PROSTITUZIONE: ECCO COS'E' IL MODELLO
NORDICOIntervista a Max
Waltman, ricercatore presso l'università di Stoccolma sui temi della
tratta
L'argomento prostituzione è sempre più acceso. Da
una parte chi vorrebbe abolire la Legge Merlin preoccupato solo di rendere più
decorose le strade, ma che non si preoccupa delle vittime. Dall'altra la
Comunità Papa Giovanni XXIII, che mira all'eliminazione della prostituzione
fermando i clienti. A livello internazionale si parla del modello nordico-svedese: fu la Svezia, infatti,
il primo Stato al mondo che vietò la prostituzione punendo il cliente. Chi
meglio della Svezia può allora spiegarci questa esperienza. Vi proponiamo la
prima parte dell'intervista a Max Waltman, ricercatore presso l'università di
Stoccolma, in Svezia, specializzato sulle tematiche della tratta, prostituzione,
pornografia e violenza di genere.
Sig. Waltman, ci può spiegare in cosa
consiste il modello svedese?«È molto semplice. Nel gennaio 1999 è
entrata in vigore la legge che proibisce l'acquisto di atti sessuali e
decriminalizza coloro che sono comprati. Prevede una multa o fino ad un anno di
carcere per chi acquista servizi sessuali, cioè i clienti delle prostitute. In
questo modo si interviene direttamente su ciò che viene definita la domanda: i
clienti. Allo stesso tempo, le persone che si prostituiscono sono
de-criminalizzate, non sono punibili, perché esse sono riconosciute come delle
vittime e ad esse viene fornito un supporto per uscire dalla prostituzione».
Come si è arrivati a
questa legge?«Sin dagli anni '80 c'erano stati diversi tentativi di
introdurre una legislazione simile a quella attuale. Tutti furono senza
successo. Tra l'altro, erano note le frequentazioni con prostitute da parte di
alcuni politici svedesi, anche famosi. Al riguardo in Svezia è stato girato
anche un film. Nel 1990 la svolta. Durante un convegno di una rete di femministe
svedesi (ROKS), ci fu l'intervento di un avvocato americano, Catharine
MacKinnon, la quale sostanzialmente disse: “La disparità di genere tra uomo e
donna e la subordinazione sessuale delle donne non possono essere combattute,
assumendo che vi sia una parità tra i sessi. Empiricamente questa parità, oggi,
non esiste. Pertanto, in un mondo in cui non c'è questa parità, è necessaria una
legge contro gli uomini che comprano le donne”». Intervista tratta da Sempre, mensile di
APG23
|
Nessun commento:
Posta un commento