venerdì 18 luglio 2014

VERSO SANTIAGO

28santiago

L’esperienza di un viaggio che ti cambia
Quando l’aereo è decollato alla volta di Madrid non sapevo bene cosa mi sarebbe capitato. Sapevo che il Cammino di Santiago è un’esperienza secolare, un pellegrinaggio di quasi 800 km, dai confini della Francia a Santiago de Compostela sulla punta nord occidentale della Spagna. Sapevo che, proprio mentre io stavo partendo, migliaia di persone erano già in cammino verso il santuario che custodisce le spoglie dell’apostolo Giacomo. E sapevo che di quelle persone io non conoscevo nessuno.
“Parti da sola”
La cosa un po’ mi preoccupava, ma Silvia, mia cognata, che già aveva fatto questa esperienza anni prima mi aveva suggerito di farla così: “Parti da sola, è meglio. L’esperienza del Cammino è particolare, lo vedrai tu stessa. Se parti in gruppo rischi di disperderti e perdere il senso profondo del viaggio”. Ed è così che mi ritrovo sull’aereo. Uno zaino di 5 kg sulle spalle con dentro praticamente niente, e inizia la mia avventura.
Il Cammino ufficiale parte in Francia, ma ci vogliono 30 giorni per farlo tutto; io ne ho solo dieci o poco più e così decido di partire da Leon, a 320 km da Santiago. Lì trovo il Monastero Benedettino di Santa Maria de Carbajal, dove posso recuperare la Credenziale, un cartoncino pieghevole da cui dipende la possibilità di trovare ospitalità nei centinaia di albergue disseminati sul Cammino Francese: in ogni albergue, chiesa o anche bar che il pellegrino trova sul cammino è possibile trovare un timbro con cui bisogna marcare la propria credenziale. è la prova che sei veramente un pellegrino e in quanto tale puoi essere ospitato negli albergue con una piccola offerta e alla fine del cammino ricevere presso l’Ufficio del Pellegrino in Santiago la tanto desiderata Compostela.
Il primo giorno
Non scorderò mai il mio primo giorno di Cammino. La sera prima avevo studiato il percorso sulla mia guida: mi spiegava che la strada per Santiago è ben segnata e riconoscibile. Sull’asfalto, sui muri e le staccionate si trovano delle frecce gialle che indicano la direzione da prendere. “Segui sempre la freccia gialla”, mi dico, quando alle 6 del mattino mi preparo ad uscire. Fuori è tutto buio e io sento un po’ di paura; soprattutto quando scopro che nella città di Leon di frecce gialle non c’è n’è. Ci sono conchiglie bronzee – la famosa concha simbolo del Cammino – incastonate nella pavimentazione della città. Belle ma difficili da notare per una novellina come me.
Decido allora di affidarmi al buon Dio e seguire il primo pellegrino che esce dal monastero. Ed eccolo che arriva. Gli lascio qualche secondo di vantaggio e poi inizio a camminare. La città dorme ancora, illuminata dai lampioni. Intorno a me il silenzio, dentro il cuore una grande pace.
Il Cammino è un po’ come la vita. è impossibile non riconoscere la metafora. Parti solo e cammini alla volta di Santiago, che è un po’ immagine del Cielo. E ogni giorno è uguale all’altro. E non c’è giorno uguale all’altro. è vero, ogni mattina ti alzi all’alba, zaino in spalla e cammini seguendo le frecce gialle fino alla tappa successiva; ma pur facendo le stesse identiche cose, ogni giorno è assolutamente unico per le persone che incontri, le esperienze che vivi, le difficoltà, la fatica, le soddisfazioni. Come nella vita. E ti porti il tuo zaino in spalla, le tue poche certezze, che meno sono e meglio è. Perché quando hai bisogno non è quello che hai nello zaino che conta, ma chi hai vicino: il tuo compagno di cammino, le relazioni che hai saputo costruire intorno a te.
Letizia Capezzali

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