sabato 22 febbraio 2014

quello che ti capita nella vita ti sembra ingiusto?? Dio ce l'ha con te?? ...non doveva farti questo?? perché a me , proprio a me ?? qui e' Gesu' che risponde a questi quesiti...secondo Maria valtorta





Dio non è mai malvagio e non è mai ingiusto
Voi siete miopi e non vedete che molto malamente 
e solo le cose che sono vicine alla vostra pupilla .
Come potete voi allora sapere il perché 
- scritto nel libro del Signore - del destino vostro?
Come potete voi , dalla Terra, granello di polvere 
turbinante nello spazio, comprendere ciò che è la verità 
vera delle cose e che è scritta in cielo?
Come dare nome giusto a una cosa che vi accade?

Il bambino al quale la madre porge una medicina piange;
chiama brutta e cattiva la madre , cerca respingere quel farmaco
che a lui appare inutile e ripugnante:
Ma la madre sa che essa fà ciò non per cattiveria, ma per bontà,
sa che nella autorità che dispiega in quel momento per farsi ubbidire
essa non è brutta, ma anzi si riveste di una maestà che l'abbellisce, essa
sa che quella medicina è utile alla sua creatura e con carezze
o con voce severa la obbliga a prenderla. Se la madre potesse
prenderla lei per guarire il suo piccino malato, quanta ne
prenderebbe!
Anche voi siete dei bambini rispetto al Padre buono 
che avete nei cieli. Egli vede le vostre malattie e non vuole che rimaniate
ammalati. Vi vuole sani e forti, il vostro Padre d'amore.
E vi dà i farmachi per rendere robuste le vostre anime, per
raddrizzarle , guarirle, per renderle non solo sane ma anche
belle.
Se Egli potesse farne a meno, di farvi piangere, credete che lo
farebbe , Egli il cui Cuore tutto amore è rigato dalle lacrime
dei suoi figli? Ma a ognuno il suo tempo. Egli ha fatto tutto
per voi, per portarvi alla salute eterna. Si è persino esiliato dai
Cieli, ha persino spremuto il suo Sangue fino all'ultima goccia
per darvelo, farmaco santissimo che sana ogni piaga, vince ogni
malattia, rinforza ogni debolezza.

Ora è il vostro tempo.
Poiché, nonostante la Parola scesa dai Cieli a darvi la guida della Vita
e nonostante il Sangue profuso
per redimermi, voi non avete saputo staccarvi dal peccato e in
esso sempre ricadete, Egli, l'Eterno che vi ama, vi dà un castigo
di dolore, più o meno grande seconda dell'altezza a cui vuole
portarvi o dal punto fino al quale vuole farvi espiare quaggiù il
vostro debito di figli disertori.
Vi sono, è vero , creature che hanno il dolore per divenire 
splendenti di doppia luce nell'altra vita. Ma vi sono altre creature
che devono avere il dolore per detergere la loro stola macchiata
e raggiungere la luce. Sono la grande maggioranza . Ma
-è un controsenso ma è vero - ma sono proprio costoro che più
si ribellano al dolore e dicono ingiusto Iddio e cattivo perché li
abbevera di dolore. Sono i più malati e si credono i più sani.
Quanto più uno è nella Luce e tanto più accetta, ama, desidera
il dolore.
Accetta quando è una volta nella Luce.
Ama quando è nella Luce due volte.
Desidera e chiede il dolore quando è tre volte nella Luce,
immerso in essa e vivente di essa.
Mentre invece , quanto , quanto più uno è nelle tenebre e più fugge,
odia, si ribella al dolore.
Fugge: le anime deboli che non hanno forza di compiere il
gran male e il bene, ma vivacchiano una povera vita spirituale
avvolta nella caligini della tiepidezza e delle colpe veniali, hanno
una paura incoercibile per ogni pena, di qualunque natura
sia. Sono spiriti senza scheletro, senza forza.
Odia: i viziosi, ai quali il dolore è ostacolo a seguire i vizi
d'ogni natura , odiano questo grande maestro di vita spirituale.
Si ribella: il grande peccatore, venduto totalmente a Satana,
accumula delitto a delitto spirituale attingendo le vette
della ribellione che sono bestemmia e suicidio o omicidio, pur
di vendicarsi (almeno egli lo crede) della sofferenza. Su questo
l'opera paterna di Dio si tramuta in fermentazione di male,
perché esso gran peccatore è impastato col Male come farina
impastata col lievito. E il male, come lievito sotto la lavorazione 
del dolore, gonfia in essi e li rende pane per l'inferno.
A quale hai appartenuto di queste tre categorie? A quale 
appartieni ora? In quale vuoi restare? Non occorre la risposta.
La so. E' per questo che ti parlo e sono con te.






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