mercoledì 30 luglio 2014

L’amico di Caserta

03 - Dwight Longenecker
Don Dwight Longenecker, 
americano ex protestante ed ex anglicano, oggi sacerdote cattolico

di Sandro Magister
Quando trapelò la notizia, confermata da padre Federico Lombardi, che papa Francesco intendeva recarsi in forma privata a Caserta solo per incontrarvi un suo amico, pastore di una locale comunità evangelica, il vescovo della città, Giovanni D’Alise, cadde dalle nuvole. Non ne sapeva nulla.
Per di più, il papa aveva programmato questa sua puntata a Caserta proprio nel giorno della festa di sant’Anna, patrona della città. Vistisi trascurati, tra i fedeli ci fu la minaccia di una sollevazione. Ci volle una settimana buona per convincere il papa a cambiare programma e a sdoppiare il viaggio in due momenti: il primo, sabato 26 luglio, in forma pubblica per i fedeli casertani e il secondo, in forma privata, il lunedì successivo per l’amico evangelico.
Erano mesi che Jorge Mario Bergoglio s’era prefissato di incontrare questa persona. Ne aveva già fatto cenno il 15 gennaio a un gruppo di fedeli di Caserta, dopo un’udienza generale in piazza San Pietro. Ne aveva riparlato il 19 giugno durante un incontro a Roma con alcuni pastori evangelici, tra i quali proprio lui, l’amico casertano, Giovanni Traettino, conosciuto nel 2006 a Buenos Aires in occasione di un dibattito con l’allora arcivescovo della capitale argentina.
L’incontro di Caserta con il pastore Traettino non è infatti un episodio isolato, ma fa parte di uno sforzo a più largo raggio che papa Francesco sta compiendo per catturare le simpatie dei leader mondiali di quei movimenti “evangelical” e pentecostali che soprattutto nell’America latina sono i più temibili concorrenti della Chiesa cattolica, alla quale strappano masse ingenti di fedeli.
I cristiani “evangelical” e pentecostali, sorti un secolo fa in ambito protestante, hanno avuto una espansione spettacolare. Si calcola che siano oggi quasi un terzo dei circa due miliardi di cristiani presenti nel mondo, e tre quarti dei protestanti. Ma ve ne sono anche dentro la Chiesa cattolica. Lo scorso 1 giugno papa Francesco ha incontrato nello stadio olimpico di Roma 50 mila aderenti al Rinnovamento nello Spirito, che in Italia è il più importante raggruppamento carismatico cattolico.
Tre giorni dopo, il 4 giugno, il papa ha incontrato a lungo nel residence di Santa Marta alcuni leader “evangelical” degli Stati Uniti, tra i quali il celebre televangelista Joel Osteen, il pastore californiano Tim Timmons e il presidente dell’Evangelical Westmont College Gayle D. Beebe.
Il 24 giugno altro incontro. Questa volta con i televangelisti del Texas James Robinson e Kenneth Copeland, col vescovo Anthony Palmer della Communion of Evangelical Episcopal Churches, con i coniugi John e Carol Arnott di Toronto e altri leader religiosi di spicco. C’erano anche Geoff Tunnicliffe e Brian C. Stiller, rispettivamente segretario generale e “ambasciatore” della World Evangelical Alliance. L’incontro è durato tre ore ed è continuato a pranzo, nel refettorio di Santa Marta, dove il papa, tra grandi risate, ha battuto un “cinque” a palme aperte con il pastore Robinson (vedi foto).
Copeland e Osteen sono sostenitori della “teologia della prosperità”, secondo cui più in ciascuno la fede cresce più cresce la ricchezza. Sono essi stessi molto ricchi e conducono uno stile di vita dispendioso. Ma Francesco ha loro risparmiato una predica sulla povertà.
Piuttosto – stando a quanto riferito dall’”ambasciatore” Stiller – il papa ha loro assicurato: “Non sono interessato a convertire gli ‘evangelical’ al cattolicesimo. Su molti punti di dottrina non ci troviamo d’accordo. Ci basta mostrare l’amore di Gesù”.
Ma ha anche detto loro d’aver imparato dalla sua amicizia con il pastore Traettino che la Chiesa cattolica, con la sua imponente presenza, fa troppo da ostacolo alla crescita e alla testimonianza di queste comunità. E anche per questo motivo aveva pensato di visitare la comunità pentecostale di Caserta: “per chiedere scusa per le difficoltà date alla comunità”.
Durante i pontificati di Giovanni Paolo II e più ancora di Benedetto XVI, gli “evangelical” americani, generalmente piuttosto conservatori, avevano attenuato il loro tradizionale antipapismo e trovato momenti d’incontro con la Chiesa cattolica nella comune battaglia per la difesa della libertà religiosa, della vita e della famiglia.
Su questi temi, nei suoi colloqui delle scorse settimane, papa Francesco non si è soffermato.
Ma lo scorso marzo il papa ha anche incontrato brevemente, a Roma, la religiosissima famiglia “evangelical” Green, proprietaria dell’azienda Hobby Lobby, alla quale la corte suprema degli Stati Uniti ha dato clamorosamente ragione a fine giugno nella sfida da essa lanciata contro la legge voluta da Barack Obama che obbligava le aziende a includere nell’assicurazione sanitaria dei dipendenti la copertura dei trattamenti anticoncezionali e abortivi.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/07/lamico-di-caserta/

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