“Davvero tutto è buono e splendido perché tutto è verità”. I fratelli Karamazov Fedor Dostoevskij
giovedì 12 giugno 2014
...il tuo si...conta??
Un piccolo sì detto per amore
Dopo tredici anni di missione a Novosibirsk, in Siberia, i miei superiori mi hanno chiesto la disponibilità di raggiungere a Mosca il vescovo Paolo Pezzi per vivere con lui e lavorare nella sua diocesi come insegnante di religione in una scuola primaria e secondaria per italiani. Non esagero nell’affermare che nel passaggio da Novosibirsk a Mosca ho come sperimentato l’esperienza della morte. In cuor mio mi dicevo che più grande era il sacrificio, più sorprendente sarebbe stata la scoperta di ciò che di bello Cristo mi avrebbe preparato: era sempre stato così! Eppure non nego che in quel pensiero si nascondeva un po’ di dubbio e di scetticismo. Ciò che dominava era l’esperienza della prova, il dolore per il pensiero della lontananza da ciò a cui sono molto legato. Mosca, con i suoi quattordici milioni di abitanti e il suo ritmo di vita disumano, è una città mostruosa. La gente non cammina, corre: è impossibile frenare questo flusso tanto frenetico. Mi mancano le splendide giornate di sole, il cielo immenso e blu di Novosibirsk, la gente che ho lasciato. Eppure, misteriosamente, ho cominciato ad amare anche Mosca. Un episodio in particolare, accaduto a scuola, è stato per me come una carezza di Cristo che mi ha dato sollievo e mi ha aiutato a capire più in profondità ciò che stavo vivendo. Non avevo mai lavorato con i bambini: in quest’avventura assolutamente nuova mi devo inventare molte cose, ma sto imparando tanto divertendomi. Un giorno, in classe, leggevo e commentavo l’episodio dell’annunciazione dell’Angelo a Maria. Una bambina mi chiede: «Maestro, ma Maria poteva rispondere di no?». Rilancio a tutti gli altri alunni la domanda, coinvolgendoli in un dialogo: «Voi cosa dite?». Ecco che una mano si alza: «Io penso che poteva rispondere di no». «E perché?». «Perché Dio non la obbligava». «Bellissimo», dico, «è proprio così: Dio non obbliga nessuno a fare la sua volontà». A questo punto interviene un altro ragazzo e chiede: «Maestro, se invece Maria avesse detto no, cosa sarebbe successo?». Dopo un attimo di silenzio irrompe un compagno con il suo accento un po’ romanesco e dice: «Sarebbe stato un monno de guera!». Io ho sentito un brivido. «È proprio così», ho concluso. «Quindi capite bambini quanto è stato decisivo e importante il piccolo sì della Madonna? Un sì piccolissimo, ma che ha completamente rivoluzionato la storia degli uomini». Ed ecco ancora il ragazzo romano, insaziabile: «Quindi, maestro, una piccola cosa può cambiare una cosa grande?». «Certo, come un nostro sì detto per amore a Gesù… Bambini, è stata appena detta una cosa che non dovete più dimenticare!». Così ho chiesto loro di prendere il quaderno perché scrivessero passo dopo passo le parole che loro stessi avevano detto, perché rimanessero per sempre. Sono io il primo a chiedere di non dimenticare mai ciò che quel breve dialogo in classe mi ha ricordato. Ogni mio piccolo sacrificio, ogni mio piccolo sì, detto per amore a Gesù, ha un valore infinito.
fraternità e missione
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