 aprile del 1912, esattamente 103 anni fa, l’imbarcazione “inaffondabile” si scontrava contro un iceberg nell’Oceano Atlantico, facendo naufragio. E padre Thomas Byles, invece che pensare a salvarsi, girava per le camere e i ponti della nave alla ricerca di persone da confessare e aiutare.
Padre Graham Smith, oggi curato di quella parrocchia di Saint Helen che fu di padre Byles, in Inghilterra, ha inviato in Vaticano i documenti necessari per aprire la causa di beatificazione di «quest’uomo straordinario che ha offerto la sua vita per gli altri».
LE TESTIMONIANZE. Padre Byles era salpato da Southampton, direzione New York, per partecipare al matrimonio di suo fratello. Aveva 42 anni ed era sacerdote da 10. Agnes McCoy, passeggera di terza classe e sopravvissuta, ha raccontato che il sacerdote inglese girava per la nave confessando la gente, pregando con loro e benedicendoli mentre il colosso affondava.
Helen Mary Mocklare, un’altra passeggera di terza classe, ha testimoniato: «Quando è avvenuto lo schianto siamo stati sbalzati fuori dai nostri letti. Davanti a noi, lungo il corridoio, abbiamo visto arrivare padre Byles con le sue mani alzate. Lo conoscevamo perché ci aveva visitati spesso e aveva celebrato la Messa per noi quella mattina. Lui ci ha detto: “State calmi, miei cari” e poi ha cominciato a benedire e assolvere le persone».
«SPERIAMO SIA SANTO». Continua Mocklare: «Avrebbe potuto salvarsi ma ha preferito non abbandonare la nave. Dopo che io sono salita sull’ultima scialuppa, mentre ci allontanavamo, ancora potevo sentire distintamente la voce del sacerdote e le risposte della gente alle sue invocazioni». Con padre Byles, sono morte circa 1.500 persone.
Grazie a padre Smith, riporta Cna, l’iter per la beatificazione è cominciato. «Speriamo e preghiamo che venga riconosciuto come santo», ha dichiarato, aggiungendo: «Speriamo che da tutto il mondo la genti lo preghi se si trova in una situazione di bisogno cosicché, se avviene un miracolo, la beatificazione e poi la canonizzazione possano avere luogo».


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