sabato 4 giugno 2016

Galantino: “No agli hotspot, servono canali umanitari”

Migranti. Galantino: “No agli hotspot, servono canali umanitari”

La replica di Alfano: “Noi italiani campioni di umanità ma non possiamo accogliere tutti”
Migranti giungono a Lesbo (Foto Darrin Zammit Lupi. JRS Europa - 26 gennaio 2016)
È botta e risposta tra governo e Cei sulla proposta degli hotspot galleggianti per controllare l’immigrazione. Se da un lato la Chiesa insiste sul principio dell’accoglienza, l’esecutivo replica all’insegna del realismo, ribadendo la necessità del rispetto delle leggi, ovvero del rimpatrio degli irregolari.
In un’intervista a un noto quotidiano italiano, il segretario della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Nunzio Galantino, ha commentato l’attuale scenario delle migrazioni nell’intero Mediterraneo, definendo i morti in mare “uno schiaffo alla democrazia europea, incapace di salvaguardare e proteggere persone in fuga da situazioni create anche dalla politica estera e da scelte economiche europee”.
Secondo Galantino, è mancato il “coraggio di creare canali umanitari – previsti dal diritto internazionale – verso i Paesi disponibili all’accoglienza, per favorire partenze in sicurezza ed evitare violenze, sfruttamento e morti”.
Contrarietà è stata espressa dal segretario generale della Cei alla proposta del Viminale di utilizzare degli hotspot in mare per identificare i migranti. Si tratta, secondo monsignor Galantino, di “una riedizione in brutta copia dei luoghi di trattenimento di persone”, laddove le organizzazioni a tutela dei diritti umani, come pure Caritas e Migrantes, hanno ribadito che il migrante ha diritto ad essere accolto ovunque e non solo in presunti “paesi sicuri”. “Sulle navi questo percorso di protezione internazionale non è possibile”, ha ricordato ancora il presule.
Galantino ha quindi espresso il suo appoggio all’iniziativa del vescovo di Ventimiglia, monsignor Antonio Suetta, che ha autorizzato un parroco locale ad accogliere i migranti, incoraggiando tutte le comunità della sua diocesi a fare altrettanto.
Quanto all’appello rivolto alcuni mesi fa da papa Francesco alle parrocchie e ai conventi affinché aprissero le loro porte ai migranti e ai profughi, il numero due dei vescovi italiani ha rammentato che l’accoglienza da parte della chiesa italiana “non solo era precedente all’appello, ma si è rafforzata”.
In conclusione, monsignor Galantino rilancia la proposta dei “corridoi umanitari”, da realizzare sinergicamente con il contributo di tutti i 28 paesi dell’Unione Europea. “In questo modo si eviterebbe anche la crescita di una tratta di esseri umani oggi gestita da mafie e da terrorismo”, ha commentato.
In garbato ma fermo dissenso con il segretario generale della Cei, il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano ha così replicato: “Io capisco le parole di monsignor Galantino che fa il vescovo, io però faccio il ministro dell’Interno e ho il dovere di far rispettare le leggi. Le leggi prevedono che ai profughi venga concesso asilo e che gli irregolari vengano rimpatriati. Abbiamo un grande cuore ma non possiamo accogliere tutti”.
Definendo gli italiani dei “campioni del mondo di umanità ed accoglienza”, Alfano ha ricordato come le sue politiche sull’immigrazione gli abbiano attirato anche le critiche dell’opposizione di destra e, da parte sua, ha puntualizzato che gli hotspot non sono “non sono centri di trattenimento” ma “luoghi dove avviene la fotosegnalazione dei migranti finalizzata al loro smistamento fra profughi e irregolari”.
Se questa procedura avvenisse in mare – ha aggiunto il Ministro – avremmo un’efficienza maggiore al momento dello sbarco, perchè non è che noi siamo avvisati in anticipo di quanti ne arrivano ogni giorno: potremmo risolvere tutta una serie di questioni sui moli, ma è un’ipotesi su cui si sta ragionando, non c’è nessuna obbligatorietà fatto salvo che sarebbero comunque garantite l’assistenza umanitaria e l’accoglienza”.

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