domenica 17 luglio 2016

Silvana de Mari - Erano tempi in cui la comunicazione al paziente non era materia di studio

Signo...non vi preoccupate 
Signo...tanto questa non arriva a stasera
e poi voi siete giovani ne avrete di tempo per farne un altro.
Erano tempi in cui la comunicazione al paziente non era materia di studio

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Silvana de Mari
Dizionario minimo.
A come aborto.
Sono una delle persone la cui esistenza sul pianeta è stata accolta da un " ma porca miseria, eppure avevamo fatto attenzione"
Lo dico con un'infinita allegria. E' una cosa bellissima: vuole dire che la vita se ne infischia della volontà umana e che la volontà umana poi si adegua. Bisogna capirli il mio papà e la mia mamma. Con il suo stipendio papà doveva mantenere mia madre e la mia sorellina maggiore più la propria madre, una zia e un altro figlio non ci stava. Eppure, tre mesi dopo il fatidico "ma porca miseria, eppure avevamo fatto attenzione" la mia mamma ha avuto delle minacce d'aborto e quei due, lei e papà hanno speso tutti i loro risparmi per delle costosissime cure che forse avrebbero portato la gravidanza fino al termine. La situazione era sempre uguale: io facevo sempre il feto e loro erano sempre poveri, però quei tre mesi erano stati sufficienti perchè si abituassero all'idea, si affezionassero a questo pulcino che cresceva cieco e tiepidi nel suo pezzetto di mare privato.
L'aborto è legale, però è una vigliaccata. E' sempre una vigliaccata. Il feto non sarà una persona, ma un grumo di cellule, ma è un grumo di cellule che poi diventa il nostro bambino. E' una vigliaccata che lascia segni indelebili. Il nostro cervello è costruito da tre cervelli sovrapposti: cervello rettiliano, cervello limbico e neocorteccia. I cervelli più antichi, quello rettiliano e quello limbico, se preferite si possono chiamare inconscio, loro due il piccolo lo volevano. Sono rognosi, tignosi e astiosi quei due cervelli lì. Quando il piccolo non arriva deragliano parecchio e si lanciano in un fiume di magagne, depressioni e malattie psicosomatiche, fino alla psicosi. La patologia post aborto è sotto censura. Sul maledetto foglio del consenso informato, incredibilmente non ci sono le parole "lei potrebbe rimpiangerlo". Io accompagno spesso le persone nell'ultimo tratto di strada: il rimpianto è atroce. In un'epoca di compassione per tutti i viventi, si nega il dolore terrificante del feto, il suo desiderio di vita. In una società liberale non si può costringere una donna a tenere un figlio che non vuolre, come non si può obbligare nessuno a donare il sangue. La le srade sono piene di cartelloni che invitano alla donazione. Perché le strade, le scuole , i corridoi degli ambulatori non sono tapezzati da cartelli
Signora, si fermi, è il suo bambino, signore avrà il suo sorriso.
L'aborto porta sotto la volontà umana una cosa che madre natura ( o Dio, come volete) aveva deciso che non ci dovesse stare. Tra l'altro: quale volontà? Quante sono le donne che abortiscono per volontà loro e quanti per volontà dei compagni, dei mariti, dei datori di lavoro? La volontà umana non è un monolite in una prateria, ma un riflesso di luce sull'acqua. Quante sono le cose che vogliamo sicuramente, senza che cambiamo mai idea? Alla sesta, ottava settimana, quando si prende la decisione, per motivi ormonali, siamo scazzate e pessimiste. Forse due settimane dopo avremmo un'idea diversa.
Immaginate una mamma che vi dica "sai figliolo, tu sei nato, ma il fratellino prima di te l'ho abortito perché ecco non ne avevo proprio voglia, dovevo dare l'esame di procuratore, andare in Cina, fare la ballerina, non ne aveva semplicemente voglia. " "Figlio tu sei nato perché sei perfetto, ma il fratellino prima di te l'ho abortito al quinto mese, quando già sentivo i suoi movimenti e quando lui era un ammasso di cellule già in grado di riconoscere la mia voce perché l'ecografia aveva posto il dubbio di un labbro leporino o un atresia dell'esofago ( malattie tutte risolvibili chirurgicamente). Chi la vuole una mamma così?. Ma quella mamma non avrebbe dovuto trovarsi di fronte dei medici in grado di fare il loro lavoro, e cioè dire " signora, ma lei è impazzita? Questo è il suo bambino, signora, il suo bambino e lei gli vorrà bene comunque nasca, perché è il suo bambino. In più, signora, ci siamo noi, i signori della scienza e della tecnologia, glielo ripariamo noi. Vedrà signora, gli vorrà bene. sarà contenta che lui ( lei) ci sia.
Preferisco un papà e una mamma che dicano " pensa quanto eravamo scemi. Noi credevamo di non volerti e invece tu ci sei e sei la nostra bambina piccola, quella che inventa le storie"
Comunque per la mia mamma e per il mio papà hip, hip hurra.
Sono nata di sette mesi, podalica e asfittica. Hanno dovuto rianimarmi e sono stata qualche minuto senza ossigeno, ( sì, su questa cosa che il mio cervello è stato diversi minuti senza ossigeno mio marito fa periodicamente commenti che preferisco non riportare ) però poi ho cominciato a respirare, ed è stato a quel punto che l'ostetrica ha detto alla mia mamma.
" Signò, non vi preoccupate, questa non arriva a stasera, ma voi non vi preoccupate che voi siete giovane e ne fate un'altra. "
Erano tempi dove la comunicazione con il paziente non era materia di studio.
Silvana De Mari.

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