Qual è il rischio, quando qualcuno, in modo netto e categorico, ci dice: «Vai e fai?». Cosa succede nella mente quando una personaautorevole ci fa capire che è fondamentale «fare» in un certo modo per vivere bene? Semplice! Rischi di credere che tutta la vita si riduca a quel fare. E allora per rimetterci sulla buona strada, lontano da rischi di derive, il buon evangelista Luca, esperto narratore, alla parabola del buon samaritano, centrata un po’ più sul fare (Lc 10,29-37), fa seguire l’incontro di Gesù con Marta e Maria (Lc 10,38-42). Casuale o strategica questa collocazione? Avete mai pensato che in un film le scene siano casuali? Penso di no. Ebbene, così è nei Vangeli: di casuale non c’è nulla.
E allora non ci resta che dare voce alle parole di Gesù, rivolte a Marta: non hanno il gusto del rimprovero… Diciamocelo: si fa fatica a credere che un maestro che non rimprovera una prostituta rimproveri poi una donna che si è spezzata la schiena pur di aprirgli casa.
Le parole forti di Gesù verso Marta puntano a renderla consapevole di una cosa: il suo cuore non è più interamente né di Dio né del prossimo. Marta, senza accorgersene, ha regalato il suo cuore alle cose. Di quel comandamento: «Ama Dio con tutto il tuo cuore, la tua mente, le tue forze… E ama il tuo prossimo» , non è più rimasto nulla. Le preoccupazioni ruotano solo attorno alle cose (v. 42), questo annota Luca. Ascoltando e riempiendosi di Parola invece ci si svuoterà, liberandosi, dalle cose e ci si riempirà di Dio… e degli altri.
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