domenica 29 dicembre 2013

ALBERT



"Ci sono due modi di vivere la vita. 
Uno è pensare che niente sia un miracolo. 
L'altro è pensare che ogni cosa sia un miracolo!
(Albert Einstein)

tratto da  
http://www.laparola.it/index.php


Einstein, Albert (Fisico e Premio Nobel per la Fisica). 

Einstein ha mutato per sempre il modello istituzionale 

di interpretazione del mondo fisico. 
Gira la notizia per internet che fosse ateo, 
qualcuno vuole farlo presidente onorario della UAAR
...Ricordo che la definizione di ateo significa 
"colui che rinnega completamente la presenza di un Dio, 
di un essere creatore, o di un qualsiasi ente superiore"

Non volendo interpetare il suo pensiero,
 sono andato direttamente alle opere 
ed interviste rilasciate da Albert e, 
come al solito, ho verificato proprio l'opposto. 

Iniziamo con una dichiarazione 
che lascia pochi dubbi sulla sua posizione:

"Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità 
del mondo come a un miracolo o a un eterno mistero? 
A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo 
caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero. 
Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti 
come soggetto alle leggi solo a condizione che noi 
operiamo un intervento ordinatore. 
Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all’ordine 
alfabetico delle parole di una lingua. 
Al contrario, il tipo d’ordine che, per esempio, 
è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton 
è di carattere completamente diverso: 
anche se gli assiomi della teoria sono posti dall’uomo, 
il successo di una tale impresa presuppone 
un alto grado d’ordine nel mondo oggettivo, 
che non era affatto giustificato prevedere a priori.
È qui che compare il sentimento del “miracoloso”, 
che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza. 
E qui sta il punto debole dei positivisti 
e degli atei di professione, che si sentono paghi 
per la coscienza di avere con successo 
non solo liberato il mondo da Dio,
 ma persino di averlo privato dei miracoli. 
La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci 
di riconoscere il “miracolo”, senza poter individuare 
una via legittima per andar oltre. 
Capisco che devo ben esplicitare 
quest’ultima considerazione 
in modo che non ti venga in mente che, 
indebolito dall’età, io sia divenuto vittima dei preti".
  1. (A. Einstein, Lettera a Maurice Solovine, GauthierVillars, Parigi 1956 p.102)
tratto dal bel blog

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