martedì 8 luglio 2014

comunità cenacolo - se sei vivo fammi la corte

 
 


Sr. Marica


Mi chiamo Sr. Marica, sono entrata in Comunità dopo averla conosciuta tramite mio zio che ha vissuto un tempo nel Cenacolo, e poi perché la prima volta che ho guardato M .Elvira negli occhi, ho sentito lo sguardo di Gesù, e quando ho sentito la sua voce e le sue parole, tutto ciò che diceva, era per me come una spada che mi trapassava il cuore e che ho sentito subito vera per la mia vita. Sono cresciuta in una bella famiglia, in casa ho sempre respirato e vissuto l’amore dei miei genitori e di mio fratello, anche nei momenti difficili e di sofferenza, siamo sempre stati uniti e insieme. Avevo un bel  lavoro, un bravo ragazzo, con cui avevamo deciso di sposarci e tanti amici, pensavo che lavorare e andare alla S.Messa la domenica  e nelle feste importanti bastava, credevo in Dio, i miei ci hanno educati alla fede, ma quando ho sentito M. Elvira parlare di verità, coerenza, radicalità, ho capito che tutto quello che avevo vissuto fino a quel momento era una grande contraddizione, dicevo di credere, ma in realtà la mia vita cristiana non era poi così autentica, nel profondo del cuore c’era la tristezza di seguire la “massa” e l’ansia di qualcosa che cercavo e per cui valesse veramente la pena mettere in gioco la mia vita. Dopo tante preghiere di mia madre e  un pellegrinaggio a Medjugorie, ho sentito M. Elvira parlare ai giovani di matrimonio, di vita insieme. Le sue parole erano molto forti e concrete e ho capito che avevo sbagliato tutto, che dovevo ricominciare da capo, che dovevo cambiare ed  essere coerente con la mia fede. Le testimonianze dei ragazzi, i loro volti luminosi, mi mettevano continuamente in discussione dentro, e mi chiedevo: perché loro sono così felici? Cosa hanno che io non ho? Volevo andare a vedere come si viveva in Comunità, avevo bisogno di toccare con  mano. Così ho lasciato il lavoro, non mi sono più sposata, e ho deciso di fare un’esperienza di tre mesi, dopo di che mi sarei iscritta all’università per diventare Infermiera, era sempre stato un desiderio,da quando avevo 12 anni, ma che poi ho sempre rimandato per seguire altro. Durante il cammino in Comunità, poco a poco ho scoperto ciò che era veramente importante per me, fuori  non mi mancava nulla, avevo tutto, ma proprio quel tutto, fatto di cose, non mi bastava mai, perché infondo solo l’amore di Dio poteva riempire il mio cuore, solo l’incontro con Gesù davvero vivo e umano, mi dava la gioia vera dentro, una gioia che mai avevo vissuto prima. L’ho scoperto semplicemente nella preghiera e vivendo con le ragazze, senza cellulare, senza soldi in tasca, senza fidanzato, senza macchina, senza cose in generale, ma con una forza dentro che  mi spingeva ad andare avanti anche nella fatica, perché piano piano mi liberava dalle mie chiusure, timidezze, paure, finalmente potevo conoscere davvero me stessa, le mie povertà, i miei doni e chiaramente sapere cosa volevo veramente. Avevo solo una paura dentro: adesso cosa vorrà Gesù da me? Questo mi martellava dentro ogni giorno, così, quando ero nella fraternità di Lourdes, ho voluto credere alle parole di M. Elvira, che Gesù nella notte si commuove e ho iniziato a fare Adorazione ogni notte dall’una alle due, per chiederlo a Lui, per parlare a Lui, anche piangendo e urlando, iniziando così un’amicizia più profonda con Gesù. Nel cuore mi sentivo molto tribolata, sapevo che Gesù mi chiedeva di più, ma non ero subito pronta per questo. Il Signore ha avuto molta pazienza con me, rispettando i miei tempi (…ti porterò nel deserto e parlerò al tuo cuore) ecco, mi sentivo proprio così e mi dicevo: ma proprio Lui mi chiama? Ma come si fa? Sarò capace? E allora gli dicevo: se sei vivo, fammi la corte! Davanti al tabernacolo e nella vita fraterna con gli altri, ho sentito che dovevo allargare gli orizzonti, avevo bisogno di stare con tutti, di stare con tanti, di essere per tutti. Così ho detto il mio SI alla vita consacrata con tanta gioia nel cuore, sentendo finalmente che quell’abito mi calzava bene, che era proprio il mio. Oggi sento di essere una donna Risorta, felice, realizzata, ho ricevuto tanto dalla Comunità  in questi anni, anche la vita della Missione in Perù con i bambini, le zie, zii, sorelle, famiglie, la gente, i poveri, proprio quella realtà dove ci sono tutti, mi ha dato l’opportunità di assaporare ancora di più la gioia di imparare a Amare e Servire, di correre, di non darmi limiti, di imparare a soffrire di più, di chiedere sempre di più alla mia vita,  sono senza dubbio gli anni più pieni e più belli della mia vita e per questo mi sento sempre tanto fortunata e in debito con il Signore! Anche il dono di poter studiare e diventare Infermiera laggiù, mi ha fortificata, aiutata a essere costante, a perseverare, a non mollare, a condividere di più le gioie e i dolori degli ammalati, dei bambini, dei poveri, imparando da loro, stando alla loro scuola; Gesù  sapeva  tutto e ha esaudito anche questo desiderio del mio cuore. Ringrazio M. Elvira e tutta la Comunità per poter essere anch’io parte di questa bella storia, e ringrazio tanto  la Madonna per avermi guidata, accompagnata, per avermi indicato la via!

Grazie sr.Marica

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