SANTA MARTA COMMENTO DI PAPA FRANCESCO
...SE SCAPPI DALLA TENTAZIONE DI PERDERE LA PAZIENZA,
...DI DARE DOLORE
...FALLO...QUESTA E' UMILTA'
...QUI SOTTO LO SPIEGA MOLTO BENE
...QUEST'UOMO CHE ARRIVA DAI CONFINI DELLA TERRA
...COME QUELL'ALTRO...UN'UOMO VENUTO DA TANTO LONTANO
...CHE CONOSCE E VA' NELLE PERIFERIE ESISTENZIALI
...NON HA PAURA DI GUARDARLE IN FACCIA
La tentazione, la curiosità, la paura e infine la grazia.
Sono quattro situazioni che si possono verificare quando ci si trova di fronte a una difficoltà.
Il primo atteggiamento è quello individuabile nella lentezza con la quale Lot risponde all'invito dell'angelo che gli dice di affrettarsi a lasciare la città prima che venga distrutta. Egli, ha spiegato il Papa "era deciso a lasciare la città. La sera prima era andato a casa dei fidanzati delle figlie per convincerli ad andare via". Dunque era ben deciso, ma quando arriva il momento di fuggire "va adagio, non si affretta". Lot "voleva andarsene, ma piano, piano, piano" anche quando l'angelo gli dice di fuggire. Questo invito, ha ricordato il Papa, "Si ripete nel testo tante volte: "fuggi, fuggi"". L'atteggiamento di Lot, , rappresenta "l' incapacità di distaccarsi dal male, dal peccato. Noi vogliamo uscire, siamo decisi; ma c'è qualcosa che ci tira indietro". l'ulteriore richiesta di Lot al Signore - , cioè di non essere costretto a fuggire sui monti, ma verso una cittadina più piccola e non così lontana. "Io penso - "è molto difficile tagliare con una situazione peccaminosa". Ma "la voce di Dio ci dice questa parola: "fuggi. Tu non puoi lottare lì, perché il fuoco, lo zolfo ti uccideranno. Fuggi!"". Santa Teresina del Bambino Gesù, ha proseguito Papa Francesco, "ci insegnava che alcune volte davanti ad alcune tentazioni l'unica soluzione è fuggire, non aver vergogna di fuggire, riconoscere che siamo deboli, e che dobbiamo fuggire. E il nostro popolo nella sua semplice saggezza, lo dice un po' ironicamente: "soldato che fugge serve per un'altra guerra"". Si tratta però, , di un "fuggire per andare avanti nella strada di Gesù".
Il secondo atteggiamento
. "L'angelo - dice di non guardare indietro: "Fuggi e non guardare indietro, vai avanti". Anche qui è un consiglio per superare la nostalgia del peccato". Un consiglio ricorrente nella Parola di Dio. Ad esempio il Santo Padre ha citato la fuga del popolo di Dio nel deserto: aveva tutto, era forte delle promesse fatte dal Signore, sapeva che avrebbe dovuto comunque faticare per andare avanti, ma era anche consapevole della presenza costante del Signore accanto a sé. Eppure continuavano ad avere nostalgia "delle cipolle d'Egitto". Che in quel momento era tanto forte da far dimenticare tutto tranne le cipolle. "Il consiglio dell'angelo - ha sottolineato il Pontefice - è saggio: non guardare indietro. Vai avanti"; per questo fuggire ci aiuterà".
A volte però non è neppure sufficiente tagliare ogni nostalgia "perché c'è la tentazione anche della curiosità. È quello che è successo alla moglie di Lot". Dunque davanti al peccato bisogna fuggire senza nostalgia e ricordare che "la curiosità non serve, fa male". Fuggire e non guardare indietro perchè "siamo deboli tutti e dobbiamo difenderci".
Il terzo atteggiamento è quello della paura. Il riferimento è l'episodio, narrato nel vangelo di Matteo (8, 23-27), della barca sulla quale si trovavano gli apostoli e che improvvisamente viene investita dalla tempesta. "La barca era coperta dalle onde -. "Salvaci Signore! siamo perduti", dicono loro. La paura, anche quella, è una tentazione del demonio. Avere paura di andare avanti sulla strada del Signore". Si arriva al punto di preferire di rimanere fermi, anche se schiacciati dalla schiavitù, perché si ha paura ad andare avanti: ""Ho paura di dove mi porterà il Signore". La paura non è buona consigliera. Gesù tante volte l'ha detto: "non abbiate paura". La paura non ci aiuta", .
Il quarto atteggiamento è riferito alla grazia dello Spirito Santo, manifestatasi "quando Gesù fa tornare la grande bonaccia sul mare. Dunque davanti al peccato, davanti alla nostalgia, alla paura è necessario "guardare il Signore - ha sottolineato il Pontefice - contemplare il Signore" avendo quello "stupore tanto bello di un nuovo incontro con il Signore. "Signore io ho questa tentazione, voglio rimanere in questa situazione di peccato. Signore io ho la curiosità di conoscere come sono queste cose. Signore io ho paura...", ma poi i discepoli hanno guardato il Signore: "Salvaci Signore siamo perduti". Ed è venuto lo stupore del nuovo incontro con Gesù. Non siamo ingenui, né cristiani tiepidi: siamo valorosi, coraggiosi. Sì noi siamo deboli ma dobbiamo essere coraggiosi nella nostra debolezza".