apparizione a Zeitun Il Cairo - Egitto
non lo sapevo ma Maria lavora e tantissimo
... anche nei paesi mussulmani
è lei la chiave per riempire i loro cuori
...mamma mia ...ma quanto lavora questa "donna"
...è proprio Maria che va di corsa
...come dice Papa Francesco
... anche nei paesi mussulmani
è lei la chiave per riempire i loro cuori
...mamma mia ...ma quanto lavora questa "donna"
...è proprio Maria che va di corsa
...come dice Papa Francesco
Fatima, Harissa, Damasco, Samalut, Assiut, Zeitun e tanti altri luoghi dove è apparsa la Vergine sono meta di incessanti pellegrinaggi da Libano, Siria, Egitto, Iran. Si cerca la guarigione fisica, ma anche quella spirituale; la preghiera spontanea e mistica e non quella schematica e formale dell'islam ufficiale. I salafiti iconoclasti distruggono ogni anno luoghi di pellegrinaggio. Ma la devozione a Maria cresce, nutrita anche dai racconti del Corano. Il dialogo spirituale fra cristiani e musulmani è molto più promettente di quello culturale, teologico o politico.
26 luglio 2013
Fonte come da titolazione, rilevato da Ciani Vittorio x l’Ufficio Documentazione Diocesi Piacenza-Bobbio.
Samir
Khalil Samir
Beirut (AsiaNews) - Milioni di
musulmani si recano ogni anno in pellegrinaggio ai santuari mariani
cattolici. Non solo ai grandi santuari come Fatima in Portogallo o
Harissa in Libano, ma anche in Egitto, in Siria, in Iran. Musulmani -
e soprattutto donne musulmane - vanno a chiedere grazie alla Madonna
o a grandi santi cristiani, come san Charbel o san Giorgio.
Agli occhi di molti occidentali questi
gesti sembrano quasi ridicoli o falsi: si parla di apparizioni, di
preghiere, ma poi vi sono carneficine, uccisioni, violenze proprio in
nome delle religioni!
Piaccia o non piaccia, il fenomeno
religioso è vivo in America Latina, in Africa, in Asia. Quando si
vedono milioni di indù andare a bagnarsi nel fiume sacro, nell'acqua
sporca, può sembrare una cosa ridicola. Eppure per quelli che lo
fanno è un gesto di purificazione, di preghiera. L'occidente si
mostra al massimo tollerante e benevolo verso le altre religioni, ma
verso i gesti cristiani è sempre ipercritico. L'occidente non è
post-indù, post-islam. E' solo post-cristiano!
Il punto è che in occidente tutto ciò
che è soprannaturale sembra passato di moda, bollato come mitologia,
illusione, denunciando sempre tutte le difficoltà che né
miracoli, né pellegrinaggi riescono a cancellare.
Ma in gran parte del mondo la
dimensione spirituale è viva. In oriente, fra musulmani, cristiani e
altre religioni, il sentimento religioso è vivissimo. Invece in gran
parte dell'occidente - soprattutto da parte degli intellettuali - il
sentimento religioso è visto come una cosa sorpassata, irrazionale,
credulona. Occorre dirlo chiaro: questa chiave di lettura è
sbagliata.
La devozione mariana dei musulmani
In Egitto, ci sono almeno una decina di
luoghi di pellegrinaggi alla Vergine, che commemorano il viaggio
della Sacra Famiglia in Egitto. La tradizione è ricchissima nei
testi apocrifi del IV-V secolo. Si può leggere alcuni brani
nell'articolo di mons. Ravasi (oggi cardinale) del 28 dicembre 2007,
per la festa dei Santi Innocenti, uscito sull'Osservatore Romano.
Ogni anno, in agosto, in occasione
della Festa della Dormizione (Assunzione di Maria) almeno un milione
di pellegrini vanno in pellegrinaggio nei vari santuari della
Madonna. I più famosi sono in Alto Egitto (nel Sud), quello di
Giabal al-Tair, vicino a Samalut, a circa 200 chilometri dal Cairo.
La festa dura 15 giorni, la gente prega, battezza i bambini (per i
Musulmani il parrocco ha fatto anche una specie di battistero, visto
la richiesta di battesimi anche da loro) e festeggia.
Più al Sud, a circa 380 km dal Cairo e
a 7 km di Assiut, a Deir Dronka dove si dice che la Sacra Famiglia
sia stata e dove la Vergine si è riposata in una grotta, c'è un
altro simile luogo di pellegrinaggio.
Nel periodo moderno sono state
segnalate alcune apparizioni:
Il 22 gennaio 1980, la Vergine è
apparsa a un diacono.
Il 10 gennaio 1988 è apparsa nella
torre della chiesa ad una turista australiana, e Gesù è apparso con
una colomba agli operai del monastero.
Il 7 agosto 1990, la Vergine è apparsa
ai monaci, circondata da luce, in una grotta del convento.
Il pellegrinaggio annuale si fa durante
il "digiuno della Vergine" (7-21 agosto, la festa della
Dormizione essendo il 22 nel rito copto). Più di mezzo milione di
pellegrini vengono, tra di loro decine di migliaia di musulmani. Uno
dei monaci è "specializzato" per così dire nei battesimi,
perché riesce a fare i 36 segni di croce liturgici sul corpo del
bambino in un minuto (me ne ha fatto una dimostrazione anni
fa!).
Anche lì, i musulmani costituiscono un
numero imponente dei partecipanti, si dice che sarebbero almeno un
quarto dei pellegrini.
In Egitto, un altro pellegrinaggio a
moderni luoghi di apparizioni mariane è quello a Zeitun, vicino
al Cairo. L'apparizione, cominciata nel '68, è durata per diversi
mesi. Vari sociologi - non egiziani - hanno definito il fenomeno una
specie di compensazione affettiva, di consolazione piscologica per la
durezza della vita. Ma la gente ci andava, musulmani e cristiani,
perché vedevano una forma bianca sulla cupola della chiesa di
Zeitun, che hanno interpretato come essendo Sittina Mariam, Nostra
Signora Maria, la Madonna. Il fatto è difficile da spiegare, ma è
stato visto da migliaia di persone e vi sono pure delle foto.
Un'altra apparizione della Vergine viene celebrata a Imbaba, un
quartiere molto popolare.
A Damasco, dal 1982 continuano ancora
oggi le apparizioni della Madonna nel quartiere della Soufanieh.
Dall'icona della Madonna scorre olio, e dalle mani di una ragazza di
18 anni, Myrna Nazzour, giovane normale e ben equilibrata, si nota
essudazione di olio. Il parroco del tempo, molto contrario
all'inizio, è poi diventato il più grande promotore. Anche lì,
accorrono musulmani e cristiani.
Vicino a Damasco vi è anche un
santuario per visitare il mausoleo di Settena Zainab, la figlia di
Fatima ed Alì, il fondatore dello sciismo. Questo è un
pellegrinaggio alle radici. Ma quando si va nei luoghi di apparizione
della Madonna, vi sono motivi più profondi.
A Fatima, in Portogallo, da anni
atterrano aerei dall'Iran, pieni di donne musulmane, per pregare
davanti alla Madonna apparsa ai tre pastorelli. Il motivo è che la
Madonna porta il nome della figlia di Maometto, e sposa di Ali Ibn
Abi Talib.
Ad Harissa, in Libano, di continuo
arrivano donne iraniane a pregare la Madonna, al punto che il rettore
del santuario ha preparato una cappella apposta per loro, con icone,
cartelli e preghiere alla Vergine in persiano, per facilitare la loro
devozione.
L'anno scorso, durante il mese di
maggio, in attesa della messa serale ad Harissa, ho visto centinaia
di famiglie musulmane - probabilmente sciite - che si sono fermate ad
ascoltare i canti prima della messa e sono andate via solo alla fine.
Quando ero in Marocco, ho scoperto che
molte donne, durante la gestazione e anche dopo il parto,
continuavano il cosiddetto "digiuno della Madonna",
ispirate dal Corano, dove si parla di questo digiuno.
Maria nel Corano
I musulmani si mettono in cammino verso
questi santuari mariani, sapendo che Maria è la donna più elogiata
nel Corano, l'unica donna nominata per nome, definita "Siddīqah"
(verace, credente, santa), titolo riservato agli uomini (siddīq).
Solo di essa è detto nel Corano che Dio l'ha "eletta"
(inna Allāh istafāqī), e per due volte; e che Dio l'ha
preferita su tutte le donne della terra (wa-faddalaki 'ala nisā'
al-'ālamīn); anzi, era consacrata (innī nadhartu mā fī
batnī muharraran) nel seno della sua mamma, prima della
nascita. Più ancora, un detto sacro (attribuito a Muhammad e
considerato come detto sicurissimo) dice che ogni bambino, quando
nasce, è "toccato" da Satana, all'eccezione di Maria e suo
figlio; detto che somiglia al concetto dell'Immacolata Concezione.
Maria è, nel Corano, "la
purissima", perché Dio stesso l'ha resa pura.
Nell'annunciazione, Maria dice all'Angelo, in due capitoli diversi :
"Come avrò un bambino, allorché nessun esser umano mi ha mai
toccato?". Percio', Gesù viene chiamato nel Corano: "Il
Cristo Gesù, figlio di Maria" (al-Masīh 'Īsā Ibn Mariam):
mai qualcuno è chiamato in arabo "figlio di ... (una donna)",
ma sempre di ... un uomo; e però Gesù essendo nato da una
donna che non ha conosciuto uomo, non poteva essere chiamato "figlio
di Giuseppe"!
Perciò il Corano, nell'ultimo versetto
(12) del capitolo 66 (al-Tahrīm), recita: "E Maria,
figlia di 'Imran, che conservò la sua verginità; insufflammo in lei
il Nostro Spirito. Attestò la veridicità delle parole del Suo
Signore e delle Sue Scritture, e fu una delle devote".
Quando nell'islam si nomina Maria, si
aggiunge: "'Alayhā l-salām" (su di essa sia la
pace), un titolo che non è dato a nessun santo. Questo titolo viene
dato anche dai cristiani a Maria. Vi è tutta una letteratura su
Maria nel Corano, scritta da musulmani e da cristiani.
La devozione popolare ai santi cristiani, anche dai musulmani
Cosa spinge i musulmani a intraprendere
questi pellegrinaggi? La gente cerca anzitutto di ritrovare la sua
fede nell'essenziale; essa cerca un rinnovamento della fede; poi
viene anche il desiderio di guarigione fisica. Ma la domanda di una
guarigione spirituale è molto più forte. Ciò è molto simile al
senso dei pellegrinaggi cristiani.
Va detto che nell'ortodossia musulmana,
a parte il pellegrinaggio alla Mecca (hajj), i pellegrinaggi
non hanno alcun valore. Escluso quello alla Mecca, si considera
questa pratica una specie di idolatria. Per questo i musulmani
radicali distruggono tutte le mete di pellegrinaggi, in particolare
le tombe dei saggi sufi, che i musulmani mistici invece vanno a
visitare ogni anno. Queste distruzioni sono tipiche dei salafiti, i
quali compiono di continuo razzie iconoclaste in Tunisia, Libia,
Egitto, Mali, Giordania, Pakistan, ecc...
Questa tendenza dell'islam radicale è
un po' come il protestantesimo degli inizi: disprezzano la fede
popolare come troppo ingenua e distorta. In realtà la gente cerca
Dio attraverso le cose quotidiane, ma anche attraverso certi fenomeni
o testimonianze straordinari. E non importa che questi siano
cristiani o musulmani.
Vi sono visite regolari a san Giorgio
in Egitto, al santuario di san Charbel Makhlouf in Libano, alla casa
della Madonna a Efeso, frequentata ogni giorno da musulmani, di
solito donne. Talvolta questi pellegrinaggi sono fatti per chiedere
la grazia di avere un figlio; altre volte per domandare guarigioni
fisiche. E sono sempre i musulmani ad andare dai cristiani.
Monaci esorcisti per i musulmani
Un altro elemento spirituale presente
nella fede popolare è il timore del demonio. Un fatto che mi è
successo molti anni fa, quando ero già religioso, ma non ancora
sacerdote, è molto significativo. Ero all'università americana del
Cairo e sono entrato e uscito diverse volte in un giorno per alcune
ricerche. A un certo punto mi ferma il portiere e con molta
gentilezza mi chiede un favore. "Mia figlia sedicenne - mi dice
- è posseduta da un demonio". Era la prima volta che sentivo
tale espressione nella vita. Lui mi spiega che questo demonio la
butta per terra, le fa male. E aggiunge: "L'ho portata dai
nostri imam e non hanno potuto fare nulla. Loro stessi mi hanno detto
che solo un monaco la può liberare". E mi prega di fare
qualcosa.
Io gli prometto che avrei pregato per
loro, ma ho visto che è stato deluso dalla mia risposta. Quando poi
ho raccontato l'episodio ai miei confratelli, tutti mi hanno
criticato, perché secondo loro avrei dovuto operare un esorcismo,
secondo il rito previsto dei libri liturgici. E ho scoperto che molti
monaci e religiosi sono richiesti dai musulmani per scacciare i
demoni dai loro familiari e che tale pratica è molto comune.
Di solito i musulmani vanno dai monaci
o dai sacerdoti copti ortodossi e spesso tali esorcismi avvengono in
pubblico. Una volta ho assistito ad uno di questi davanti alla piazza
della stazione del Cairo (Bāb al-Hadīd), oggi chiamato Mīdān
Ramsis, con candele e acqua benedetta. Un uomo, steso a terra,
rigido, che bestemmiava ed era storpio ad un certo punto si è
calmato.
Alcuni anni fa è giunto in Libano, nel
settembre 1994, un sacerdote canadese del movimento carismatico,
famoso per i miracoli, il Padre Emilien Tardif (1928-1999) dei
Missionari del Sacro Cuore. Decine di migliaia di persone, moltissimi
musulmani, lo hanno seguito domandando il suo intervento. La sua
causa di beatificazione sta procedendo. Questo fenomeno è un fatto
che non so spiegare. Ma penso che Dio dà ad alcuni un dono
soprannaturale, da mettere a servizio di tutti. Questi doni sono
distribuiti solo in ambiente cristiano, ma vengono certificati,
verificati anche da non cristiani.
I miracoli vengono fatti a favore di
chiunque ha fede; è la fede che porta Dio ad accordare il miracolo.
Nell'essere umano c'è un bisogno che
non è soddisfatto nell'islam, ma che è invece vivo nel
cristianesimo. C'è un bisogno di spiritualità, di mistica, di
bellezza che viene offerto con facilità più nel mondo cristiano che
nell'islam.
La pietà sincera unisce gli uomini. Maria, ponte tra musulmani e cristiani
La cosa più simbolica è stata la
decisione del parlamento libanese di creare, tre anni fa, una festa
nazionale per tutti, scegliendo la festa dell'Annunciazione di Maria.
È stata una decisione voluta da cristiani e musulmani. Nel Corano
ricorre due volte il racconto dell'annunciazione (nei capitoli 3 e
19), quasi negli stessi termini del Vangelo, e con uno stile molto
più elegante e solenne. In questi testi si attribuisce alla Madonna
un carattere di forte sottomissione a Dio e di stupore per quanto le
succede, così che Dio stesso la conforta.
Queste esperienze spingono ad una
collaborazione, ad una sintonia spirituale con molti musulmani. Se
non è preso dal radicalismo islamico - che mescola religione e
potere, religione e Stato, religione e politica - il musulmano, come
ogni credente, sviluppa nel suo cuore un'apertura al soprannaturale,
allo spirituale. Ma questo aspetto non si esprime liberamente
nell'islam: anche lo spirituale è programmato, le cinque preghiere
quotidiane sono predefinite e devono essere fatte con parole già
fissate, tanto che se sbagli nel dirle, devi ricominciare daccapo.
L'islam ufficiale manca insomma di spontaneità. Per questo, quando
un musulmano cerca qualcosa di più intimo, lo cerca nel
cristianesimo.
La devozione crea sentimenti di
amicizia e non di antagonismo. In Occidente si dice spesso che le
religioni, soprattutto i monoteismi, sono fonte di guerre e
divisioni. Questa tesi è falsa dal punto di vista storico e dal
punto di vista del contenuto. Certo, in nome della religione si è
spesso fatto la guerra. Ma l'uomo lancia guerre in nome di qualunque
ideologia e non è la religione a scatenare le guerre. E se pensiamo
ai nazionalismi, alle divisioni e alle guerre mondiali avvenute in
Europa, dobbiamo dire che il nazionalismo è stato causa di violenza
molto più di ogni religione, e che le ideologie atee, nel ventesimo
secolo, hanno prodotto più morti che le religioni.
Anche le guerre di religione avvenute in Europa erano basate su fenomeni politici che strumentalizzavano la religione ("cuius regio, eius religio"). Era la visione comune di allora, non la visione suggerita dal Vangelo. Questo legame fra politica e religione è ancora fortemente vissuto nell'islam e pure nell'ebraismo. Avere identificato uno Stato con una religione e con una etnia, generando il sionismo, ha creato un movimento violento che si è nutrito della religione e che crea difficoltà a molti fedeli ebrei che non vorrebbero sostenere la politica di Israele. Da parte islamica, aver identificato la causa palestinese con l'islam ha creato la stessa difficoltà, ed è forse per questo che il processo di pace e una possibile riconciliazione sono bloccati.
A tutt'oggi, a me pare che il
cristianesimo sia la religione che tiene più distinte fede e
politica, anche se non in modo perfetto ... come tutto ciò che è
umano. Lo scrive anche Benedetto XVI nella sua Esortazione apostolica
per il Medio Oriente: "La sana laicità, al contrario, significa
liberare la religione dal peso della politica e arricchire la
politica con gli apporti della religione, mantenendo la necessaria
distanza, la chiara distinzione e l'indispensabile collaborazione tra
le due." (Ecclesia in Medio Oriente, N° 29).
Di fatto, con i musulmani, appena si
parla di Maria, si cambia atteggiamento: c'è un'atmosfera di pietà,
di silenzio, di fraternità, come se dopo aver chiacchierato di tante
cose, si entra in chiesa e si fa silenzio.
Qualcuno potrebbe vedere qui una specie
di sincretismo. Ma in realtà, la devozione è un fenomeno aperto a
tutti. Anche in Occidente, nei santuari mariani non ci vanno solo
cristiani, ma anche altri credenti, o gente allontanata dalla Chiesa,
o addirittura non credenti. E si celebra con chiarezza una liturgia
cristiana. E se io, mentre prego la Madonna, vedo un musulmano che
prega affianco a me, che problema c'è? Anzi: è un grande conforto
perché la devozione è una base molto più forte di rapporto e di
amicizia che i legami ideologici, politici o culturali. Chi pensa la
fede cristiana in modo esclusivo, come talvolta fa un certo
tradizionalismo cattolico, non ha capito ancora pienamente il
cristianesimo.
fonte
“AsiaNews.it” - Pime
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