venerdì 24 aprile 2015

In Libia, il faccia a faccia con lo Stato Islamico!

 
Gentile sostenitore,
 


vorrei oggi darti un primo aggiornamento sugli ultimi sviluppi della situazione drammatica nella quale vivono oggi i cristiani in Libia, e che sarà raccontata in esclusiva dal reportage “Gli Occhi della Guerra”, con cui l’Osservatorio sulla Cristianofobia collabora, e che ha inviato un giornalista in Libia per raccontare la vicenda del popolo libico e il dramma dei cristiani che vivono lì.

In una prima mail, ci scrive l’inviato de “Gli Occhi della Guerra”:


“come sai in questi giorni mi trovo in Libia per raccontare il caos che regna nel Paese e i rischi per l'Italia. […] Dopo le elezioni vinte dalle forze laiche una coalizione di milizie islamiste occupa Tripoli. […] Da allora la Libia è un Paese diviso in due, con due governi.

“Al caos della guerra civile, si aggiunge la presenza dello Stato Islamico. Dallo scorso novembre il Califfato ha continuato a espandersi fino ad arrivare a Sirte dove, come ricorderai, sono stati rapiti e decapitati 21 cristiani copti.

“Mentre Tobruk e Tripoli combattono, il Califfato si rafforza e si prepara a trasformare la Libia in un santuario del terrorismo distante meno di 400 chilometri dall'Italia.

“La situazione, come puoi ben capire, è molto delicata e ora non posso darti [adesso] ulteriori dettagli […]” 


Una sua seconda mail ci aggiorna:


“scrivo per aggiornarti sulla situazione qui in Libia. Dopo una rocambolesca fuga che mi ha costretto a lasciare il Paese d'urgenza per cercare rifugio in Turchia, sono di nuovo nell'ex colonia italiana. Mi trovo ad Azizya, a 35 kilometri da Tripoli dove la connessione internet è del tutto assente e dove i contatti sono davvero difficili.

“Ieri sono stato in prima linea con i combattenti ghedaffiani che portano ancora le divise dell'esercito di Ghedaffi come se il Colonello fosse ancora vivo e al potere.

“Nessun giornalista prima d'ora vi era riuscito: si tratta di un'esclusiva che avrai modo di leggere e vedere tra qualche giorno”.
 

E in una terza mail:

“un veloce aggiornamento per te dalla Libia: sono a Roshban, tra Zintan e Nalut . C'è un black out telefonico di 30 ore. Internet funziona solo da un piccolo centro satellitare di Roshban.

“Il black out rischia di rendere complessa l'uscita verso la Tunisia. Il passaggio attraverso Nalut, alleata di Tripoli, richiede infatti l'attivazione di alcuni contatti per agevolare il passaggio. Ma in mancanza di linea cellulare risultano  impossibili da contattare. Quindi rischiamo di restar bloccati finché non ripristinano la linea telefonica. Ti terrò aggiornato sui prossimi movimenti”.
 

Grazie a “Gli Occhi della Guerra”, abbiamo incontrato Mons. Giovanni Martinelli, vescovo di Tripoli. Ti faccio un riassunto di quanto ci ha raccontato:


Monsignore non teme di essere nel mirino, non ha paura?

“So bene di essere un obbiettivo, ma cosa posso farci? Posso solo affidarmi al Padre Eterno. Se ha voluto far crescere me e questa chiesa in mezzo al mondo musulmano allora farà di tutto per difenderci. Questa è la consolazione che mi arriva dalla fede. Poi ad aiutarmi concretamente ci pensano alcuni amici libici. Loro garantiscono di voler custodire e proteggere questa chiesa. E io ci voglio credere”.

Ma quelli dello Stato Islamico hanno già sgozzato 21 copti egiziani… E sono anche qui a Tripoli.

“Lo so bene. La tragedia di quegli egiziani copti mi ha disturbato molto. Non credevo che dei libici potessero fare una cosa del genere. Per un po’ mi sono anche chiesto chi potesse fare una cosa del genere. Purtroppo, devo ammetterlo, c’è una forma di fanatismo serpeggiante”.

Quindi sa di essere in pericolo…

“E cosa possiamo farci… Qui non abbiamo mica i cannoni. Gli amici libici mi ripetono "stai tranquillo, ci sono le nostre guardie, la chiesa è sotto controllo notte e giorno". Purtroppo però poi girano voci sempre più inquietanti…”


Fra poco, metteremo a disposizione dei nostri sostenitori tutte quanto sarà pubblicato dall’inviato de “Gli Occhi della Guerra” e che sarà anche pubblicato sul Giornale.it.

L’Osservatorio sulla Cristianofobia proseguirà nell’impegno di denuncia di tutte le situazioni di violenza e di negazione della libertà religiosa dei cristiani di tutto il mondo!

Ti ringrazio per la tua vicinanza e ti porgo un caro saluto!




Silvio Dalla Valle

Responsabile Campagna Osservatorio sulla Cristianofobia

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