L'OSPITE
Quando salutate un ospite, mostrate grande deferenza.
Quando salutate un ospite, mostrate grande deferenza.
Quando arrivano e quando partono,
chinate il capo davanti a loro,
onorando Cristo che è in loro.
Accogliendo l'ospite, accogli Cristo.
San Benedetto da Norcia
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Fanno pena coloro che si riempiono la bocca dell'impegno
di difendere il crocifisso e poi scaricano insulti sugli
stranieri
indesiderabili che bussano alle loro porte. Infatti, era
stato proprio
quello stesso uomo crocifisso a dire senza tante
subordinate:
«Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi
miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me...
Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più
piccoli,
non l'avete fatto a me».
E, a scanso di equivoci, l'elenco era chiaro:
stranieri, nudi, malati, carcerati (Matteo 25,31-46).
Oggi si celebra la festa di San Benedetto
e dalla sua Regola ho estratto questo passo così
suggestivo soprattutto
con quell'inchino che accompagna l'ospite approdato al
monastero.
Certo, è facile accogliere a tavola l'amico per una festa:
«Invitare qualcuno alla nostra mensa significa prendere
su di noi la cura della sua felicità finché rimane sotto
il nostro tetto»
Ma la cosa si fa ben più ardua quando devi accogliere un
anziano
che perde la bava, un conoscente malmesso, uno straniero,
un malato.
A livello sociale generale risuoni, allora, il sempre
attuale
(nonostante i secoli trascorsi) monito biblico:
«Quando un forestiero dimorerà presso di voi nel vostro
paese, non gli farete torto.
Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui
che è nato fra voi.
Tu l'amerai come te stesso perché anche voi siete stati
forestieri nel paese d'Egitto»
(Levitico 19,33-34).
«Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola,
senza saperlo hanno accolto degli angeli» (Ebrei
13,2).
(Testo tratto da: G. Ravasi, Le parole del mattino,
Mondadori)
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