Dal diario di Suor Emmanuel Maillard: gli anni 90
Suor Emmanuel Maillard è una religiosa della Comunità delle Beatitudini vive a Medjugorje dove svolge la sua missione di apostolato. È autrice di numerosi libri tra cui il diario degli anni ’90 formato da tanti episodi successi in quegli anni e introdotti da un messaggio della Madonna:
MESSAGGIO del 25 Agosto 1992. “Cari figli, oggi desidero dirvi che Io vi amo. Vi amo con il mio materno amore e v’invito ad aprirvi completamente a me, perché Io possa, attraverso voi, convertire e salvare il mondo, in cui vi sono molti peccati e tante cose che non sono buone. Perciò, cari figlioli miei, apritevi completamente a me, perché io possa sempre più guidare tutti voi verso quell’indicibile amore di Dio Creatore, che si rivela, di giorno in giorno, a voi. Io sono con voi e desidero rivelarvi e mostrarvi il Dio che vi ama. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”
TUTTI VOI SENTIRETE IL MIO AMORE
Tra le guide di lingua inglese, Philip è un vero dono. Giovane, cordiale, gioioso, ha l’arte di introdurre i pellegrini nelle profondità del cuore di Maria. Lungi dal fare il suo lavoro, vive questo lavoro come una vocazione e consacra tanta energia a pregare per i suoi protetti quanta ne usa a guidarli. Testimone privilegiato di migliaia di fioretti, ha moltissime storie da raccontare. Un giorno, questo araldo della Gospa mentre percorreva i Champs-Elisées (chiamo così a Medjugorje la strada principale dove si trovano l’uno vicino all’altro agenzie, boutiques, negoziati e ristoranti!), inciampa in due coppie di americani seduti a un bar, con l’aria triste. Credendo di riconoscere in loro dei pellegrini conosciuti precedentemente, fa loro un cenno attraverso il vetro e entra. Il calore dell’ambiente lo rincuora perché fuori fa un tempo cane, un freddo da lupi accompagnato da una pioggia battente. Altro che depressione! – Non mi riconoscete? Non eravate in uno dei miei gruppi di qualche anno fa? – – No, veniamo per la prima volta e siamo solo di passaggio per un’ora o due. Andiamo in vacanza sulla costa. – – Comunque avete potuto vedere qualcosa? – Uno dei mariti, il più arcigno dei quattro, risponde con amarezza e un tantino di sarcasmo. – No, niente! – – Giusto un giretto in chiesa – aggiunge sua moglie con aria impacciata. A dire il vero, i due uomini erano venuti controvoglia per accompagnare le mogli che avevano sentito parlare di Medjugorje in America e che volevano fare una visitina.
Tra le guide di lingua inglese, Philip è un vero dono. Giovane, cordiale, gioioso, ha l’arte di introdurre i pellegrini nelle profondità del cuore di Maria. Lungi dal fare il suo lavoro, vive questo lavoro come una vocazione e consacra tanta energia a pregare per i suoi protetti quanta ne usa a guidarli. Testimone privilegiato di migliaia di fioretti, ha moltissime storie da raccontare. Un giorno, questo araldo della Gospa mentre percorreva i Champs-Elisées (chiamo così a Medjugorje la strada principale dove si trovano l’uno vicino all’altro agenzie, boutiques, negoziati e ristoranti!), inciampa in due coppie di americani seduti a un bar, con l’aria triste. Credendo di riconoscere in loro dei pellegrini conosciuti precedentemente, fa loro un cenno attraverso il vetro e entra. Il calore dell’ambiente lo rincuora perché fuori fa un tempo cane, un freddo da lupi accompagnato da una pioggia battente. Altro che depressione! – Non mi riconoscete? Non eravate in uno dei miei gruppi di qualche anno fa? – – No, veniamo per la prima volta e siamo solo di passaggio per un’ora o due. Andiamo in vacanza sulla costa. – – Comunque avete potuto vedere qualcosa? – Uno dei mariti, il più arcigno dei quattro, risponde con amarezza e un tantino di sarcasmo. – No, niente! – – Giusto un giretto in chiesa – aggiunge sua moglie con aria impacciata. A dire il vero, i due uomini erano venuti controvoglia per accompagnare le mogli che avevano sentito parlare di Medjugorje in America e che volevano fare una visitina.
Philip capisce che li sotto si nasconde un grosso problema e gli piange il cuore a lasciarli ripartire così, senza che abbiano gustato la grazia straordinaria di questo luogo. – Ripartiamo subito – rincara l’uomo. – Ma lei come ha fatto a finire qui? – Gospa, fai qualcosa… e alla svelta! prega Philip nel suo cuore. – Se volete potrei portarvi a vedere uno dei veggenti, Marija o Vicka. Là potrete sentire l’essenziale di quel che avviene qui, con la Madonna, e certamente pregheranno un po’ su di voi… – Super! Rispondono gentilmente le due donne mentre i loro mariti borbottano un “bah…” in tono abbattuto. Ma le signore hanno partita vinta e si chiamano due taxi per andare a Bijakovici, il villaggio dei veggenti. Nel taxi Philip approfitta per parlare un minimo dei fatti di Medjugorje, dato che ignorano tutto. Ma subito il suo slancio è interrotto dalla domanda di uno dei due uomini: – Vedo che lei porta un busto, ha dei problemi di schiena? – Si, ho avuto un grave incidente d’auto. Una parte della mia colonna vertebrale è stata schiacciata e un anno fa ho dovuto subire un intervento. E’ già un miracolo che io possa camminare! – Arrivano alla casa di Marija: non c’è; alla casa di Vicka: non c’è nemmeno lei. Philip allora propone di andare alla Croce blu, dove Maria è apparsa molte volte. La pioggia è diventata un diluvio e i sentierini che solcano la collina del Podbrdo ora assomigliano a ruscelli. Tutto invita a una fuga precipitosa! Bagnati fino al midollo dalla pioggia glaciale i nostri amici arrivano alla Croce blu. Philip legge loro un messaggio della Madonna e propone di recitare una decina di rosario prima di ripartire. – Perché – dice – non è per caso che siete venuti qui! Questo è un posto speciale! Dopo la breve preghiera, Philip suggerisce loro di restare ancora un poco mentre lui li aspetta in uno dei taxi; infatti i pellegrini desiderano pregare per le loro intenzioni con una certa intimità, oppure amano raccogliersi in solitudine sui luoghi delle apparizioni. Philip, dunque, ridiscende solo verso il taxi. Là aspetta…, aspetta…. Passano venti minuti e questo è proprio anormale, vista la mancanza totale d’entusiasmo di quella gente, visto il freddo e la terribile pioggia che non finisce mai. Finalmente arrivano le due donne che si siedono in silenzio nel taxi: sono in lacrime. I mariti arrivano poco dopo e il più arcigno è anche lui in lacrime. Nel taxi nessuno parla, ma si usano molto i fazzoletti. Philip capisce che dev’essere successa una cosa importante e il suo cuore freme di speranza per quei poveretti così infelici. In fretta arrivano all’albergo; scendono. Al momento del commiato uno degli uomini toglie di tasca un grosso fascio di dollari. – Prenda, – dice con voce spenta – Si, si, prenda, è per lei! Philip rifiuta e riparte con le tasche vuote ma il cuore pieno di preghiera e di speranza. Fra qualche minuto i quattro americani ripartiranno per la costa, ma Medjugorje li avrà comunque toccati in qualche modo. Grazie cara Gospa! Con sua grande meraviglia, chi vede la sera sul sagrato della chiesa? I suoi americani! Si sono decisi a rimanere! Una grande gioia lo invade, ma la discrezione lo trattiene dall’andare a cercarli per chiedere loro cosa sia successo. Tre giorni dopo, mentre Philip si trova all’aeroporto di Spalato, per occuparsi di un gruppo di pellegrini in partenza, incontra di nuovo i suoi quattro americani che ripartono per tornare a casa. Là, approfittando della lunga attesa “l’arcigno” apre il suo cuore a Philip. Chiama sua moglie e tutti e due si sprofondano in ringraziamenti a Philip. – Quel che ci è successo è troppo grandioso perché non lo racconti a lei. Proprio un anno fa, il nostro figlio maggiore è morto in un incidente d’auto: aveva ventidue anni, la sua spina dorsale si è rotta all’altezza della nuca ed è morto sul colpo. Vedendo che si avvicinava il primo anniversario della sua morte, abbiamo deciso, mia moglie ed io, di andare lontano, molto lontano da casa per passare quel giorno in un ambiente completamente diverso. Quel giorno ci siamo ritrovati a Medjugorje! Lei ricorda il tempo orribile che c’era… Un tempo da restare in casa a girarsi i pollici! Quando lei è venuto a salutarci, siamo rimasti colpiti dalla sua somiglianza con nostro figlio: lei ha tanti punti in comune con lui, la stessa età, lo stesso viso e poi lei ha un busto per sostenere la schiena.. Vedendola, siamo stati sommersi da ricordi tanto dolorosi! Sua moglie aggiunge: – Devo dirle, Philip, che mio marito aveva abbandonato la Chiesa e ogni pratica religiosa dopo l’incidente di nostro figlio. Via la fede! Dio… finito! Proibito parlare in famiglia di nostro figlio: non si doveva nemmeno più nominare il suo nome. Mio marito aveva fatto sparire tutte le sue cose. Non doveva esserci nessun oggetto ricordo, bisognava fare tavola rasa di lui, come se non fosse mai esistito. – Il marito riprende la parola: – Sa, Philip, non sono un uomo di preghiera ma alla Croce blu, mentre lei pregava a qualche metro da me, ho sentito qualcuno alle spalle che mi toccava la schiena. Sorpreso, mi sono girato e non ho visto nessuno. Ho dato la colpa di questa sensazione alla pioggia. Ho sentito di nuovo delle mani che si posavano sulle mie spalle ma questa volta ho sentito che un immenso e delizioso calore m’invadeva… eppure lei ricorda che freddo facesse…! Il calore era assolutamente inspiegabile! Ma quello che mi ha sconvolto di più è la pace che è entrata in me. Una pace che non avevo mai sentito in tutta la mia vita, non posso proprio descriverla! Allora ho cominciato a piangere, ma a piangere…! Poi anche mia moglie ha cominciato a piangere. Sapevamo benissimo perché piangevamo, lei aveva capito subito.
Dopo la preghiera abbiamo deciso di restare ancora un giorno. Abbiamo passato quasi l’intera nottata a parlare di nostro figlio: tutte le proibizioni, tutti i blocchi sono saltati! Abbiamo parlato di Dio , della religione, di Medjugorje… non potevamo fermarci! Si figuri che da un anno è la prima volta che siamo riusciti a parlare insieme di nostro figlio. Ritornati alla costa, che non aveva più alcun interesse per noi, abbiamo scoperto una cappellina dove abbiamo potuto assistere alla messa. Volevamo approfondire la grazia ricevuta a Medjugorje prima di ritornare a casa. Philip non credeva alle sue orecchie! I loro visi parlavano ancor di più dell’entusiasmo delle loro parole. Dopo averli lasciati, vola letteralmente sulla strada, vola di gioia! La storia finisce qui? Per niente. La coppia ha accolto Philip a casa sua circa diciotto mesi dopo, là ha appreso numerosi dettagli sull’incredibile grazia di Medjugorje che aveva salvato la loro famiglia dalla distruzione. Dalla madre è venuto a sapere che prima di Medjugorje suo marito aveva avuto guai molto seri. – Per esempio, – confida lei – aveva collere incontrollabili, faceva scenate tremende in pubblico… a un punto tale che i figli si sono ribellati al padre. Non so dirvi quanto abbiamo sofferto. Il nostro matrimonio era a pezzi… Il peggio è che doveva entrare in un ospedale psichiatrico dopo questo viaggio e lo psichiatra era molto pessimista. – Le “mani” che avevano toccato le spalle del padre, gli avevano toccato anche il cuore, l’anima e lo spirito e avevano tagliato la disperazione alla radice. Non si parlava più di psicoterapia nè di psichiatra. Dopo l’episodio della Croce blu la sua vita è cambiata: si è riconciliato con la Chiesa e ha ricominciato ad assistere alla messa con assiduità; i suoi figli hanno ritrovato il padre che era prima e anche meglio. Philip ha trovato un uomo completamente trasformato, aperto, amabile, gioviale che parlava con pace di suo figlio, dell’incidente, della fede in Dio. Aveva venduto il suo “business” e consacrato la vita alla famiglia, stava vicino alla moglie e approfondiva ogni giorno di più la scoperta della fede, a un punto tale che il suo figlio minore sta preparando un nuovo pellegrinaggio a Medjugorje con tutta la famiglia. – La Gospa sapeva di non aver più di venti minuti per toccare il suo cuore – spiega Philip. – Ha agito in modo così delicato e nello stesso tempo così potente! Doveva mantenere la sua parola, perché qui Lei ha detto: “Tutti voi sentirete il mio amore”.– (tratto da Medjugorje altervista dell’agosto’92)
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