"Ci sono due modi di vivere la vita.
Uno è pensare che niente sia un miracolo.
L'altro è pensare che ogni cosa sia un miracolo!"
(Albert Einstein)
tratto da
http://www.laparola.it/index.php
Einstein, Albert (Fisico e Premio Nobel per la Fisica).
Einstein ha mutato per sempre il modello istituzionale
di interpretazione del mondo fisico.
Gira la notizia per internet che fosse ateo,
qualcuno vuole farlo presidente onorario della UAAR
...Ricordo che la definizione di ateo significa
"colui che rinnega completamente la presenza di un Dio,
di un essere creatore, o di un qualsiasi ente superiore".
Non volendo interpetare il suo pensiero,
sono andato direttamente alle opere
ed interviste rilasciate da Albert e,
come al solito, ho verificato proprio l'opposto.
Iniziamo con una dichiarazione
che lascia pochi dubbi sulla sua posizione:
"Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità
del mondo come a un miracolo o a un eterno mistero?
A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo
caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero.
Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti
come soggetto alle leggi solo a condizione che noi
operiamo un intervento ordinatore.
Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all’ordine
del mondo come a un miracolo o a un eterno mistero?
A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo
caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero.
Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti
come soggetto alle leggi solo a condizione che noi
operiamo un intervento ordinatore.
Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all’ordine
alfabetico delle parole di una lingua.
Al contrario, il tipo d’ordine che, per esempio,
è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton
è di carattere completamente diverso:
anche se gli assiomi della teoria sono posti dall’uomo,
il successo di una tale impresa presuppone
un alto grado d’ordine nel mondo oggettivo,
che non era affatto giustificato prevedere a priori.
È qui che compare il sentimento del “miracoloso”,
che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza.
E qui sta il punto debole dei positivisti
e degli atei di professione, che si sentono paghi
per la coscienza di avere con successo
non solo liberato il mondo da Dio,
ma persino di averlo privato dei miracoli.
La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci
di riconoscere il “miracolo”, senza poter individuare
una via legittima per andar oltre.
Capisco che devo ben esplicitare
quest’ultima considerazione
in modo che non ti venga in mente che,
indebolito dall’età, io sia divenuto vittima dei preti".
- (A. Einstein, Lettera a Maurice Solovine, GauthierVillars, Parigi 1956 p.102)
tratto dal bel blog
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